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Matteo 12:45, Sabato.

Sto infilando la chiave nella porta quando sento provenire delle risate da dentro casa. Sospiro e poi appoggio la fronte sul muro battendola piano ripetutamente.

Non ho voglia di vederli assieme ancora una volta, non ho voglia di vedere le loro mani toccare i loro corpi o di sentire i loro nomignoli da innamorati. Sono stanco di continuare a stare in apnea per non sentire il suo profumo, sono stanco di non averlo più per me.

Cerco dentro di me le ultime briciole di coraggio e poi giro la chiave, sperando che la forza non mi venga meno all'ultimo istante.

Sento rumore di pentole e la voce di Alessio che borbotta qualcosa. Entro, lascio le chiavi sul mobile e poi iniziando a contare lentamente faccio un passo dopo l'altro verso la cucina.

Quando mi decido a respirare sento un profumo di salvia invadere la stanza e rimango scioccato dal vedere la cucina quasi in ordine.

"Ciao" dico ad Ale che è da solo.

"Hei! Abbiamo ospiti a pranzo. Spero non ti dispiaccia" mi dice con gli occhi da gatto bastonato.

Vorrei prenderlo a pugni, ma non faccio nemmeno in tempo a rispondergli che una voce femminile mi saluta. "Ciao!".

Quando mi volto, rivedo la ragazza dell'altra sera e non vedendo nessun altro farsi avanti mi sento quasi speranzoso. "Noi tre?" chiedo a mio fratello.

"Sì. Volevo farti conoscere Samanta!".

Le sorrido, ma la verità è che mi viene da ridere al solo pensiero che Ale mi stia presentando qualcuna. Lui che fino all'altro giorno non chiedeva nemmeno il nome alle ragazze che si portava a casa, improvvisamente si è convertito alla serietà.

"Sono felice di conoscerti!" mi dice lei entusiasta, ma quando mi soffermo sui suoi occhi per la prima volta, guardandola veramente, mi accorgo che ha le stesse perle di suo fratello e porca puttana se mi girano i coglioni!

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Next 13:30 Alessio.

Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora