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Alessio 15:30, Martedì.

Dovrei farmi i cazzi miei. LO SO. Ma non ce la faccio. Siamo cresciuti assieme e l'ho visto girare per casa nostra per anni. E da quando due anni fa abbiamo deciso di affittare casa da soli, lui era diventato quasi il nostro coinquilino, rimanendo sempre una presenza fissa in casa nostra. Quindi come posso far finta di niente adesso?

Sono appoggiato alla porta d'entrata del negozio dove lavora, dentro il centro commerciale. Lo vedo muoversi come un automa mentre piega le magliette che una cliente ha appena provato. Nessuna espressione, nessun movimento facciale. Niente che riveli che dentro di lui ci sia ancora un anima viva.

"Forse è meglio se vai via".

Ero talmente assorto a guardarlo, da non accorgermi che il suo collega mi aveva raggiunto. Mi volto a guardarlo, carino. Ricordo anche che ci aveva provato con mio fratello, quindi è gay. E di conseguenza starà facendo muro attorno a Dario.

Sto per rispondergli quando sento la sua voce. "E' Alessio".

"Lo mando via lo stesso se vuoi" continua a dirgli l'amico, ma Dario gli fa cenno di no con la testa e questi va via.

"Come stai?" oso chiedere.

"Passerà" mi dice, ma mi vien difficile da credergli. "Grazie per l'altra sera".

Alzo le spalle. Avrebbe fatto lo stesso per me. "Usciamo a bere qualcosa assieme una di queste sere?".

"Ale...".

"Non sono mio fratello e non mi puoi punire perché d'aspetto sono uguale a lui. Usciamo, rimorchiamo e ci divertiamo. Tutto qua. Non voglio pianti o scenate. Ci divertiamo e basta".

Lo vedo tentennare, così ne approfitto. "Giovedì, al lago".

Poi prendo e scappo prima che cambi idea.



Quel Battito Tra Di NoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora