Cap 3

1.5K 29 1
                                    

Pov Hayami

Ormai è quasi un mese che mi sono trasferita in Spagna e di amici neanche l'ombra, non che non provo a farmeli sia chiaro, faccio la qualsiasi cosa che mi chiedono e sono sempre gentile e disponibile con tutti, ma a scuola mi evitano tutti come che avessi la peste, appena provo a parlare io per prima con qualcuno con una scusa qualsiasi se ne vanno via immediatamente, ormai mi sono arresa e non provo neanche a comunicare, sto in classe, seguo la lezione e basta, anche se fa male.

Per fortuna oggi è sabato e non devo andare a scuola; quindi, ne ho approfittato e ho dormito fino alle 9 (dopo che sono stata fino alle 2 del mattino a leggere "Fairy Oak e il segreto delle gemelle" di Elisabetta Gnogne) dopo che mi sono svegliata mi alzo dal letto e mi faccio una bella doccia calda con bagnodoccia e shampoo entrambi alla vaniglia, adoro l'odore che manda, è molto forte e dolce.

Subito dopo mi vesto con reggiseno e slip abbinati di un bel colore rosso scarlatto e una maglia nera con sopra disegnata una sfilza di note musicali bianche e il mio solito jeans nero anche questo pieno di brillantini, uso praticamente solo i jeans da quando ho memoria (tranne in alcuni casi che uso la tuta per stare più comoda), subito dopo scendo per fare colazione con mia madre e, nel mentre, le racconto come va con la scuola:

H: sai mamma a scuola i voti vanno bene, ma con i compagni un po' meno... non mi calcola nessuno se non per qualche favore come qualche traduzione, appena sono io che provo a parlare con qualcuno si allontanano subito, sembra che abbia la peste, tutti pensano che essendo russa sono fredda, mentre io vorrei solo farmi degli amici...

K: amore vedrai che prima o poi ti farai un amico, ne sono sicurissima, solare e dolce come sei è impossibile per gli altri non volerti bene, appena entri in una stanza porti il sole solo facendo un sorriso, sono certa che, da qui a un mese, mi presenterai una tua nuova amica

H: mamma ma se neanche mi guardano in faccia a momenti se non per chiedermi favori, come posso farmi dei nuovi amici?

K: amore tu devi essere sempre te stessa, ricorda sempre questo: "sorridi alla vita, e lei ti risponderà sorridendo", credimi ho passato la stessa cosa da bambina, come te ero straniera in territorio straniero e venivo giudicata solo perché asiatica e adottata da una famiglia russa, ma con il passare del tempo sono riuscita a farmi molti amici e ho anche conosciuto il mio primo amore

H: papà?

K: esatto, e, come ben sai, da lì non ci siamo più lasciati, vedrai che succederà anche a te

H: mamma tu sì che sai sempre trovare le parole giuste per tirarmi su il morale, ora vado a fare una passeggiata fino alla biblioteca, così faccio anche i compiti che ci hanno dato per la settimana prossima che ci hanno riempiti, ciao mamma ti voglio bene

K: te ne voglio tanto anche io tesoro, e ricorda quello che ti ho detto amore

Detto questo prendo il mio zaino con tutti i libri e quaderni dentro e mi dirigo verso la biblioteca che dista circa mezz'ora a piedi da casa mia, ho sempre amato andare a studiare in biblioteca, quel silenzio, quella tranquillità mi aiuta tantissimo a concentrarmi e ricordo tutto in modo molto più semplice, mentre in mezzo ai rumori non riesco mai.

Appena uscita dalla porta decido di mettermi le cuffiette e, sotto le note di Demi Lovato, mi avvio verso la mia meta, ma ho di nuovo una strana sensazione... la stessa sensazione che avevo in Russia, mi sento di nuovo come che qualcuno mi stesse seguendo, ma appena mi volto non vedo mai nessuno, sicuramente sarà lo stress del trasloco, dei troppi compiti e del non avere amici, non c'è altra spiegazione.

Arrivo in biblioteca e mi sistemo subito sul tavolo più vicino alla finestra per iniziare a studiare, dopo 3h passate tra studiare spagnolo e inglese e fare i troppi esercizi di matematica che ci hanno dato per lunedì decido che è ora di tornare a casa, anche perché il mio stomaco brontola essendo arrivata l'ora di pranzo.

Mentre mi avvio, sempre con le note di Demi Lovato nelle orecchie, sento di nuovo quella strana sensazione, ma decido prontamente di ignorarla dando la colpa alla stanchezza e lo stress.

Arrivata a casa vedo che non c'è nessuno, infatti in cucina attaccato al frigo trovo un biglietto delle note color fucsia con su scritto "Sono andata a fare spesa e a fare un giro con una signora conosciuta qui in Spagna, starò via tutto il pomeriggio, non aspettarmi per mangiare, ti voglio bene, mamma"

"Meraviglioso, perfino mia madre riesce a fare amicizia prima di me" dico tra me e me con tono sarcastico, ma anche con un briciolo di tristezza non avendo davvero nessun amico, vorrei solo avere un'amica anche qui.

Mando via questi pensieri tristi e decido di prepararmi al volo una piadina con cotto, pomodoro e mozzarella giusto per far stare buono lo stomaco, ma quella sensazione di essere osservata non mi abbandona neanche adesso che sono a casa, mi autoconvinco che sia il gatto dei vicini che è salito di nuovo sul albero nel nostro giardino o che sia la mia stanchezza, ma sotto sotto inizio a non esserne molto sicura.

Con questi pensieri che girano per la testa e non mi lasciano tranquilla, mi mangio la mia piadina, salgo nella mia stanza e mi sdraio un po' sul letto chiudendo subito gli occhi per provare a dormire un altro po', la stanchezza mi sta facendo davvero brutti scherzi. 

Sarai mia, che tu lo voglia o noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora