JANEScendemmo dalla macchina e dalla Bentley dietro alla nostra scesero le nostre rispettive guardie che ci affiancavano per arrivare in chiesa.
Durante il tragitto sentii di tutto, dalle frasi più belle a quelle più fastidiose ma a me poco importava di pareri altrui, sia positivi che non.
Entrammo nella chiesa che era piena zeppa di persone mai viste in vita mia ma che conoscevano John a quanto pare.
Vidi gente che era costretta a rimanere in piedi, tutta la chiesa si girò verso di noi, ed io con la mia camminata esuberante e rumorosa per via degli stivali alti con i tacchi a spillo portavo quell'armonia tagliente in quella chiesa seguita da Rivera.
C'era una panca in prima fila riservata per noi, la bara era al centro del grande palco chiusa piena di fiori sopra, ci sedemmo e il prete iniziò la messa.
Fu l'ora più punga ed interminabile della mia vita, al fine della messa ci alzammo e le persone cercavano di avvicinarsi a me e ad Alexander, prontamente le guardie ci scortarono portandoci fuori.
Io e Rivera ci accendemmo una sigaretta fuori dalle chiesa, proprio sugli scalini con le guardie sempre accanto ed intorno a noi.
"Se vuoi rispondere a delle domande puoi farlo." gli dissi guardandolo. "Pensi abbia bisogno del tuo consenso?" mi disse spiritoso.
"Assolutamente." risposi.Gli feci segno di avvicinarsi alle transenne dove dietro c'erano giornalisti e fotografi.
Ci avvicinammo e dissi: "Solo qualche domanda."
"Grazie Signora Fox." dissero tutti quasi in coro.Iniziarono tutti in coro a fare domande a raffica: "Uno per volta o mi giro e me ne vado." dissi con il mio solito modo di fare glaciale.
Una giornalista mi chiese: "Come sta dopo questa perdita?" Risposi senza fare lunghe attese: "La vita è piena di sorprese, un duro colpo sì ma non tutti i mali vengono per nuocere." risposi cercando di non far trasparire alcune possibile emozione o senso di colpa.
Un giornalista proseguì chiedendo a Rivera: "Sono vere le speculazioni uscite giorni fa su te e la Fox?"
Alexander si girò con fare sfacciato: "Tornatene a casa e cerca di trovare un metodo migliore per poter fare questo lavoro."
Mi afferrò da dietro la schiena portandomi via da lì, le nostre guardie ci scortarono fino alla macchina, entrammo e Rivera mise in moto facendo inversione e accelerò.
"Sei stato stronzo sai?" dissi mentre mi toglievo gli occhiali da sole e lo guardai compiaciuta.
"Era il minimo che potessi fare in pubblico." rispose lui intento a guidare.
Mi squillò il telefono, era un numero sconosciuto, risposi: "Pronto."
"Signora Fox scusi il disturbo e il momento poco appropriato ma ci sono offerte imperdibili per molti attici nella zona che lei preferisce. Ora è impegnata?"
"No, mandami la posizione e arriverò." dissi attaccando. "Cosa?"mi chiese Rivera.
"Verrai con me a vedere gli attici." gli dissi."L'attico è scomodo." disse lui poco d'accordo.
Misi la posizione al telefono e glie lo diedi in modo che potesse seguire le indicazioni liberamente.
Ci addentrammo nella zona e ci fermammo ai piedi di un enorme grattacielo. Parcheggiammo e scendemmo entrando nell'edificio super moderno.
Intravidi due ragazze dell'agenzia immobiliare, ci avvicinammo e mi girai subito verso Rivera che le fissava squadrandole dalla testa ai piedi.
"Salve." disse prima una. "Prego entriamo." disse la seconda che era un po' più vivace.
Prendemmo subito l'ascensore situato all'interno dell'edificio molto moderno e silenzioso.
Aspettammo qualche minuto finché l'ascensore non si aprì, entrammo in uno spiazzale molto illuminato con una grande porta d'ingresso nera.
"Questa è una zona ovviamente sua privata, a questo spiazzale non potrà accedere nessuno poiché delle guardie saranno onnipresenti." disse la prima agente.
La guardai con approvazione ed entrammo all'interno sorpassando il grande portone nero super moderno.
Entrammo in un ampio corridoio, per poi vedere il grande salone pieno di vetrate sul soffitto e ai lati dell'abitazione.
"L'attico è formato da sei camere da letto, quattro bagni, due cucine, tre cabine armadio, due studi, tre giardini intorno all'attico con due piscine più una sauna."
"Interessante, molto interessante." disse Rivera camminando per il soggiorno vuoto. Li lasciai tutti e tre dentro ed uscii fuori osservando i vari ambienti esterni.
Rientrai dentro: "La prendo." dissi guardando le due agenti.
"Non vuole vedere altri attici?" mi chiese una.
"No." risposi guardandola dalla testa ai piedi.
"Bene, le invierò tutto." disse la seconda agente.Le salutammo e io e Rivera entrammo nell'ascensore da soli. "Mh che ne pensi?" gli chiesi. "È molto bello ma le ville sono la miglior cosa." mi rispose lui.
Scendemmo e uscimmo dall'edificio, entrammo nell'auto del mio autista e comunicai di portarci in azienda.
Nel tragitto cercai di essere forte, si lo ero, ma l'immagine di lui con la testa in avanti e il sangue sulle mie mani non riusciva ad andar via.
Non riuscivo a dimenticare quei particolari, quello sparo e il rumore dell'arma che mi cadeva delle mani, rendevano tutto più complicato.
Poggiai la testa al sedile guardando fuori dal finestrino e osservai le vie trafficate di New York.
"Jane." mi disse Rivera spezzando il silenzio, mi girai verso di lui. "Dov'è Jacqueline?" mi chiese.
Mentre mi rigirai verso il finestrino risposi: "Non lo so." La macchina si fermò e scendemmo entrando in fretta nell'edificio.
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Jane...Jane Fox
RomantizmJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️