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                                  RIVERA

"Andiamo nel salone."

Si alzò e camminò dietro di me, non sentivo altro se non i suoi tacchi a spillo rimbombare sul marmo.

Entrammo nel salone illuminato solo dalla luce che entrava, mi accomodai su una delle poltrone disposte e lei si sedette su una poltrona difronte alla mia.

"Noi partiremo stanotte alle tre, andremo nel mio aeroporto privato, arriveremo lì cinque ore dopo quindi alle ore otto del mattino.

Alloggeremo in un hotel scelto da me e solo la sera atterreremo sulla sua isola."

"E tu quando lo chiamerai per un accordo?"
"Fra poche ore" risposi

"Tra le tante donne ci sarai anche tu, farò mettere a tutte delle maschere, segui il mio piano e vedrai che andrà bene."

"Voglio dell'alcool." mi disse alzandosi e avvicinandosi alla mia poltrona, mi alzai ritrovandomi faccia a faccia con lei.

La portai nell'area bar, più una stanza divertimento con alcool, un biliardo, dei pali per lap dance e divani.

La vidi andare dietro al bancone e prese della tequila e riempì un bicchiere fino all'orlo.

La guardai, in tutta la sua sensualità, mi tolsi la giacca rimanendo in camicia.

Vidi che mi guardava mentre beveva, mi alzai e mi versai dello champagne in un calice.
Mi sedetti accanto a lei su uno dei tanti divanetti.

Aveva quasi finito il bicchiere precedentemente pienissimo di tequila, presi la bottiglia e glie ne versai altro.

Misi della musica vintage che si sentiva solo in
questa stanza piena di casse.
Iniziò a canticchiare una canzone mentre beveva.

"Mmhh mi gira tutto." disse mentre accavallava le gambe e si accendeva una sigaretta.

"Beh hai bevuto due bicchieri grandi pieni di tequila, mi sembra il minimo." risposi io

"Forza balliamo." disse mentre si alzava a fatica e poggiò una mano sulla mia gamba.

"Non ballo." risposi
"Alzati." mi disse guardandomi seria

Mi alzai e sulle note de La Isla Bonita di Madonna la afferrai dal bacino e la avvicinai a me.

Mi mise le sue mani attorno al mio collo muovendosi insieme a me.

"Mh sono ubriaca?" mi chiese ridendo
"Sei molto ubriaca" risposi.

Si avvicinò al mio viso e poggiò le sue labbra sulle mie con voracità.

Iniziò a baciarmi mordendomi, con le mie mani scesi verso il basso mettendo la mano dentro il suo pantalone.

Mi afferrò la mano e mi spinse sul divano seduto.
Si mise sopra di me a cavalcioni strappandomi la camicia.

Logan non si era sbagliato, era bipolare e aggressiva, molto violenta.

La tirai prendendola dal collo: "Sei ubriaca."
Sorrise in modo arrogante: "Pensi che mi importi?" disse mentre mi slacciava la cinta e sbottonava il mio pantalone dove la mia erezione era pronta a esplodere.

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                                  JANE

"Vai a dormire illuso." gli dissi alzandomi da sopra lui e mi abbottonai il pantalone del tailleur.

Era così soddisfacente illuderli per poi lasciarli lì, ma non avevo messo in conto che Rivera non sarebbe rimasto lì fermo, avevo più alcool che cervello in quel momento.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora