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JANE

Tornai a casa e pranzai da sola. La solitudine era quell'amica immaginaria che mi aveva sempre accompagnata nella mia vita.

La solitudine mi faceva riflettere sulla mia vita, su quello che avrei dovuto e non dovuto fare.

Rimasi molto tempo a fissare il centrotavola di fronte a me, pensando a tutto quello che era successo in quei mesi.

Pensai a che madre terribile ero ed ero stata anche in passato, mai un attenzione o un occhio in più, mai una carezza o un abbraccio dal nulla anche senza un determinato motivo.

Presi il telefono poggiato sul tavolo e chiamai mia figlia.

Sorprendentemente rispose solo dopo pochi squilli: "Cosa cazzo vuoi?" esordì lei.

"Dove sei?!" chiesi innervosita.

"Non sono affari tuoi, sto bene." disse lei attaccando la telefonata, mi alzai incazzata:

"Fanculo." dissi uscendo dalla sala da pranzo.

Andai di sopra nella cabina armadio e iniziai a frugare i miei capi in cerca di qualcosa da
mettermi per andare al Fox's quella sera.

Presi un vestito e lo appesi su un grande mobile accanto alla cabina armadio, scelsi dei tacchi a spillo neri Yves Saint Laurent e la borsa dello stesso marchio.

Mi accesi una sigaretta e scesi al piano di sotto, mi sedetti sul divano e in quel preciso istante suonarono il campanello e la domestica aprì.

Entrò Logan e la domestica chiuse la porta.
Lo squadrai dalla testa ai piedi: "Alla buon ora." dissi con fare sarcastico.

Si sedette sul divano di fronte al mio, si prese qualche secondo per guardarmi per poi prendere la parola fissandomi dritto negli occhi con un fare sicuro che da come lo ricordavo non aveva mai adottato con me.

"Se lui non va via, io non rientro. Rimango fermo sulla mia decisione." disse sistemandosi sulla poltrona.

"Lui non andrà via, passa domani in ufficio per il licenziamento." dissi freddamente.

Ci guardammo, lui distolse lo sguardo, si alzò e andò via. Lo vidi uscire dalla porta d'ingresso con quell'amarezza accompagnata dalla sconfitta.

Rivera mi serviva in quel posto, faceva copertine, contratti facili con buon denaro e Logan era bravo nel suo lavoro ma Alexander possedeva quel carisma in più.

Mi venne in mente la scena di Alexander sul mio corpo, le sue mani sul mio corpo e di quella notte. Era affascinante, estremamente affascinante e ci sapeva fare.

Le 19 si avvicinavano e prima di andare al Fox's dovevo passare in azienda per ultimare dei documenti che nel weekend non avevo fatto.

Salii al piano di sopra ed entrai nella cabina armadio, mi misi il vestito scelto in precedenza e misi i tacchi a spillo.

Era un vestito molto provocante, soprattutto su di me, andai in bagno, mi sistemai i capelli e ricalcai il trucco in modo più marcato

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Era un vestito molto provocante, soprattutto su di me, andai in bagno, mi sistemai i capelli e ricalcai il trucco in modo più marcato.

Presi la borsa e decisi di non mettere il cappotto, con quel vestito non avrebbe avuto senso coprirmi, potevo permettermelo.

Scesi al piano di sotto uscendo all'esterno ed entrai nella mia Ferrari.

Misi in moto e attraversai il viale accelerando per poi uscire dal cancello.

Mi diressi verso l'azienda.

Durante il tragitto mi fotografavano in continuazione, macchine e passanti. Vidi i paparazzi appostati all'esterno così entrai nel parcheggio sotterraneo privato.

Scesi dalla macchina, l'azienda era chiusa ma la macchina di Rivera era proprio parcheggiata in fondo all'angolo.

Era strana come cosa, entrai nell'ascensore e attesi qualche minuto finché non arrivò ai piano alti.

Mi accesi una sigaretta nel mentre ed uscii fuori.

Attraversai il corridoio finché non sentii dei gemiti femminili e la ragazza in questione urlava anche: "Chiamami Jane! Jane Fox!" mentre gemeva nel mentre.

"Interessante." dissi sussurrando con un sorriso saccente, mi avvicinai all'ufficio con la porta chiusa.

Bussai dando pugni molto forti alla porta, i gemiti sparirono e sentii solo tanti rumori.

Aprii la porta spalancandola, vidi Rivera poggiato alla scrivania tutto sistemato con qualche ciuffo ribelle che cadeva sulla sua fronte.

Lo vidi fissarmi dalla testa ai piedi e poi mi soffermai su questa ragazzetta bionda da pochi soldi, entrai nella stanza e con tono freddo e intimidatorio dissi guardandola: "Lavori qui?"

"No signora." disse lui indietreggiando.
"Chiamami Jane Fox." dissi imitandola con un sorrisetto, la afferrai dal collo sbattendola al muro dietro di lei. "Jane." disse Rivera dietro di me.

"Vattene o ti ammazzo." dissi alla ragazza che prese la sua borsa dalla scrivania iniziando a correre fuori.

Stavo per uscire dalla stanza quando lui mi prese dal polso e urlai immediatamente: "Non toccarmi!"

Sfilai il polso dalla sua presa: "Ti do una settimana per organizzare il tuo licenziamento." dissi fissandolo.

Non lo avrei licenziato, era solo per vedere che reazione avrebbe avuto. Mi guardò ridendo: "Mi licenzi Fox?" disse lui.

Lo afferrai del collo facendolo indietreggiare fino a farlo sedere sulla poltrona. "Portane un altra qui e ti rovino." dissi fissandolo.

Mi afferrò dalle gambe mettendomi a cavalcioni sopra di lui.

Mi rialzai sistemandomi il vestito: "Tra me e te, solo un rapporto professionale." dissi uscendo e sbattendo la porta.

Era ormai tardi per occuparmi di documenti, conoscendo Colin era già al locale.

Uscii dall'ascensore e mi diressi alla mia auto, entrai e misi in moto accelerando per evitare paparazzi.

Scopare nel mio edificio, porco che non era altro.

Parcheggiai nel parcheggio privato difronte al Fox's.

Scesi dall'auto prendendo la borsa e diedi le chiavi al parcheggiatore.

Attraversai la strada trafficata mentre le persone mi fotografavano ed entrai nel locale.

C'era musica alta e gente che ballava già ubriaca.

Vidi una tavolata lunga, era sicuramente per la cena aziendale, spostai il mio sguardo a destra e c'era un tavolo nell'angolo dove Colin era seduto.

Mentre camminavo Adrian mi chiamò facendomi girare: "Se Rivera ti vede con lui succederà il delirio." disse lui.

Lo ignorai, mi rigirai e mi sedetti di fronte a lui: "Buonasera." dissi poggiando la borsa.
"Buonasera" rispose Colin.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora