Quel Battito Tra Di Noi

*M*

Matteo 11:45, Domenica.

Ho il cuore in gola e non riesco ancora a credere di essere solo davanti a lui. L'ultima volta che è successo era esattamente su questa panchina, quando ha deciso di lasciarmi andare e quando io non l'ho fermato.

Quanto tempo sprecato, quanto tempo buttato.

"In cosa dovrei iniziare a credere?" mi chiede.

Lo guardo e mi sciolgo in lui. "Nell'After Eight?" gli butto lì, sperando riesca ancora ad essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.

Rimane a guardarmi senza dire niente e dopo quella che mi sembra un'infinità di tempo, si alza, posizionandosi proprio davanti a me e costringendomi a fare un passo indietro per non starci addosso.

"Parliamo del cioccolatino?" mi chiede senza mai distogliere gli occhi dai miei.

Deglutisco. Poi gli faccio un segno affermativo con la testa.

"E credi che dovrei investirci su?" dice abbassando il tono della sua voce.

Continuiamo a guardarci e sono sicuro che riesca a percepire il battito del mio cuore che rimbomba tra i nostri corpi.

"Credo che sarebbe un ottimo investimento".

Incrocia le braccia davanti al petto, come a voler indossare una protezione e poi parla ancora. "Non lo so", inizia a dire. "L'ultima volta è successo che non mi è piaciuto il suo gusto".

Me lo merito tutto. E anche se lo sapevo mi duole il cuore sentirglielo dire.

"Capisco" gli dico rammaricato. "Ma penso che esso stesso si sia accorto di non essere stato al suo top".

Respiro. E mi impongo di farlo lentamente, per non fargli vedere il mio nervosismo.

"Sul serio pensi che se ne sia accorto?" continua lui.

"Assolutamente" affermo.

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