JANE
Lo vidi uscire dalla stanza e man mano che raggiungevo il mio bagno privato all'interno della mia stanza, mi spogliai completamente.
Mi legai i capelli con una pinza e aprii l'acqua calda della vasca, entrai all'interno mettendo molto bagnoschiuma creando così molta schiuma.
Quell'uomo sapeva leggere i miei momenti deboli, per me era solo sesso e niente di più, non mi importava particolarmente di lui.
Uscii dalla vasca mi misi l'accappatoio, uscii dal bagno ed entrai nella mia cabina armadio, misi un tailleur nero con tacchi a spillo neri, un total black.
Mi sciolsi i capelli e scesi al piano di sotto.
Lo trovai seduto vicino alla domestica a fissarla a parlare.
Schioccai le dita irritata attirando l'attenzione, feci segno alla domestica di filare via squadrandola dalla testa ai piedi e lei subito fuggì via a sbrigare faccende domestiche.
"Andiamo." dissi senza guardarlo negli occhi e uscendo dall'ingresso principale.
Entrammo nell'auto del mio autista: "Vai al capannone." dissi e mi accesi una sigaretta.
Aprii la borsa e presi la pistola, o la va o la spacca.
Squillò il telefono di Rivera, fece un leggere ghigno e sorrise: "sag mir mein liebe." (dimmi mia cara) disse parlando al telefono.Mi girai guardandolo, capivo molto bene il tedesco. "Schon gut, ich will die zweite ladung kokain." (Va tutto bene, voglio il secondo carico di cocaina).
Attaccò la chiamata e dissi: "Kokser." (cocainomane) gli dissi fissandolo. Si girò: "Mh adesso parli anche tedesco?"
L'autista parcheggiò, scendemmo ed entrammo nel cancello scavalcandolo.
Entrammo nel capannone ed erano pieno di guardie a sorvegliare John.
Mi vide si mise a ridere: "Ancora tu? Avevamo un accordo."
"Non dipende da me." dissi guardandolo.
Cambiò faccia: "E da chi dipende, dal coglione che hai vicino?" fece cenno a Rivera.Rivera si avvicinò a lui: "Io ti avrei già ucciso da tempo, non dipende neanche da me."
Dissi guardando le guardie: "Fuori."
"Il capo ha dato l'ordine di non lasciare il perimetro di questa stanza." disse uno di loro.
Caricai la pistola puntandola a uno di loro: "Fuori." ripetetti con tono di voce freddo.
Uscirono fuori senza obiettare chiudendo la grande porta. "Abbiamo una cazzo di figlia." disse John guardandomi, Rivera si girò verso di me e io distolsi lo sguardo.
Mi misi davanti a lui e mi abbassai poggiando le mani suoi bracci della poltrona sulla quale era seduto lui.
"Che ha da ridere quel coglione?"
"Non lo so." dissi guardandolo negli occhi, non glie l'avrei mai detto. "Non lo sai vero?" disse Rivera per poi continuare: "Che aspetti ad ucciderlo?"
John distolse lo sguardo da me e gli dissi con tono fermo: "Guardami."
Rimase con gli occhi che vagavano ovunque tranne che su di me: "Guardami John."
Si girò e mi guardò: "Sbrigati e risparmiami la fatica."
Mi misi dietro la sua poltrona puntando l'arma alla sua testa. Guardai Rivera che fece cenno di premere il grilletto.
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Jane...Jane Fox
RomanceJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️