Jane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende.
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Era quasi sera, la sera dopo.
Dopo quella festa privata dove c'era anche Jane.
Non avevamo ancora avuto modo di parlare così stasera l'avevo invitata da me per confrontarci.
È mia figlia, non un estranea.
Sono un uomo tutto d'un pezzo ma non con il mio stesso sangue, non riesco ad esser crudele come lo è stata lei con sua figlia e mi auguro sia cambiata.
Jacqueline è una ragazza magnifica.
È una bella ragazza e per fortuna non ha ereditato il carattere di sua madre.
Un carattere duro, che nasconde ogni tipo di emozione, freddo e crudele.
Anche sua madre è così ma è cambiata, lo ero anche io ma solo da giovane.
Lei invece è sempre stata sin da bambina, distaccata e con le sue idee da sempre chiare.
Mio fratello, William, le ha fatto da padre e da allora non ho più contatti con lui.
Adesso volevo fare io il padre, anche se tardi.
Amavo notare il modo in cui gli uomini la mangiavano con gli occhi.
Il modo in cui la desideravano e il modo in cui lei faceva perdere la testa.
Sistemai dei documenti per il mio locale facendo qualche telefonata.
Iniziò a squillare ancora il mio cellulare, così risposi subito.
"Nonnino ciao!"disse con quel tono dolce.
"Tesoro mio, dimmi tutto."
"Nonnino il papà non vuole comprarmi un telefono nuovo." disse Liam.
"Parlerò io con il papà ok?" dissi apprensivo.
"Ok, mi manchi nonnino, qui il papà sta sempre a lavorare e la Russia non mi piace!" disse arrabbiato.
"Anche tu mi manchi tesoro, non preoccuparti resterete lì ancora per poco ok?"
"Me lo hai detto anche tanti giorni fa nonno!"
"Tranquillo Liam, stavolta è così ok?"
"Va bene, nonno. Qui in Russia fa molto freddo."
"Mi raccomando non ammalarti amore."
Ci salutammo ed attaccai la telefonata.
Nel corso degli anni avevo avuto altri figli ma poche persone lo sapevano.
Stavolta avrei trovato il coraggio di parlarne con Jane, ma immaginavo già la sua reazione.
In realtà ho sempre cercato di immaginare di dirgli che aveva dei fratelli e delle sorelle.
