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Luca 10:17, Venerdì.

Ogni singola parola che mi ha detto Michele continua a vorticarmi in testa. Non mi lasciano in pace e continuano a tormentarmi di un dolore che non credevo avrei mai potuto provare. Come posso passare dall'odiarlo per quello che ha fatto, al comprendere il suo gesto?

L'ho ascoltato per tutto il tempo necessario che gli è servito per spiegare le sue azioni, continuando a rimanere in silenzio. Non gli ho detto niente e lui non ha cercato nessuna risposta in me. Ha solo voluto mettere in chiaro i suoi sentimenti e tutto quello che gira attorno a loro.

Prima di andare via mi ha solo detto di pensare alle sue parole e che se mai avessi cambiato idea, lui mi avrebbe aspettato.

"Vuoi dirmelo?" mi chiede Matteo per l'ennesima volta questa mattina. Ma come posso fargli questo? "E' vero" continua a dire, "Sono giovane e abbiamo progetti molto diversi, io devo ancora laurearmi, ho un fratello che mi fa diventare matto e casini col mio amico, ma non sono stupido e vedo che quello che hai scoperto ti sta divorando".

Mi siedo sopra il desk e lo guardo. Possibile che possa parlare con lui? Con il ragazzo che fino a ieri ho portato a letto? Ma lui continua a guardarmi e nei suoi occhi trovo solo che sincerità.

"Ho conosciuto Michele ad una festa di amici quando avevo ventisei anni, abbiamo parlato tutta la sera e a fine nottata ci siamo scambiati i numeri. Ogni tanto ci sentivamo ma è stato quasi due anni dopo che ci siamo ritrovati per caso. Abbiamo iniziato ad uscire assieme, lui inizialmente sembrava schivo e sempre pieno di impegni, ma col tempo ha iniziato a dedicarmi più attenzioni. Passavamo giornate intere insieme, ma raramente si fermava a dormire da me. Ma poi facevamo vacanze e weekend assieme e dimenticavo il tempo che non stavamo vicini.

Uscivamo, ma mai niente di improvviso. Lui organizzava sempre tutto, pensavo fosse una sua mania l'aver sempre tutto sotto controllo e sinceramente non mi è mai importato che cenassimo assieme il martedì piuttosto che il giovedì se lui era felice, anche perché lo sentivo sempre per telefono per cui non avevo nessun motivo per dubitare di lui.

Andava tutto bene e ogni giorno che passava ero sempre più innamorato di lui e per quello che mi dimostrava credevo fosse lo stesso anche per lui. Almeno fino a quando non gli ho chiesto di sposarmi.

Non rimasi ad ascoltarlo, ma adesso so che ho sbagliato".


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Next 10:40 Matteo.


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