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JANE

Entrammo tutti e tre in casa e ricordavo bene la disposizione degli ambienti, mio padre mi portava sempre a casa sua quando ero ragazzina.

Camminai normalmente non preoccupandomi del ticchettio dei miei tacchi, mi girai verso Taylor.

Ci sorridemmo compiaciute, c'era una strana energia tra noi.

Rivera mi afferrò da un braccio.

"Ti ammazzo." disse afferrando anche il mio collo.

"Cosa aspetti?" dissi fissandolo fredda.

Mi sbattè forte al muro facendomi sbattere anche la testa violentemente.

Vidi Taylor andare dietro di lui e gli mise una mano dietro la nuca: "Alexander." disse costringendolo a girare.

Aveva un effetto particolare su Rivera quella donna, gli diedi un forte pugno in faccia: "Non ti permettere più." dissi avviandomi verso le scale.

Tirai fuori la pistola e la caricai, arrivai davanti alla porta del caro zietto.

Aprii lentamente la maniglia, mi girai e vidi Rivera e Taylor raggiungermi, entrai dentro sbattendo volutamente la porta e accesi la luce.

Lo vidi svegliarsi di scatto nel suo grande ed imponente letto da miliardario vecchio.

"Mi dispiace averti disturbato, zio." dissi con tono arrogante e provocatorio.

"Jane ma cosa fai qui e poi...cosa fai con quella cosa tra le mani?" disse terrorizzato e guardò Alexander come se volesse dirgli qualcosa ma non poteva.

Lo guardai sorridendo compiaciuta: "Hai accettato soldi per sbattermi fuori per un matrimonio del cazzo?" dissi con tono calmo ma leggermente tagliente.

"Jane calmati tesoro." disse lo zio William impaurito.

"Non credevo fossi così stronzo." dissi.

Mi avvicinai al lato del letto dove era steso e si raddrizzò agitato mettendosi seduto.

"Jane parliamone prima." disse Rivera.

La puntai alla testa e lui iniziò a piangere e dimenarsi: "Non fare il bambino." dissi fredda.

"Jane stai facendo una grande cazzata." disse Rivera guardandomi nel tentativo di calmarmi.

Misi il dito sul grilletto, quella sensazione che oscillava tra togliere la vita, se uccidere o lasciar vivere, se preferire la vita o la morte.

Era una sensazione così forte, non ascoltavo nessuno, i rimproveri di Alexander mi rimbombavano in testa con un suono rallentato.

Fissai lo zio William che piangeva a dirotto consapevole che non doveva permettersi a muoversi.

In un momento di silenzio premetti il grilletto, il suono non si sentì in quanto era avvitato il silenziatore per non allarmare le guardie fuori dalla Villa.

Il suo corpo si accasciò poggiando la testa sul cuscino che si colorò velocemente assorbendo il sangue.

Non provai alcun sentimento negativo, non mi dispiaceva affatto per quell'essere che mi avrebbe mandato fuori dalla barca a calci in culo.

Vidi Rivera afferrare un vaso e scaraventarlo all'aria: "Alexander!" urlò Taylor.

"Assicurati fuori da questa stanza che non ci sia nessuno." dissi facendola uscire.

Rivera mi si scagliò contro aggredendomi e bloccandomi alla parete accanto al letto dove giaceva il corpo morto di quel cretino.

"Figlia di puttana." mi urlò.

"Che c'è, ora è tutto rovinato vero?" dissi con tono arrogante cercando di respingere la sua presenza.

"Sarò il tuo incubo peggiore da adesso fino alla fine dei tuoi giorni." disse lasciandomi.

Sapevo che Rivera se voleva diventava molto molto pericoloso, non sapevo quali fossero nello specifico questi suoi lati, non li conoscevo.

Frugai nella mia borsa e presi il mio blocchetto
degli assegni, presi anche una penna.

Ci scrissi una somma vicina al milione, firmai e riposi la penna nella mia borsa.

Presi la pistola e la misi nella borsa.

Vidi Rivera uscire dalla stanza e io feci lo stesso con l'assegno tra le mani.

Uscii fuori prima di lui e chiamai verso di me una guardia, gli misi una mano sulla spalla possente.

Molto possente al tatto, lo guardai: "Questo dovrete dividervelo, se non bastano chiamami. Quando salirai nella sua camera capirai." dissi dandogli l'assegno.

Mi guardò perplesso: "Come vuole..." disse entrando dentro casa.

Taylor si avvicinò: "È entrato in macchina."

Mi girai e la guardai negli occhi, aveva degli occhi così intensi ma mai quanto i miei.

Aveva occhi chiari ma tenebrosi, un verde contornato da un nero, degli occhi davvero particolari che lasciavano poche parole.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora