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                                     JANE

Guidai fino all'edificio, entrai velocemente nel parcheggio sotterraneo, parcheggiai ed a passo veloce salimmo fino ai piani alti con l'ascensore.

Entrammo nella sala riunioni e in modo calmo, rilassato e allo stesso tempo freddo dissi: "Abbiamo avuto un contrattempo, la vostra ex collega Vaneissah non voleva abbandonare l'edificio e..-" e subito Rivera mi interruppe: "Sentiamo queste proposte."

Lo guardai fissandolo e mi sedetti accavallando le gambe mentre il primo direttore prese la parola:
"Sono stato personalmente contattato da brand molto importanti a livello mondiale per una collaborazione ed avere uno scambio di pubblicità."

Lo guardai sorpresa ma mantenendo sempre quell'aurea fredda su di me: "La prima persona che dice qualcosa di sensato da mesi."

"Le manderò i dettagli." disse lui soddisfatto e sicuro di sé, un bel tipo.

Lo squadrai dai pettorali fino al suo collo per poi puntare i miei occhi nei suoi, Rivera si alzò nervosamente sbattendo la sedia facendomi tornare in me: "Altre proposte?!" disse nervosamente.

"Io avevo pensato di..." la interruppi subito: "Basta così per oggi, andate tutti a casa."

Mi alzai uscendo dalla sala lasciandoli tutti a bocca aperta, mi girai e vidi Alexander avvicinarsi a un altra stagista, entrai nel mio ufficio sbattendo la porta.

Presi il telefono e richiamai Logan, non rispose ma continuai a chiamarlo.

Dopo quattro squilli finalmente la chiamata emise un suono di entrata: "Dimmi." disse Logan

"Aumenterò il tuo stipendio." dissi scocciata
"Non mi importa dei tuoi soldi di merda."

Alzai il tono della voce di molto iniziando ad innervosirmi: "Cosa cazzo vuoi allora?!"

"Quel pezzo di merda devi licenziarlo!" urlò lui.

"Ti sto chiedendo di tornare qui Logan!"

In quel momento entrò Rivera in ufficio, sicuramente dopo aver sentito il nome dell'uomo che più gli stava antipatico.
"Non rientrerò!" rispose attaccando la chiamata.

Mi girai e poggiai il telefono sulla scrivania, mi sedetti sulla mia poltrona e poggiai completamente la schiena esausta: "Ho bisogno di alcool." dissi guardandolo.

"Stasera ci andremo." mi disse freddo.
"Bene." mi alzai prendendo borsa e telefono e subito mi disse con tono spazientito: "Dove vai?!"

"A pranzo fuori." risposi uscendo dal mio ufficio e mi diressi verso l'ascensore, ci entrai e premetti il pulsante per i parcheggi giù.

Camminai verso la macchina, entrai, misi in moto ed uscii accelerando a tutto gas.

Guidai per circa dieci minuti con una sigaretta tra le dita finché non decisi di parcheggiare di fronte al ristorante di Colin, quel menefreghista del cazzo che non si era minimamente scomodato per la mia assenza.

Scesi dall'auto ed entrai nel ristorante, mi guardai intorno ma lui non c'era, mi sedetti ad un tavolo all'angolo aspettando la cameriera.

"Cosa gradisce signora?" mi chiese.
"Vino bianco francese, il solito." risposi fissandola

Lo vidi uscire dalla zona privata, affascinante come sempre, jeans nero, maglione nero aderente che lasciava poco all'immaginazione e un mocassino nero di classe.

I nostri occhi si incrociarono, non volevo capirlo, non volevo ammetterlo ma i miei battiti iniziarono ad accelerare sempre di più ad ogni passo che faceva per raggiungermi al mio tavolo.

"Sei resuscitata?" mi chiese sedendosi vicino a me con tono preoccupato ma allo stesso tempo antipatico.

"Non sono mai morta." risposi guardandolo.

Ci guardammo per qualche secondo senza dire nulla, gli misi una mano dietro la sua nuca, questo gesto lo facevo sempre quando eravamo una coppia.

Si accese una sigaretta, tolsi la mia mano dalla sua nuca e bevvi il vino che mi aveva appena portato la cameriera.

Presi il calice, la borsa: "Devo parlarti." dissi.
Si alzò e lo seguii fino al suo ufficio entrando nella zona privata del locale.

Entrammo nel suo ufficio e chiusi la porta a chiave, chiusi le tende mentre lui si sedette sulla sua poltrona.

Mi avvicinai a lui con il calice in una mano, mi misi a cavalcioni su di lui: "Jane no." disse con tono serio.

Bevvi l'ultimo sorso di vino ignorandolo e poggiai il calice alla mia destra sul pavimento.

Mi avvicinai al suo viso mettendogli una mano sul collo, scesi con l'altra mano in basso sui suoi jeans, iniziai a toccarlo muovendo la mano su e giù.

"Togli quella cazzo di mano." mi disse afferrandomi dal polso e togliendomi la mano.

Strinsi la presa sul suo collo finché non lo fece anche lui: "Non scoperemo di nuovo."

"Perché mai no?" dissi mentre teneva stretto il mio collo. "Perché adesso ho una donna e diventerò padre."

Dopo quella frase sentii tutta la carica interiore, i sentimenti che non avrei mai ammesso di provare per lui, crollare uno ad uno.

Lo guardai impassibile, non feci trapelare alcun tipo di emozione ma lui mi conosceva bene, potevo anche aver preso il Nobel.

Gli tolsi la mano dal mio collo, mi alzai, afferrai la borsa e uscii sbattendo la porta.

Mi diressi al bagno e mi chiusi all'interno, mi appoggiai al muro fissando il soffitto per poi socchiudere gli occhi guardando un punto fisso.

Avevo dimenticato per una vita un dettaglio e proprio quel dettaglio avrebbe potuto sconvolgere la vita di Colin, di mia figlia e di John in un nano secondo. Avrebbe potuto scatenare uno tsunami.

Mi misi gli occhiali da sole ed uscii dai bagni, attraversai le varie sale del ristorante ed uscii fuori finalmente, quando mi sentii afferrare un braccio.

Mi girai e c'era Colin, mi vennero gli occhi lucidi ad immaginarlo con un altra donna e addirittura un figlio.

"Quel bambino sai bene che avrei voluto averlo con te, sai bene quanto ti ho amata, quanto ti ho voluta e quanto volevo sposarti."

Sfilai il mio braccio dalla sua presa e lui continuò: "Non ce la fai proprio a vedermi felice?"
"Devo andare." dissi freddamente.

"Stasera festeggerò al Fox's Hotel per festeggiare una mia nuova apertura."

"Avevo in programma di andarci, non verrò di certo per te." dissi girandomi e andando verso la macchina.

Entrai, misi in moto e mi allontanai da quel posto, non solo stava con una ma la cosa era così importante tanto da scegliere di farci un figlio.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora