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JANE

Rientrai in casa e chiusi il portone, era seduto su una poltrona con un fazzoletto con cui si stava pulendo il naso di sangue.

"Perché sei qui?" gli chiesi sedendomi sulla poltrona di fronte alla sua.

"Non parlarmi." disse glaciale.

"Come vuoi." dissi alzandomi, presi il mio telefono e andai verso le grandi scalinate
che conducevano al piano superiore.

Andai in camera mia, entrai nel mio bagno privato e socchiusi la porta.

Mi legai i capelli e mi spogliai totalmente.

Entrai in vasca e il bagnoschiuma iniziò a innalzare molta schiuma.

Distesi le braccia lungo i bordi della vasca poggiando la testa sulla parte asciutta.

Sentii la porta della camera aprirsi e passi
pesanti e quasi pressanti.

Si aprì anche la porta del mio bagno e vidi
Rivera entrare e sbattere la porta dietro di lui.

Rimasi ferma nella mia posizione, girai solo
il capo guardandolo.

Si sedette a terra accanto alla vasca da bagno.

"Il matrimonio sarà settimana prossima, Sabato."

"Non potevi dirmelo in un secondo momento?" gli dissi fredda.

"Non devo solo dirti questo."

Lo vidi per la prima volta cambiare espressione, come se avesse sempre indossato una maschera.

"Non sono un uomo dalle mille parole ma amavo mia moglie. La amavo molto, più di ogni altra cosa al mondo. Quando ti ho vista, sei stata come una pugnalata, mi hai folgorato Jane."

Continuai a guardarlo colta di sorpresa, da un tipo come lui sentire queste parole era strano.

"Non ho avuto i modi migliori, ma c'ero in quei momenti, e sai a cosa mi riferisco."

Dopo quelle parole, strinsi con le mani il bordo della vasca da bagno.

"Te lo sei scopato e ho sentito tutto. Ho avvertito la complicità e l'amore che provi per Jackland.
Hai un area, in sua presenza, e un energia che
non hai con nessun altro essere umano."

Non sapevo cosa dire, non sapevo se confermare quello che aveva appena detto o smentire, scelsi il silenzio: la via più semplice.

Distolsi lo sguardo, lo vidi alzarsi ed uscire dal bagno chiudendo la porta.

Non riuscivo a capire cosa diamine volesse da me ma l'unica cosa in mio potere era tenermelo stretto solo ed esclusivamente per l'azienda.

Uscii dalla vasca, mi asciugai il corpo, sciolsi i capelli e spalmai sul corpo un olio nutriente profumato.

Mi misi il pigiama in seta, stavolta color rosato.

Uscii dal bagno e dalla camera, mi incamminai verso la grande scalinata.

Scesi al piano di sotto in salone e lo vidi seduto sul divano intento a fissare il vuoto.

Mi sedetti accanto a lui e mi girai guardandolo, lui fece lo stesso e presi la parola: "Colin è stato l'uomo che ho amato in particolar modo, è stata una relazione folle e passionale e piena di brutti
momenti, momenti indimenticabili."

"È inevitabile che rimanga una profonda connessione." dissi aspettando una sua possibile reazione.

"A domani." disse alzandosi.

"Non abbiamo finito." dissi fredda invitandolo a sedersi.

"Non ascolterò i tuoi racconti romantici."

Lo guardai stanca: "Ciao." dissi alzandomi e salendo al piano di sopra, che andasse a farsi fottere, la mia pazienza ha un limite ben preciso.

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RIVERA

La mattina seguente ero a casa mia, avevo un pantalone classico nero firmato Prada, giacca nera Prada e mocassino della stessa marca.

Pensai alla sera prima, a quanto fosse difficile stringere un rapporto con lei.

Quello che lei non sapeva era che avrei fatto il possibile per lei, per amarla.

Era offuscata dalla sua rabbia, dalla malinconia e tristezza.

Ero stato stronzo sì, a minacciarla usando l'azienda ma era l'unico modo per tenerla a me.

Erano tutte cazzate il successo e quella roba lì, non me ne fregava assolutamente nulla.

Presi le chiavi ed uscii di casa, mi raccomandai con la guardie per varie questioni ed entrai nella mia Lamborghini, misi in moto e mi allontanai dalla Villa.

Guidai ad alta velocità e mi accesi una sigaretta, mi arrivò una notifica da una donna, lessi ma ignorai il messaggio.

Entrai nel parcheggio sotterraneo dell'azienda e scesi dall'auto.

Salii ai piani alti ed uscii dall'ascensore.

Vidi che erano tutti in sala riunione, mancavo solo io.

Entrai e la vidi seduta con indosso un jeans a zampa, tacchi a spillo e una camicia da dentro il jeans.

Mi sedetti accanto e lei e tutti mi salutarono.

Mi girai verso di lei cercando un suo sguardo ed era come sempre indifferente.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora