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Vidi Rivera alzarsi e accendersi una sigaretta con fare disinvolto e Jacqueline fissava il muro.
Quando entrò Colin lei fu la prima a girarsi e Colin la guardò per poi distogliere lo sguardo e posare i suoi occhi nei miei: "Hai fatto la tua scelta, sembri una bambina." disse lui.

"Non ho intenzione di fare lo show qui adesso." dissi guardandolo. "Non mi importa di quello che vuoi fare, sei incoerente da una vita, beh continua."
Salii al piano di sopra, ero esausta non volevo più ascoltare nessuno, ogni secondo c'era una lamentela. Mi chiusi a chiave nel mio ufficio.

Mi poggiai alla porta scendendo lentamente verso il pavimento, mi sedetti a terra e mi accesi nervosamente una sigaretta. Perché era venuto qui? Non aveva senso quello che faceva, si godesse la sua nuova vita di cui va tanto fiero.

Era mezzogiorno ed era ora di mangiare, finii la sigaretta ed uscii fuori e mi ritrovai a sbattere contro Colin: "Guardami negli occhi e dimmi che non è vero." disse lui visibilmente incazzato nero.
"Sei ancora qui?" gli dissi spalleggiandolo e scendendolo al piano di sotto e vidi Rivera venire verso di me e avvicinarsi al mio orecchio: "Ho provato a zittirla ma ti ha sputtanata."

Guardai Rivera risiedersi accanto a Jacqueline che piangeva e gli urlai contro: "Cosa cazzo piangi! Tieni la fogna chiusa."
"Domani ne riparleremo." dissi mantenendo la calma. Colin uscì fuori in giardino e Jacqueline corse al piano di sopra.

Rivera fece segno si sedersi vicino a lui e lo feci, mi sedetti molto vicina a lui: "Per la frase di stamattina della scorsa notte.." lui mi interruppe subito: "Lo so Jane." Ci guardammo negli occhi fissandoci finché mi alzai ed uscii fuori in giardino. Lo vidi poggiato ad una colonna alla mia destra e fissare gli alberi.

Mi misi difronte a lui mettendogli due mani sulle sue spalle dure e scolpite: "Colin io.." mi interruppi guardando il suo sguardo così intenso e incazzato che avevo visto poche volte: "Non voglio sentirti fiatare." disse lui freddo e distaccato.

Mi tolse le mani dalle sue spalle: "Colin non cambierà nulla." dissi guardandolo.
"Tu mi hai nascosto una figlia che è mia!" disse urlando come un pazzo: "Non sminuire un cazzo! Non ti permettere!"

Rimasi in silenzio a guardarlo mentre continuava fuori di sé: "L'hai fatta crescere con quel porco cocainomane maniaco sessuale e Tu sapevi che il padre ero io! Come puoi essere così?!"
"Colin adesso basta." dissi dopo aver sentito quelle parole.

"Lo sapeva tutto il mondo del porco pericoloso che ti eri sposata! Ora non fare la finta stupita ferita e triste per aver perso suo marito." continuò a urlarmi contro. "È tua figlia e allora adesso cosa avresti intenzione di fare? Ha quasi vent'anni Colin!" gli dissi guardandolo.

"Sparisci dalla mia vita. Hai capito?" disse entrando dentro, non mi accorsi nemmeno che Alexander era ancora seduto lì che lo rincorsi fino all'ingresso: "Cosa cazzo stai facendo?!" gli dissi urlandogli contro. Si girò a guardarmi un ultima volta e lo afferrai dal braccio: "Non potevo dirtelo."

Tolse il braccio dalla mia presa e uscì sbattendo la porta dietro di lui. Mi girai e lo vidi dietro di me, mi fece girare verso di lui e mi avvolse le sue grandi braccia possenti attorno alla mia schiena.
"È una situazione risolvibile." mi disse guardandomi con quello sguardo freddo che mi ricordava il mio.

"Sto comprando un attico, me ne proporranno alcuni." gli dissi.
"Jane Fox in un attico a organizzare i festini." disse ridendo. Gli diedi uno schiaffo scherzoso accennando un leggero sorriso. "Hai fatto un bel casino oggi." disse lui. "Le ho sempre insegnato a tacere quando doveva." dissi riferendomi a Jacqueline. "Questa è la sua fase di ribellione."disse lui, gli tolsi le mani e salii al piano di sopra carica con la voglia di spaccarle la faccia.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora