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Nell'ufficio di Hernando Ramirez, il guardiacaccia Pedro Santos si sentì di colpo smarrito per quello che il suo capo gli aveva appena riferito. Stentava a credere che quelle parole fossero state pronunciate da un'uomo con più di dieci anni di esperienza come guardiacaccia, che per di più ora si trovava all'apice della sua carriera.
"Penso davvero che siano stati dei dinosauri a sbranare quell'operaio."
Ramirez, seduto alla scrivania, aveva invece assunto un'espressione assolutamente seria e risoluta, e lo fissava grattandosi il mento in attesa di una risposta.
Pedro, però, non riusciva nemmeno a trovare le parole per iniziare il discorso. Stava ancora cercando di capire se fosse sveglio o se invece si trovasse in un sogno assurdo.
Deve essere una sorta di scherzo. Ancora confuso, si disse che era stanco di sentirsi preso in giro. Voleva capire cosa diavolo stesse succedendo.
«Mi stai dicendo che l'operaio è stato sbranato da dei lucertoloni scomparsi milioni di anni fa? Su che cosa ti basi per affermarlo?»
Nonostante la stanchezza degli ultimi giorni, glielo chiese con un tono il più gentile possibile, sforzandosi al contempo di restare calmo.
Ramirez sospirò, poi alzò lo sguardo su di lui e gli riepilogò in breve le sue considerazioni sull'incidente subito dall'operaio che Pedro ascoltò pazientemente, nonostante sentisse crescere dentro di sé la frustrazione: erano quasi due settimane che lui e i suoi colleghi non facevano altro che supervisionare i referti medici e le testimonianze riguardanti quel caso, e ciò li aveva portati sempre alla stessa conclusione, e cioè che non avevano abbastanza prove per riuscire a identificare l'animale.
Quando Ramirez terminò quella breve premessa, però, andò subito dritto al punto, senza troppi giri di parole, e fu lì che Pedro cominciò a capirci sempre meno.
«Siamo entrambi d'accordo» gli disse, allungandogli un fascicolo che Pedro riconobbe all'istante, «cha da quello che è scritto in questi documenti risulta chiaro che l'operaio è stato sbranato da un predatore di grandi dimensioni, sui due metri, che gli ha provocato una profonda ferita aperta e un'emorragia nella zona addominale.»
Pedro annuì, chiedendosi dove volesse andare a parare.
«Quello che non sappiamo, invece, è quale animale possa aver causato una simile lacerazione» continuò, aprendo il fascicolo e disponendo le poche fotografie in bianco e nero che mostravano le ferite sul corpo dell'uomo sul ripiano della scrivania.
Perché insiste ancora su questo materiale? Pedro si stava spazientendo. Prima che il suo capo potesse proseguire, prese una fotografia che ritraeva l'addome lacerato dell'uomo e gli disse: «Non sbagli, ma ti fermo subito. Abbiamo già confrontato la forma del muso che si può intuire guardando i segni lasciati sul torace dai denti, e siamo abbastanza convinti che possa trattarsi di un Caiman Crocodilus, ma non escludiamo che si tratti di una nuova specie di coccodrillo.»
Nonostante avesse passato gli ultimi giorni a risalire al predatore basandosi sulle ferite dell'operaio, aveva capito che la forma di un morso non era un indizio sufficiente per identificare un animale, soprattutto in quel caso. Le immagini di cui disponevano erano a bassa risoluzione e non avevano potuto vedere di persona i segni sul corpo per motivi di privacy.
Ramirez rimase in silenzio, mentre continuava a sfogliare il fascicolo. Poi, di colpo, lo richiuse e alzò nuovamente lo sguardo su Pedro.
«Tu credi possa trattarsi di un caimano?» gli domandò improvvisamente, guardandolo negli occhi.
Pedro esitò, schiarendosi la voce, colto alla sprovvista dalla domanda. «Certo, non vedo come possa trattarsi di un'altra specie! Gli altri predatori che sono in grado di uccidere in quel modo un uomo adulto in questa regione sono i puma e i giaguari, ma abbiamo confrontato la fisionomia delle mandibole, come ci avevi chiesto tu, e abbiamo escluso quelle due piste.»
Pedro stava facendo uno sforzo enorme per contenersi. Ramirez era un suo amico, oltre che il suo capo, e per questo lo aveva sempre rispettato, ma nelle ultime settimane Santos e i suoi colleghi faticavano a riconoscerlo: sembrava più stanco, assente, come se fosse costantemente sotto pressione. Immaginò fosse quello il perché delle insolite domande che gli stava ponendo quel pomeriggio.
«Pedro, non ti sto domandando come avete fatto a capire che si tratta di un caimano, ma ti sto chiedendo di fingere che io ti stia mostrando queste immagini adesso, per la prima volta, e di dirmi cosa ne pensi al riguardo.»
