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JANE

Guardai George di fronte a me intento a firmare il contratto e nel frattempo mi sedetti sulla mia sedia e mi accesi una sigaretta.

Fissai un punto fisso, la mia mente stava viaggiando per conto suo.
Se stasera avessi avuto la conferma del tradimento l'avrei mollato immediatamente.

Non mi importava.

"Jane ti sto parlando!" disse George.
"Mh dimmi." dissi prestandogli attenzione.
"Ho firmato e vedremo come andrà quest'alleanza collaborativa." disse lui fissandomi.

Ignorai il suo commento: "Vai da Alec, lui saprà indicarti l'ufficio giusto." dissi iniziando ad accendere il mio pc.

Si alzò, si girò a guardarmi dalla testa ai piedi ed uscì dal mio ufficio con quel fare disinvolto.

Lo guardai andare via e poggiai la schiena alla sedia molto lentamente, avevo un mal di schiena incredibile.

Passarono le ore ed erano circa le 16.
La conferenza era fra un ora ma sarei scesa in anticipo, mi alzai e presi il mio cellulare.

Uscii dal mio ufficio e immediatamente i miei assistenti mi seguirono, chiesi: "Dov'è George?"
"È già giù, Signora Fox." disse uno di loro.

Entrammo nell'ascensore e notai che erano tutti un po' tesi e agitati ma ignorai la cosa.
Era solo una conferenza stampa.

Uscimmo e ci dirigemmo nella sala, le porte si aprirono ed entrai, c'erano seduti, proprio come da me richiesto, cinquanta fotografi e cinquanta giornalisti.

George mi si avvicinò e mi sfiorò la schiena nel momento in cui stavamo salendo gli scalini per raggiungere il palco.

Mentre io prendevo il microfono, George iniziò a fare lo spiritoso facendo ridere tutta la sala.

"Bene dopo questo gran divertimento, sono lieta di annunciarvi che la Clifford e la Fox collaboreranno a lungo." dissi con tono freddo e con fare molto disinvolto.

Tutti applaudirono e i giornalisti iniziarono ad alzare le mani per eventuali domande.
Indicai uno di loro, un uomo di mezz'età ma davvero tanto affascinante: "Il Signor Alexander Rivera è d'accordo?"

Lo guardai e tutti aspettavano intrepidi una mia risposta, fissai quell'uomo: "Ne è felice." risposi.

Dopo circa un ora la conferenza finì, sul palco salì con l'affanno un mio assistente: "Signora Fox un giornalista vuole parlarle urgentemente."

"Fallo salire nel mio ufficio." risposi fredda.
Io e George uscimmo da quella sala e ci avviammo verso l'ascensore.

Nessuno dei due parlò, lui andò nel suo ufficio e io percorsi il corridoio fino ad arrivare nel mio.
Chiusi la porta e mi sedetti lentamente.

Mi riempii un bicchiere di whiskey, ne avevo bisogno.

Bevvi un sorso e bussarono alla mia porta, vidi la figura del giornalista di mezz'età particolarmente affascinante e sexy.

"Si accomodi." dissi guardandolo dalla testa ai piedi. Si vedeva, era un tipo molto sicuro, chiuse la porta e si sedette di fronte a me.

"Ho delle immagini che potrebbero interessarle."

Lo fissai: "Me le mostri allora."

Tirò fuori il telefono e smanettò un po' per qualche secondo: "Sono una decina di foto."

Presi il telefono e le guardai tutte attentamente.
Nelle prime tre c'era Rivera che limonava con una donna e in tutte le altre si vedevano delle ombre dalle vetrate di un grattacielo in cui si capivano palesemente quel tipo di posizioni.

Distolsi lo sguardo e gli consegnai il telefono.
"Voglio che lei non le pubblichi, voglio queste foto e la pagherò quanto vuole." dissi guardandolo.

Sul mio telefono arrivarono delle notifiche tramite mail, me le aveva già inviate, lo guardai.

"Non voglio soldi." disse alzandosi.
Lo guardai ancora dalla testa ai piedi.
"Arrivederla." disse uscendo.

Che tipo stravagante.
Riguardai quelle foto per un ora consecutiva, inutile dire che ero distrutta interiormente.

Credevo che ci fossimo innamorati, credevo ci amassimo ma mi sbagliavo.
Il modo schifoso in cui mi mentiva guardandomi negli occhi spudoratamente.

Adesso una torre dentro di me era crollata, c'erano solo macerie e residui di pietre.

Lo avrei sposato, ma adesso no.
Ero stanca di queste cose qui, certo avevo tradito anch'io in passato, sapevo come funzionava.

Bisognava negare fino alla morte, sempre e solo negare e mai far intravedere un minimo cedimento o qualcosa che si avvicinasse all'incertezza.

Avevamo però in progetto un matrimonio, non è qualcosa da niente da dimenticare facilmente.

Mollai il telefono e ripresi a lavorare allontanandomi da quei pensieri.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora