Jane...Jane Fox

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ALEXANDER

Tenevo quella donna stretta a me.

Era bella, ma mai quanto la donna che amavo.

Non mi piaceva veramente, era solo un metodo da quindicenne per tentare di ottenere una reazione.

Avevo dato qualche svista e in un momento stava guardando con un certo interesse.

Sapevo riconoscere quando si era data molto da fare con la tequila ed era la serata perfetta.

Più la guardavo e più mi rendevo conto di quanto l'amassi.

Ma ritornare sarebbe stato dannoso, solo per lei.

Costringevo me stesso a guardarla il meno possibile, di non passarle vicino per sentire quelle sensazioni che attanagliavano il mio corpo.

Ma lei era mia, amavo quel cazzo di essere.

La donna che tenevo stretta a me, Klaudia, si girò verso di me poggiando le sue labbra contro le mie.

Ricambiai con freddezza quel bacio, perché non era il bacio focoso e affamato a cui ero abituato.

Mi staccai, ero infastidito e incazzato.

"Vattene Klaudia." le dissi.

"Ma cos'hai?" mi chiese stranita.

"Ho detto vattene!" urlai alzando il tono.

Prese la borsa e si avviò con il magone verso le scale d'emergenza.

"Adrian!" urlai facendolo avvicinare.

"Tutto ok?"

Mi chiese dandomi una pacca sulla spalla.

"Falle preparare un caffè, fa' come ti dico."

Annuii senza controbattere ma vedevo che c'era qualcosa che non lo convinceva.

Con il caffè le sarebbe passata quella sbronza momentanea, avevo bisogno di parlarle.

Mi accesi una sigaretta e la vidi in piedi parlare con Adrian, gli mise una mano sul suo braccio.

Non mi piaceva il modo malato con cui lo guardavo, forse ero geloso e possessivo ma sapevo riconoscere il suo essere.

Riconoscevo quando era attratta da qualcuno.

Osservai quel suo fare felino e predatore, quella mano che vagava sul suo braccio.

Stavo impazzendo.

Adrian prese il caffè dal cameriere e glie lo diede a Jane.

La osservai bere, lui era sempre vicino a lei, stavano parlando di qualcosa.

Si leccò le labbra con voracità.

Lo bevve tutto d'un sorso, camminai verso di loro, avevo i nervi che sarebbero esplosi.