Deve essere impazzito. Santos sospirò, ma decise di stare al gioco. Prese una delle fotografie e fece finta di studiarla come se la vedesse solo in quel momento. «Da quello che si può capire è chiaro che l'uomo è stato attaccato da qualche predatore di piccole dimensioni, a giudicare dalla grandezza delle ferite, con un gran numero di denti sul lato della mascella e la forma del muso vagamente triangolare e allungata. Direi senza ombra di dubbio che si tratta di un esemplare di una specie dell'ordine Crocodylia
Ramirez annuì, questa volta concentrando la sua attenzione su alcuni documenti di testo. «Ho fatto il tuo stesso ragionamento quando ho visto per la prima volta queste immagini, ma quando ho confrontato la mia ipotesi con il resto delle informazioni contenute nel fascicolo ho capito che difficilmente poteva trattarsi di un caimano o di un coccodrillo.»
Santos corrugò la fronte. «Che cosa, in particolare?»
«L'uomo che è stato sbranato si trovava in una cava di sabbia a poche ore d'auto da qui, ed è stato attaccato durante l'orario di lavoro, mentre era insieme a due suoi colleghi. Ora, dimmi, hai mai sentito parlare di casi in cui un coccodrillo o un caimano abbiano attaccato una preda a diversi chilometri da un corso d'acqua? O che siano state recuperate carcasse che presentassero segni di questo genere?»
Santos lo guardò, accigliato. Effettivamente, ora che glielo aveva fatto notare, cominciava a dubitare perfino di quella possibilità, ma ancora si rifiutava di credere che si potesse trattare di una specie estinta da diversi milioni di anni. Deve esserci un'altra spiegazione.
«Inoltre,» continuò Ramirez, «nessuno dei due uomini che erano con lui sostiene di aver visto un caimano, ma solo che l'attacco è avvenuto con una tale rapidità che non sono nemmeno riusciti a capire cosa stesse succedendo. Questa, almeno, è loro versione dei fatti.»
A Pedro veniva quasi da ridere. Inspirò a fondo e riprese a parlare: «Hernando, non abbiamo praticamente nulla su cui basarci, tranne un paio di fotografie sgranate e il buon senso. Davvero, non vedo come non possa trattarsi di un semplice caimano.»
«Pedro, cerca di cancellare questa tua convinzione. Guarda di nuovo queste immagini, per favore, e dimmi se non noti qualcosa di strano.»
Santos incrociò le braccia e si avvicinò al tavolo, studiando le fotografia sparpagliate sul ripiano della scrivania. Sforzandosi di concentrarsi, cercò di eliminare dalla mente tutto quello che lui e i suoi colleghi erano riusciti a capire da quelle immagini, ma si rese conto che era più difficile di quanto avesse immaginato.
Che cosa dovrei vedere? Aveva già fatto quell'esercizio nei giorni scorsi, ogni qualvolta che aveva dovuto scartare una pista. Identificare quell'animale era stato piuttosto impegnativo, e doveva ammettere che nemmeno la possibilità che si trattasse di un caimano lo aveva convinto del tutto, ma non era arrivato a nessun'altra conclusione logica. Stiamo solo perdendo tempo...
Inaspettatamente, però, una delle immagini attirò la sua attenzione, e capì finalmente quello che Ramirez gli stava cercando di far notare. Era una fotografia che ritraeva il corpo dell'operaio sdraiato su tavolo di alluminio, probabilmente scattata prima dell'autopsia. Non ricordava nel dettaglio quell'immagine, ma poco importava: la folgorazione che aveva avuto in quel momento cambiava tutto. Per la prima volta in quegli ultimi giorni, comprese che anche Hernando nutriva i suoi stessi dubbi, ma non solo: sebbene improbabile, sembrava che il suo capo fosse già un passo avanti a lui verso la risoluzione di quel caso.
Si sentiva senza fiato, ma inspirò profondamente e indicò il cadavere con il dito. «I segni sul corpo a un'attenta analisi non farebbero pensare a quelli lasciati dopo l'attacco di un caimano, che si serve di tattiche di caccia basate sull'agguato, avvicinandosi di soppiatto alla preda per trascinarla sott'acqua e annegarla... Qui non è successo nulla del genere!» gli disse, cominciando a sentire il cuore battergli più forte nel petto. Era vero che aveva confrontato più volte le ferite dell'operaio con quelle provocate da altri predatori, e già in quel momento aveva cominciato a nutrire forti dubbi sulla natura di quello sbranamento, ma aveva ignorato quel particolare quando aveva notato che la fisionomia della mandibola e le sue dimensioni potevano essere ricondotte a quelle di un piccolo loricato. Adesso che tutte le sue certezze si stavano sgretolando davanti ai suoi occhi, però, cominciò a pensare che quella questione aveva ancora in serbo per lui molti punti oscuri.
«Hernando» gli disse infine, ancora dubbioso, «mi hai convinto sul fatto che non possa trattarsi di un caimano, ma ancora non riesco a comprendere come possa essere stato un dinosauro a uccidere quell'uomo. Insomma, sono estinti da più di sessanta milioni di anni.»
Ramirez sorrise, allungandosi sulla scrivania come se si stesse pregustando quel momento da quando lo aveva chiamato. «Mai sentito parlare di fossili viventi?»

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