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Matteo 17:01, Martedì.

Non so dove trovo la forza per affrontarlo senza cedere alla supplica o alle lacrime, ma gli tengo testa e sono deciso a uscire dal negozio facendogli vedere che non sono più il vecchio ragazzo pauroso del mondo. Che anche io se voglio so tirare fuori gli attributi e che posso essere sexy e disinibito quanto il suo amichetto.

Sta sera quando tornerà a casa e si vedrà con Tommaso, perché sono certo che si vedranno, nel momento in cui affonderà dentro di lui dovrà pensare a me. Dovrà fottersi così tanto il cervello da non capire più niente. E alla fine dovrà cedere a quello che c'è tra di noi.

E anche se solo il pensare a loro due assieme mi fa venire la nausea, devo accettare questa situazione per quel che è, perché tutta questa merda non sarebbe mai venuta fuori se io avessi scelto di stare con il mio migliore amico al posto di voler testare altri lidi.

Entro in camerino con un paio di jeans e ringrazio che le temperature si siano alzate per poter fare quello che ho in mente.

Li indosso, ma prima di uscire mi tolgo la maglietta. Quando apro la porta Dario è lì fuori che mi aspetta e non appena mi vede a petto nudo e con dei jeans che mi fanno da seconda pelle, rimane fermo immobile con la bocca mezza aperta, senza nessuna frase da dire.

"Quindi?" gli chiedo avvicinandomi a lui mentre mi guardo allo specchio alle sue spalle.

Non ho il suo fisico da nuotatore e onestamente non ho nemmeno muscoli, ma non sono poi così tanto male.

Mi volto per guardarmi il culo e mentre lo faccio mi chiedo dove voglio andare conciato con questa roba! Ma mi giocherei di tutto pur di fagli mangiare anche le unghie!

Gli appoggio una mano sulla spalla e poi volto il viso verso di lui, a pochi centimetri di distanza. "Cosa ne pensi?".

Lo sento mentre deglutisce e sento i suoi nervi tesi sotto il mio tocco. Non gli sono per nulla indifferente e questo non fa altro che darmi forza.

"Sono stretti!". Ma va? vorrei dirgli!

Mi sposto e mi metto davanti a lui, ma sempre spostato di lato per poter far finta di guardarmi allo specchio e poi porto la mano a lato del suo collo. Lo accarezzo e poter sentire ancora la sua pelle sotto la mia, fa esplodere le mie endorfine in una grande festa!

"E non lo devono essere?" chiedo innocentemente senza nessuna intenzione di spostare la mano.

Si volta verso di me, i nostri respiri a confondersi. "Li sentirai scomodi" prova lui.

"O non vuoi che li indossi?" lo provoco. E poi inizio a muovere il pollice lungo il suo collo.

Chiude gli occhi per un attimo, come a volersi abbandonare al mio tocco, ma sapendo di non poterlo fare, perché vorrebbe dire che avrei vinto, li riapre subito dopo.

"Sono troppo stretti!" ribadisce e poi mi lascia lì, da solo nei camerini, con l'unica certezza che comprerò questi jeans!


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