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Luca 20:10, Mercoledì.

Sto rientrando a casa quando dal portone vedo uscire Matteo. Lo chiamo!

"Straniero!".

Lo vedo fermarsi e poi guardarsi attorno e quando vedo che sta per riprendere a camminare, lo richiamo. "Matteo!". E finalmente si volta.

L'ho pensato tutto il giorno, non so cosa ne verrà fuori, ma la voglia di passare del tempo con lui e magari di sottrarlo a quel suo non ragazzo mi tenta da morire.

"Ciao!" mi saluta non appena lo raggiungo.

"Impegnato?". Gli chiedo tentando la sorte.

"Ni. Andavo a fare una corsa per pensare. Tu?".

"Io stranamente ho le idee abbastanza chiare!". Faccio lo strafottente, ma quando lo vedo sorridere so di aver preso in pieno il bersaglio. "Sali?".

Lui alza gli occhi verso la finestra di casa mia, le luci sono spente come anche in casa sua. "Ok!".

Lo faccio accomodare e poi mi dirigo verso il frigo che fortunatamente ho ricordato di riempire. "Birra?" chiedo porgendogli una bottiglia che prende senza rispondermi, poi va a sedersi sopra al bancone dove gira l'angolo.

"Come è andata la giornata?" gli chiedo sistemandomi vicino a lui.

Lo vedo vacillare. "Benissimo, benissimo, pessima, agonizzante, depressa! E questo è solo un riassunto!".

"Wow! Che ne dici se proviamo a farla terminare almeno con un bene?".

"Ci sto!" e poi scontriamo le nostre bottiglie per brindare a questo nostro obiettivo.

"Hai cenato?" gli chiedo quando il mio stomaco inizia a farsi sentire.

"Hai intenzione di aprire scatolette?" mi chiede impaurito?

"Ordiniamo una pizza?". Ride. E sentire la sua risata rimbalzare sulle mie mura è incredibilmente bello.

Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora