Jane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende.
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La mattina dopo ero in piedi, stavo prendendo degli antidolorifici nel caso sentissi del bruciore.
Certo avevo i punti ma tutto sommato stavo bene.
Camminai verso il palazzo di mio padre, dove c'erano tutti i suoi appartamenti.
Era in un altra parte lussuosa di NYC.
Le guardie mi aprirono le grandi porte del palazzo ed entrai.
Presi l'ascensore ed arrivai all'ultimo piano.
Mi aveva chiesto di andare da lui.
Uscii e un addetto mi aprì la porta, entrai.
Era un gran bel posto, moderno e spazioso.
Sapevo che avesse una villa ma pensavo vivesse lì.
Entrai nel salone e camminò verso di me.
"Come stai?" mi chiese abbracciandomi.
Ricambiai l'abbraccio: "Sto bene."
Ci sedemmo sul divano vicini, mi prese la mano e la strinse con la sua.
"Jane, tu non arrivi a tanto se non ami una persona, mi sbaglio?"
"L'ho amato e probabilmente continuo a farlo."
Intrecciai le mie dita con le sue e continuai.
"Quella donna mi ha detto che la loro relazione durava da un anno, in quell'anno lui è stato anche con me."
"Alexander è un uomo ambiguo, penso tu lo sappia meglio di me ma l'importante è che tu stia bene." disse avvolgendomi tra le sue braccia.
Poggiai il capo sul suo petto.
"Sarei dovuta partire oggi, ma ho disdetto tutto."
Non ero in vena, quel viaggio avrei voluto godermelo a pieno.
"Dove saresti partita?"
"Maldive." risposi.
"Beh quando starai meglio ci andrai, ti farebbe bene un po' di relax."
Accarezzò i miei capelli con una mano, e l'altra rimase intrecciata con la mia.
"Ho detto ad Alexander di non entrare nei miei territori finché non avrà capito il suo errore, lo conosco da anni e fidati, che lo capirà anche se tardi."