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Nel silenzio in cui era immerso il monolocale dove si trovava il mandante risuonò il segnale acustico che indicava l'arrivo di un nuovo messaggio da parte del suo contatto.
Il mandante si affrettò a controllare l'apparecchio, fiducioso, nonostante non si illudesse che il suo uomo avesse già portato a termine l'incarico. Nell'ultimo messaggio il suo mandatario gli aveva riferito che ci avrebbe impiegato un'ora ad eliminare i quattro civili, e da allora era trascorsa solo mezz'ora. Speriamo siano buone notizie. Pensò, avvicinandosi al tavolo sul quale era poggiato il telefono satellitare.
Dalla schermata di blocco saliva una forte luce che creava un'aura azzurrognola che rendeva la semplice azione di leggere il messaggio una specie di rito mistico.
Appena accese il telefono satellitare con cui si teneva in costante aggiornamento con l'uomo che aveva inviato nella caverna alla cava, sentì rinnovare la fiducia nell'operazione.
Lesse il breve testo tutto d'un fiato.

Manuel Costa deceduto. A breve riceverai chiamata. Acconsenti, non ubbidire. Avuto un contrattempo, non tarderò ulteriormente a portare a termine.

Quando finì di visionare il messaggio sorrise e si versò un altro bicchiere di whiskey. La prima frase era stata una delle notizie più incoraggianti della giornata.
Manuel Costa è morto. Il fatto che non fosse stato eliminato assieme agli altri tre gli sembrò alquanto insolito, ma liquidò in fretta quella paranoia. La cosa importante, al momento, era che non fosse più vivo.
Bevve rapidamente un altro sorso del superalcolico e si sentì senza fiato.
Ne mancano solo tre. Pensò, sorridendo al pensiero che tutto stesse procedendo come aveva programmato.

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