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Luca 11:33, Mercoledì.

Sono in studio a controllare alcuni esami per l'operazione del pomeriggio quando Matteo si affaccia alla porta con la sua solita matita in bocca.

"C'è una persona" mi dice serio, aspetto che continui, "é il tuo complicato".

Lo guardo pensando mi stia prendendo per il culo, ma quando fermo il mio sguardo nei suoi occhi, so che non sta mentendo. "Vado a casa, così potete parlare" mi dice.

"No. Non andare". Gli chiedo.

"E' un bell'uomo. Non fare cazzate se non servono". Poi si volta e mi lascia solo.

Sento la sua voce salutare Michele e poi la porta aprirsi. Segno che è tornato a casa sul serio.

Mi prendo un momento e poi varco quella porta che mi divide dalla mia vecchia vita.

Quando lo rivedo, tutti i miei sentimenti tornano a galla rischiando di farmici affogare nuovamente. Ma sono pronto e prima di immergermi completamente, afferro il mio salvagente, Matteo.

E prima ancora che io gli chieda come ha fatto ad avere l'indirizzo dello studio, anche se sono convinto sia stata Carlotta, lui mi anticipa, dimostrandomi ancora una volta che la nostra intesa non è andata a puttane. "Non è stata lei".

Lo guardo e per quanto sappia che non mi sta mentendo, non riesco a immaginare chi altri sia stato a dirgli dove mi trovavo.

"Non sono venuto per parlare di come ho scoperto dove lavori" e sentire ancora la sua voce ferma e decisa mi fa vacillare.

"Cosa vuoi?". Gli chiedo dopo un lungo sguardo.

"Te. Sono qui per te".



Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora