JACQUELINEMio marito cercava di restituirmi tranquillità ma non riuscivo e non tenere gli occhi fissi su di lei.
Su quel diavolo in persona, i suoi occhi brillavano di vendette, voleva fargli qualcosa e lo fissava come se fosse la sua preda perfetta.
Ho odiato il modo in cui ha guardato il mio uomo ma allo stesso tempo mi ha stupito la complicità che c'era con Alexander Rivera, stronzo del cazzo.
Mi ha anche lasciata perplessa il modo in cui ignorasse Colin, mio padre.
Di solito lo guardava con desiderio e indifferenza allo stesso tempo, ma stavolta no, era diversa.
Mi avvicinai a mio nonno e subito si girò verso di me: "Stai tranquilla tesoro." disse.
La vidi spostare il suo sguardo su di me e sentii il mio corpo come se si stesse sgretolando pian piano, quel dannato sguardo.
Non mi degnò di una parola, mi guardava ma non parlava quando sentii la sua voce: "Non mi assomigli per niente, Jacqueline." mi disse per poi spostare lo sguardo su Colin.
Era una frecciatina con tutto l'arco.
"Lui resta qui." dissi decisa.
Mi guardò fulminandomi ancora una volta: "Povera ingenua che sei."Cazzo se la odiavo ma non sarei mai scesa al livello basso come prenderla a pugni finché non avrei più sentito il suo respiro.
La detestavo con tutta me stessa, ogni cellula del mio corpo rigettava quella figura dinanzi a me, come se fosse sempre stata una sconosciuta.
E invece quella donna così bella, così sensuale ed eternamente giovane, è la verità, dentro aveva un animo cattivo e pieno di crudeltà che non le avrebbe mai permesso di essere buona.
Mio nonno si avvicinò a me e mi avvolse in un caldo abbraccio, uno di quegli abbracci che non avrei mai più dimenticato.
Sentivo tutto il bene, il calore e l'amore che ci legava come nonno e nipote, eravamo riusciti a creare in poco tempo un rapporto meraviglioso.
"Tesoro, se non dovessi tornare, voglio che se nasce maschietto questa bella creatura che custodisci al sicuro dentro di te, tu possa chiamarlo come me." disse con quella sua voce calda ma allo stesso tempo decisa e dura.
I miei occhi si bagnarono e subito dopo le mie guance fino al collo, lo strinsi ancor di più a me.
"Se non torni, ti raggiungo io." dissi senza neanche pensarci due volte."Tu devi crescere la tua famiglia, devi amare tuo marito e quella bella creatura." disse guardandomi e notai la sua emozione.
Mi accasciai a terra in preda alla disperazione, urlai con tutta la mia forza, urlai e urlai.
Urla strazianti di dolore, urla che avevo sempre soffocato sin da bambina, da adolescente.
Tutti quei dolori interni nascosti, quelle scene violente davanti ai miei tra quella donna che era mia madre e mio padre, ormai morto.
Non mi ero resa conto di quanto stessi urlando finché l'uomo che amavo più della mia vita mi raggiunse accasciandosi accanto a me a terra.
Riuscì a calmarmi sì, tra le sue braccia era tutta più bello, come se fosse in grado di cancellare tutte le cose brutte marchiate dentro di me.
Lei rimase lì a fissarmi come una statua, senza battere ciglio, nessuna reazione, nessuna preoccupazione, nessuna empatia, nessun bene.
Niente di niente.
Era questo che diceva molto di quella donna, descriverla come schifo era troppo riduttivo e gentile, non meritava alcuna descrizione.
Ad un certo punto vidi Colin scattare verso di lei, la afferrò dal polso, si vedeva che la stava stringendo molto forte e la trascinò con forza dall'altro lato di quella terrazza.
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Jane...Jane Fox
RomanceJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️