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JANE

"Perché urlavate?" mi chiese Rivera sedendosi di fronte alla mia scrivania.

Rimasi in piedi e mi accesi un altra sigaretta. "Nulla di importante." risposi mentre tiravo.

Mi girai verso la vetrata guardando verso il basso per poi dire senza girarmi: "Alexander...trova un altro modo ma non posso permettermi un altro matrimonio."

Calò il silenzio, mi girai verso di lui che guardava un punto fisso nel nulla.

"Alexander." dissi.

"Ho sentito." disse alzando lo sguardo su di me.
Si alzò avvicinandosi e premette la mia schiena contro la parete: "Ti ho già detto quello che farò se non otterrò un matrimonio." disse freddo.

"Perché vuoi sposarmi." gli dissi fissandolo.

"Perché voglio te nella mia vita." disse sicuro.

"Questo è quello che vuoi tu." dissi irritata.

"Lo vorrai anche tu, vedrai." disse staccandosi e uscendo dal mio ufficio chiudendo la porta.

Spensi la sigaretta nel posacenere e avevo un terribile mal di testa.

Presi una medicina dalla borsa e la misi in bicchiere d'acqua, bevvi tutto.

Pian piano che le ore passavano, tra conferenze, lavoro e firme, il mal di testa scomparve.

Quel giorno ero andata in ufficio con un vestitino nero corto aderente, tacchi a spillo neri e un cappotto di pelle nero, ero pronta per andare a bere qualcosa, erano circa le 20:30.

Mi alzai e mi misi il cappotto, presi la borsa ed andai verso l'ascensore.

Passando nel corridoio mi accorsi che l'ufficio di Rivera era vuoto, meglio così.

Scesi giù ed uscii fuori ma un auto sul marciapiede mi fece i fari alti.

I paparazzi iniziarono a inseguirmi, era la Bentley di Rivera, andai verso l'auto ed entrai.

"Ho anch'io un auto." dissi apatica con tono stanco.

"La Bentley è la Bentley." disse.

Lo ignorai e nel tragitto iniziò a squillare
il mio telefono, lessi il nome: Colin.

Rifiutai la chiamata e mi accesi una sigaretta.

Scendemmo dall'auto, uscimmo dal parcheggio
privato del Fox's e lo vidi proprio lì, poggiato al muro vicino all'entrata con un aria infuriata attorno a lui.

Rivera si girò verso di me alzando un sopracciglio.

"Entra, io arrivo subito." dissi fumando.

Prima di entrare si scambiarono degli sguardi
di sfida, poi ci guardammo e si vedeva che
molto molto incazzato.

"Cosa cazzo hai fatto in questi tre mesi?!" disse con tono un po' alto.

"Ho avuto da fare." risposi.

"Guardami negli occhi e dimmi che non vuoi
sposarlo davvero." disse incazzato.

Lo guardai in silenzio, distolsi lo sguardo e gettai a terra la cicca.

Quel silenzio venne sostituito dalle sue urla furibonde: "Vuoi parlare cazzo?!"

"Jacqueline sta male per te! Che razza di problemi
hai?!" urlò come un pazzo.

"Buona serata Colin." dissi dirigendomi verso l'entrata.

Mi afferrò dal braccio tirandomi
verso di lui: "Dimmelo." disse fissandomi.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora