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Dario 11:20, Mercoledì.

Lo osservo mentre apre la bocca per mordere il muffin e giuro che non vorrei immaginarlo mentre fa lo stesso su di me, ma è proprio quello che sto facendo. Mi passo le mani sul viso e poi tra i capelli, cercando di scacciare dalla mia testa questi pensieri, ma l'unica cosa che riesco a fare è metterli da parte.

"Come va con Alice?". Boom. Mando giù la saliva che avevo in bocca bruciandomi la gola, ma incasso il colpo. Non sono stupido e lui nemmeno.

Alzo gli occhi al cielo e osservo una piccola nuvola che galleggia sopra di noi, come se quelle minute particelle d'acqua potessero suggerirmi la risposta esatta da dargli. "Lo sai come va".

Mi guarda, poi scrolla la testa e con le spalle curve prende il contenitore del cappuccino. "Mi hai baciato" mi dice.

"Ci siamo baciati" sottolineo. Perché è vero che la prima mossa l'ho fatta io, ma anche lui poi c'ha messo del suo.

"Vero. E cos'è stato per te?".

Tutto, vorrei dirgli. Perché quello che non mi ero mai permesso di guardare, improvvisamente ha iniziato ad assumere colori diversi, fino a diventare impossibile per me da ignorare. "Mi piaci".

Sospira. "Siamo amici". Mi dice.

E lo so che siamo amici, lo siamo da una vita e so cosa mi sto giocando, so che rischierei di perderlo, ma ormai non posso tirarmi indietro, perché non posso fermare quello che il mio cuore è anni che cerca di farmi vedere.

"Non hai provato niente?". Non mi risponde, ma appoggia il contenitore sul tavolo e torna a guardare il lago nella stessa posizione in cui l'ho trovato quando sono arrivato.

"Ho conosciuto un ragazzo...".



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