JANE
"Vai da Colin e andatevene." dissi velocemente a Jacqueline che si mise velocemente a correre verso di lui attraversando la strada.
George si alzò: "Stai giocando con il fuoco."
Mi scaraventò contro una parete all'interno di quel maledetto parcheggio."Uccidimi forza." dissi provocandolo.
Sapevo che non l'avrebbe fatto ma la pazzia dentro quell'uomo, la sua rabbia e la sua voglia di vendetta mi avevano sempre paralizzata."Ucciderò chi ami." affermò.
A quelle parole mi vennero ancora una volta i brividi, era una frase che conoscevo."Ricordi questa frase?" mi sussurrò all'orecchio.
Distolsi lo sguardo e poggiai la testa contro quella parete, non avevo nient'altro da perdere.Estrasse un con movimento felino una pistola che teneva puntata sulla mia tempia: "Guida fino a casa tua." disse.
Sentivo la mia tempia pulsare contro quel materiale freddo e pungente.
Estrassi le chiavi della mia Ferrari.Tolse l'arma e camminai verso la mia auto con la sua figura dietro di me.
Non capivo perché avesse questa rabbia nei miei confronti quando era stato lui ad andarsene.
Era stato lui ad uccidere una parte di me, era sempre e solo lui.Entrai in auto con la mente piena zeppa di pensieri ed entrò anche lui.
Misi in moto, feci retromarcia e uscii da quel parcheggio accelerando.
Durante il tragitto, senza staccare gli occhi dalla strada dissi: "Cosa vuoi da me?"
Percepivo il suo sorriso criptico anche senza girarmi, dopo un po' sentii il suono di quella voce rauca e dura: "Vendetta."
"Di cosa dovresti vendicarti?"
"Ti amavo, quando quel test risultò negativo alla paternità, quel feto non meritava di vivere."Accostai e frenai in una zona circondata da campi davvero buia che aveva in lontananza un solo lampione.
Girai il volto verso di lui: "Eravamo amanti."
"Sapevi quanto fossi pazzo di te, ci eravamo promessi una vita insieme." disse alzando il tono."George ero sposata e sapevi meglio di me che non..." mi interruppe sempre con un tono di voce abbastanza forte: "Speravo che quel bambino fosse mio ma non ti facevi sbattere solo da me!"
Lo guardai perplessa e lui dopo qualche secondo riprese: "Sono dovuto andare via per dei problemi e la mia mente è sempre rimasta fedele alla tua memoria Jane!" disse urlando.
"Ho sofferto la tua assenza ma non dopo che mi hai strappato quel dannato bambino. Ho dovuto dire a Colin che l'avevo perso." dissi fredda.
Mi guardò e non rispose così ripresi io la parola: "Se vuoi soldi o altro basta chiedere, ma non ti permetterò di avvicinarti a qualcuno che ha contatti con me." dissi incazzata.
Si avvicinò al mio viso e un brivido percorse la mia schiena.
"Volevo una famiglia con te, siamo in tempo."
Mi allontanai e mi afferrò per il collo avvicinando ancora il mio viso al suo: "Guida adesso."Accelerai e dopo un po' di tempo arrivai dinanzi al mio cancello, le guardie aprirono immediatamente ed entrai percorrendo il viale.
Sperai con tutta me stessa che non ci fosse Alexander, di fatti l'auto non era lì.
Parcheggiai e scesi dall'auto assieme a lui.
La mia arma era in cassaforte e arrivarci sarebbe stato difficile, non era stupido.
La domestica aprì il portone ed entrammo dentro.
"Ti fai trattare bene." disse con tono ironico.Poggiai la borsa sul mobile dell'ingresso e feci segno alla domestica di andare via, chiusi io il portone d'ingresso.
Mi guardai attorno mentre lui osservava il grande salone imperiale, e di molto appuntito non c'era nulla.
Si girò verso di me e i brividi iniziarono di nuovo a percorrere il mio corpo velocemente.
Mise le sue mani attorno al mio bacino e mi guardò negli occhi: "Mi pento di quello che ho fatto, ogni giorno della mia vita. Sono venuto qui dall'altra parte del mondo per chiederti scusa."
"Sono qui dopo vent'anni per dirti scusa Jane e per chiederti cosa io possa fare oggi per rimediare." disse ancora.
Sorrisi arrogante e furibonda.
Avevo perso un figlio sì, non lo avevo perso ma lo aveva ammazzato lui.Si il dolore c'era ma avevo dimenticato, ero tossica, forse psicopatica, il dolore ogni tanto riaffiorava ma mi ero rassegnata a quel dolore.
La cosa che mi terrorizzava di più erano le sue mani sul corpo, quelle stesse mani che erano su di me quel giorno.
"Rimedierai non toccando nessuno che abbia contatti con me." dissi allontanandomi da lui, odiavo la sua vicinanza al mio corpo.
"Bene." disse con fare sintetico.
"In cambio sarò un socio della Fox introducendo la mia azienda." disse soddisfatto.La sua azienda???
"Jack Clifford non ti dice niente?"Jack era il suo secondo nome e la Clifford era terza potenza mondiale, io ero prima.
Non immaginavo possedesse una tale azienda.Lo guardai ma stavolta senza mostrare segni di sorpresa sul mio volto: "Accetto." dissi.
In quel momento entrò Alexander.
![](https://img.wattpad.com/cover/356519594-288-k14054.jpg)
STAI LEGGENDO
Jane...Jane Fox
RomanceJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️