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Matteo 13:27, Martedì.

Avevo preso il telefono in mano, ma quando stavo per premere la cornetta le mani hanno iniziato a prudermi così tanto da impedirmi di farlo. Perché sebbene chiamare il mio amico sarebbe stata la mossa più saggia, in realtà sarebbe stato uno schianto senza paracadute.

Ieri sera, quando mi ha scritto che aveva voglia di vedermi, il cuore mi è salito in gola per poi scendere senza freni dritto nello stomaco. Ho continuato a ripetermi che era solo Dario, ma la verità è che quel bacio ha stravolto le mie certezze e rimesso in ballo tutti i miei sentimenti.

Ed è per questo che non ho premuto quel maledetto tasto verde. Perché io so cosa Dario è capace di farmi provare.

E' per questo che ho scelto volutamente di tornare da Luca e sono consapevole che buttarmi sul mio vicino è rischioso e autodistruttivo, ma non mi è sfuggito il modo in cui mi ha guardato ieri e se non ci provassi potrei pentirmene.

E' come se volessi avere la certezza del detto Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova.

Sono uno stupido senza cuore e in questo preciso istante mi sento tanto come Ale.

Mi guardo attorno e la casa ha la stessa mia disposizione, con l'unica differenza che lui ha ancora cartoni da svuotare.

"Non hai ancora finito di sistemarti?" gli chiedo indicando gli scatoloni impilati dietro di me.

Lo vedo mentre guarda li guarda "Non sono cose mie, dovrei spedirle... credo".

Non insisto e non indago oltre, non voglio cambiargli l'umore.

Lo raggiungo in cucina, lo aiuto tenendogli vicino il piatto mentre divide le porzioni e quando mi giro, mi cade un occhio su una pila di giornali che tiene vicino al frigo.

Boom.

Una rivista gay che fa capolino tra le altre.

Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora