Matteo 21:03, Lunedì.
Sono seduto sulla nostra panchina da almeno venti minuti. Non riuscivo più a rimanere fermo in casa e sentire gli occhi di Ale puntati addosso non faceva altro che mettermi ansia addosso.
Guardo nella direzione da cui so che arriverà e non appena lo scorgo in lontananza, capisco che la mia agitazione era data dalla voglia di vederlo. Le mani hanno iniziato a sudarmi e il cuore sembra essere impazzito e nonostante dentro di me continuo a ripetermi che è solo Dario, il mio corpo non vuole saperne di ascoltarmi.
Si ferma davanti a me. Ha addosso i suoi jeans preferiti, quelli che usa solitamente quando vuole attirare l'attenzione, una maglietta bianca con la scritta "Senza t-shirt sono ancora meglio" e una giacca di pelle. Ed è così dannatamente perfetto, con quell'aria da stronzo che non gli appartiene.
"Ciao!" gli dico accavallando le gambe e buttandomi indietro sullo schienale per guardarlo meglio. Quante volte ho immaginato di passare le mie mani sulle sue spalle? Di farmi abbracciare dalle sue braccia?
"Hei!" mi dice e poi appoggia un piede accanto alla mia gamba.
E la voglia di allungare una mano per accarezzarlo è talmente tanta che faccio fatica a contenerla.
"Come stai?" chiedo quando non lo sento aggiungere altro.
Ma quando non risponde, torno a guardarlo e lo vedo che osserva il movimento dell'acqua. "Tutto bene?" gli chiedo iniziando a sentire che qualcosa tra di noi non va.
"Forse è meglio se per un po' non mi cerchi".
E tra di noi cala un silenzio assordante.
Io guardo lui, ma lui non guarda me.
"Cosa stai dicendo?" gli chiedo iniziando ad agitarmi.
Si porta le braccia ad abbracciarsi, come a volersi sentire al sicuro. "Credo sia la soluzione migliore per entrambi".
Mi sta prendendo per il culo. "Come puoi pensare che non sentirti sia per me la cosa migliore?".
Si passa una mano tra i capelli tirandoseli indietro. "Allora fallo per me".
Mi alzo perché non posso continuare ad essere sovrastato da lui in questa discussione. "Per te? Prima mi baci e poi mi allontani?" gli urlo dietro. Improvvisamente impaurito.
Lo vedo mordersi un labbro. "Vi ho visti".
Mi torna in mente quando da piccolo ho rotto un termometro a mercurio, che non appena ha toccato terra si è trasformato in tante piccole palline. E' così che mi sento ora. Rotto in tante piccole parti che non torneranno mai ad essere un'unica soluzione.
"Lo sapevi che sentivo qualcosa per lui" cerco di giustificarmi, di trovare un'uscita d'emergenza.
"Me lo avevi detto, sì. Ma per me è troppo da sopportare".
Lo guardo. "Dove stai andando?" gli chiedo.
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Quel Battito Tra Di Noi
RomanceCiao! Sono Matteo e sono uno studente di economia, ho un fratello, Alessio, che sarebbe la mia fotocopia se non fosse che abbiamo due caratteri completamente diversi! C'è Luca, il mio nuovo vicino che credo di non sopportare. C'è Dario, il mio mig...