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Matteo 9:55, Martedì.

"Scusa" gli dico dopo essergli esploso addosso. "Ho dormito male e mi sento stanco".

Non ammetterò mai di aver pianto tutta la notte, non gli dirò mai che per questi occhi rossi devo ringraziare Dario.

Vederlo voltarsi per allontanarsi da me è stato devastante. Non credevo che sarebbe mai successo. Davo per scontato che la nostra amicizia avrebbe superato tutto, che sarebbe stata così forte da non slegarsi mai, ma così non è stato.

Gli è bastato vedermi con un altro per non volermi più nella sua vita, buttando nel cesso anni e anni di fratellanza. E se per lui è stato così facile, per me è tutto il contrario, perché anche dopo averci pensato su tutta la notte, non riesco a trovare un solo motivo per non averlo più nella mia vita. E sarò sbagliato io, ma non riesco ad accettarlo.

Luca fa un passo verso di me e poi un altro ancora, fino ad arrivarmi accanto. Gira la sedia dove sono andato a ripararmi e poi si abbassa alla mia altezza.

"Scusami tu. Non volevo metterti pressione è solo che ti desidero".

Lo guardo negli occhi e ci trovo tutto la voglia che mi ha appena detto. E sarei un coglione a buttare nel cesso questa opportunità, soprattutto dopo che ho già perso il mio migliore amico per lui.

"Anche io". E il sorriso che mi regala è la conferma che aspettavo.




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