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Luca 21:42, Martedì.

Ho appena chiuso la telefonata con Carlotta e sono mentalmente a pezzi. Possibile che riesca a farmi sentire una merda facendomi passare per quello che ha torto? Possibile che adesso si sia messa in testa che dovrei sentire Michele per ascoltare ciò che ha da dire, quando lei è stata la prima a dirmi di scappare lontana da lui?

Più ripenso a quella sera e più mi sento umiliato. Non è servito a niente che abbia provato a fermarmi, a spiegarsi, perché io in testa avevo un unico pensiero, e cioè che per tutto il tempo che ci siamo frequentati, per tutti gli anni che abbiamo dormito assieme, lui aveva lei a casa che lo aspettava.

Anche se questo non gli ha mai impedito di viversi a pieno la nostra relazione.

Tutti i viaggi fatti assieme, tutte le cene, i cinema, gli aperitivi e le notti nel mio letto. Buttati nel cesso in un istante.

Busso alla porta di Matteo. Ho bisogno di lui e del suo corpo. Ho bisogno di sentire la realtà sotto le mie mani.

Quando apre la porta lo prendo per la maglietta e lo bacio.

Ma non appena mi sento spintonare indietro mi rendo conto di aver fatto una cazzata. "Oddio scusa" gli dico. Con la testa offuscata dai miei casini mi ero completamente dimenticato del suo gemello. E solo ora trovandomelo di fronte mi torna in mente che forse li ho già scambiati una volta sulle scale.

Mi guarda storto e diffidente. Non gli piaccio, lo so. Soprattutto da quando ho tirato un pugno al loro amico.

"E' di là" mi dice indicando un corridoio. E poi va a stendersi sul divano.

Lo ringrazio e poi mi fiondo da Matteo prima che possa sbattermi fuori di casa, o prima che decida di pareggiare i conti.


Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora