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Beh il mio piano stava funzionando bene, ci eravamo rivisti e non nego che non mi aspettavo quella reazione da parte sua.
Mi ha fatto un certo effetto rivederla, ricordi e notti passate insieme, è rimasta bella.
Bella come la ricordavo, sensuale e provocante.
Ma non mi lascerò offuscare da questo.Rimasi qualche altro minuto dentro e poi entrai.
Le donne iniziarono a fissarmi, ne ho sempre avute tanto e ho sempre tradito tutte.
Tutte tranne lei.La vidi insieme a quello che sarebbe diventato suo marito, erano vicini seduti al tavolo e bevevano.
Mi sedetti ad un tavolo piccolo vuoto situato due tavoli indietro al suo. Mi accesi una sigaretta e richiamai l'attenzione di un cameriere chiedendo del vino bianco francese.
La guardavo, e tanto.
Finii la mia sigaretta e bevvi il mio vino.Vidi Rivera salutarla e uscire da un altra uscita del locale, tutto già programmato da me.
Si guardò intorno e mi guardò facendo poi finta di non avermi visto. Sorrisi e mi alzai portando con me il mio calice e la bottiglia.
Mi sedetti sulla sedia che aveva appena lasciato Alexander Rivera e lei mi fissò in malo modo.
"Colin come sta?" chiesi provocatoriamente.
"Sta bene." disse con tono fredda.Guardai quegli occhi dalle mille sfumature agghiaccianti, il resto del suo viso spigoloso, quel naso perfetto e quelle labbra carnose e perfette.
"Devi andartene, George." mi disse.
Sorrisi divertito per la sua convinzione.Mi girai e vidi entrare Colin, sua figlia e il marito di sua figlia. Sapevo tutto, tutti i componenti.
"Hai invitato proprio tutti eh." dissi sarcastico.
Lei si girò e li vide e notai il modo in cui guardava Colin, il cambiamento del suo sguardo."Buonasera." disse Colin fissando prima me e poi lei. Jacqueline, eccola finalmente.
Sapevo che era sempre stata la figlia di Colin e non di John, ormai deceduto.
Era molto bella e notai la sua gravidanza ed accanto a lei c'era suo marito."Chi è lui?" chiese Colin.
Te lo mostrerei volentieri chi sono."George Clifford" risposi fissandolo con un ghigno di soddisfazione nei miei occhi.
Vidi Jane alzarsi di scatto e uscire fuori.
JANE
La sua presenza mi irritava costantemente, il suo modo di fare, la sua soddisfazione in volto era insopportabile e l'avrei ucciso volentieri.
Non avevo mai parlato a nessuno di lui, mi faceva male l'argomento ma ero comunque andata avanti senza alcun problema.
Pensavo fosse morto in una cazzo di bara invece è vivo e vegeto e propenso soprattutto a portare problemi nella mia vita.
Uscii fuori da lì, dovevo andarmene cazzo.
Fu in quel momento che capii che quello lì sarebbe stato l'incubo della mia vita.Sarebbe diventato un continuo tormento, delle continue paure e ricordi amari, amarissimi.
Mentre attraversavo la strada per raggiungere il parcheggio privato, mi sentii tirare da dietro la nuca e venni sbattuta sulla parete dell'ingresso.
Davanti a me c'era lui, ancora lui.
Questo scatenò in me quei ricordi orribili che avevo di lui, ricordi indelebili."Mi sei mancata così tanto, Jane." disse.
Vidi Colin e Jacqueline precipitarsi fuori e osservavano la scena, Colin mi fece segno di intervenire, con molta attenzione feci segno di no con le dita."Cosa vuoi? Soldi?" chiesi con tono disprezzante.
"Non ne ho bisogno." disse sfoggiando il suo Rolex da migliaia di dollari.Scese con la mano sul mio addome premendo più in fondo con la presa, il mio corpo si irrigidì e i miei occhi diventarono umidi, lucidi, in memoria di quel brutto episodio.
Girai la faccia alla mia destra in modo da non guardarlo, guardai troppo a lungo quella faccia.
"Guardami." urlò forte.
Le sue urla rimbombarono, anche nelle mie orecchie. Chiusi gli occhi per poi riaprirli.Era l'unico uomo in grado di scatenarmi terrore misto ad una rabbia così repressa e profonda da scatenare qualsiasi tipo di uragano.
Vidi Jacqueline raggiungerci, gli feci velocemente segno di no con la mano senza destare sospetti con le mie espressioni facciali.
Aveva già ucciso un bambino ma non avrei permesso che accadesse anche a lei.
Lei ignorò i miei segni e si avvicinò, subito George abbassò lo sguardo sul suo ventre con un sorriso affamato.
Jacqueline incominciò: "George, mia madre ha bisogno di riposo e la accompagnerò personalmente a casa."
Apprezzai il suo gesto, dopo che non ci parlavamo da molto tempo.
"George non toccarla con un dito." dissi aggredendolo e gettandolo a terra con un movimento rapido.
Ciao ragazzi! Spero vi stia piacendo, vi consiglio di leggere la parte 92!
Lì si capisce chi è davvero questo George.Baci💕
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Jane...Jane Fox
RomanceJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️