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Luca 9:40, Lunedì.

Quando esco dalla sala visite trovo Matteo seduto sulla poltrona girevole con la solita matita in bocca. Non pensavo sarebbe venuto e invece eccolo qui che studia per l'esame di fine corso, tra una telefonata e l'altra.

Concludo con il cliente e non appena si chiude la porta alle spalle, prendo la sedia dove è seduto e la giro verso di me.

"Dammi un bacio".

"Buongiorno anche a te!" mi dice lui.

"Buongiorno! Ora mi baci?" gli chiedo mentre appoggio le mani sui braccioli circondandolo.

Lo vedo sporgersi verso di me e quando è vicino alla mia bocca, chiudo gli occhi. Peccato che quello che ricevo sia una leccata piena di saliva. Bambino.

"Sai dove puoi fare così?" inizio a dirgli, ma non mi fa continuare perché alla fine mi bacia.

"Mi ucciderai se continuerai solo a baciarmi" gli dico non appena si stacca da me.

"Hai fretta?" mi chiede guardandomi con lo sguardo più innocente che è capace di fare.

Vorrei dirgli che non faccio altro che immaginarmi di sbatterlo al muro dalla prima volta che l'ho visto, ma immagino che potrebbe scappare, per cui reprimo le mie voglie in un angolo e gli rispondo. "No, nessuna fretta".

"Allora mi dai un altro bacio?".

Non sta scherzando, vuole sul serio baci e solo baci. Come se avesse il freno a mano tirato. Come se qualcosa lo bloccasse.

Ma forse è solo una mia paranoia e lui vuole solo andare con calma. Parola che però nel mio vocabolario non esiste.


Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora