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Dario 17:51, Martedì.

"Posso sapere oltre allo stalker cosa fai nella vita?" chiedo a Tommaso mentre siamo seduti in riva al lago.

"Il figlio di papà!" sereno e liscio come l'olio.

"E perché allora sono sempre io a pagare?" gli dico alzando verso di lui l'ennesimo aperitivo che beviamo assieme.

"Pensavo di farti sentire importante!" mi dice lui alzando le spalle.

Incredibile. "Non mi offendo se il prossimo lo offri tu!" gli dico allora facendogli l'occhiolino.

Rimaniamo a parlare e a ridere per almeno un'ora. Le giornate si sono fatte più lunghe e vedere il sole tramontare sempre più tardi sulle acque del lago, mi riporta alla mente un sacco di ricordi condivisi.

"Passa di qua per tornare a casa?" mi chiede ad un certo punto.

"Non credo".

"E allora perché siamo qui?". Quando mi ha chiesto di uscire gli ho detto di sì, ma solo se venivamo qua.

"Vedo la nostra panchina". Inutile mentire al ragazzo che ho accanto quando ha già capito che il mio cuore è off limit.

"E io che pensavo che volessi farlo alla luce del sole!" poi mi da una spallata. E dopo un attimo di silenzio torna all'attacco. "Perché non vuoi farlo con me?".

Torno a guardare l'acqua, prendendo il bicchiere in mano. "Lo sai perché".

"Non raccontarmi la storia che siccome sei ferito non vuoi ferire nessun altro. Non ti ho chiesto la favola d'amore, ti ho solo chiesto di scopare il mio bellissimo culo!".

Lo guardo e poi scoppio a ridere. "Sei assolutamente la versione gay di Alessio".

"Questo significa che per questa sera devo farmi la ceretta?" mi chiede alzando e abbassando le sopracciglia!

"No!". Dico soltanto.

"Hai detto di no?" ribatte lui imbronciando le labbra.

"Ho detto no alla ceretta!".







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