ALEXANDER RIVERA
Uscii da casa di Jane, avevamo passato la notte a dormire abbracciati sul divano, poi l'ho portata nella sua camera, doveva dormire comoda a causa delle percosse. Io avevo dormito sul divano.
Poi la mattina mi ero messo degli abiti che avevo distrattamente lasciato una notte da lei.
Ero nella mia Lamborghini e dietro di me c'erano i miei uomini a scortarmi in giro per la città.
Avevo ordinato loro di rintracciare la posizione di Jacqueline, dovevo parlarle immediatamente.Poteva avere tutte le motivazioni del mondo ma era solo a causa sua se Jane si ritrovava in quelle condizioni. Ero spietato e crudele e in pochi secondi la mia vittima poteva vivere o morire, ero io a decidere le sue sorti.
Era una brava ragazza, aveva sofferto per quel soggetto del padre, ora era incinta e si stava costruendo mattone per mattone la sua famiglia e il suo porto sicuro, ma questo non significava rinfacciare ogni giorno l'operato di Jane come madre.
Poteva aver fatto schifo, molto schifo e questi non glie lo toglieva nessuno, ma ognuno ha sempre le sue ragioni e conseguenze.
Sapevo che sarebbe stata terrorizzata dalla mia presenza e sapevo anche che era sola, il suo amore era a lavoro e potevo farne quello che desideravo, tutto quello che desideravo.
Ci fermammo difronte ad un cancello alto e bianco, segno di purezza, cosa che odiavo.
Uno dei miei uomini scese dalla sua auto dirigendosi verso il campanello del cancello.Vidi che dopo qualche minuto il cancello venne aperto ed entrai accelerando e parcheggiai.
Le mie auto mi seguirono e parcheggiarono anch'esse, solo due uomini scesero con me e mi seguirono mentre mi diressi all'ingresso.Era una villa normale, prato verde e casa bianca, tipica casa che rappresentava una coppietta innamorata in preda alla felicità e alla voglia di sfornare figli ogni anno.
La porta d'ingresso si aprì e c'era lei ferma sulla soglia che mi guardava con gli occhi misti a terrore e scetticismo allo stesso tempo.
Aprì la porta e si spostò lasciandomi entrare.
La guardai dall'alto in basso ed entrai assieme ai miei uomini a cui feci segno di fermarsi accanto alla porta senza la necessità di avanzare in casa.La guardavo e potevo notare e toccare con mano il suo terrore nel portamento e negli occhi che cercava a tutti i costi di mettere da parte.
"Sai cosa ha fatto tuo nonno?" dissi con voce dura e rude mentre avanzai lentamente verso il divano.
Mi sedetti e lei fece lo stesso ma rimanendo molto distante da me."Non so nulla." disse spalancando gli occhi.
"L'ha portata nel suo capannone e l'ha gentilmente picchiata, ora tua madre riesce a malapena a camminare." dissi fissandola brutalmente.I suoi occhi si riempirono di lacrime alla velocità della luce e si portò una mano sul suo ventre.
"Non lo sapevo." disse con voce tremante.Mi alzai avanzando verso di lei, la afferrai dal braccio facendola alzare. "Jacqueline prova ad avvicinarti un altra volta a tua madre.." estrassi il coltello dalla protezione dietro il mio pantalone.
Lo puntai alla sua pancia spingendo la lama verso la sua pelle: "E vedrai." dissi.
Pianse silenziosamente fissando quel coltello ed evitando il più possibile i miei occhi.
"Voglio riallacciare i rapporti con mia madre, mi dispiace per quello che è successo e non lo sapevo ma penso che porterebbe un po' di pace." disse.
La guardai e sorrisi saccente: "Preferisci che agisca direttamente?" dissi spingendo un po' di più la lama sul suo ventre.
Sentii la sua mano sulla mia spalla: "Alexander, non puoi privarmi di mia madre, è l'unica che mi rimane." disse con le lacrime che non si placavano.
La guardai e abbassai il coltello rimettendolo al suo posto. "Se rivuoi tua madre, pensa al futuro, non al passato." dissi a due millimetri dal suo viso con tono fervido.
La vidi indietreggiare e la lasciai fare, i suoi occhi terrorizzati mi ricordavano quelli di mio figlio, che si era totalmente trasferito per starmi alla larga, ricordavo il suo disprezzo.
Quel dolore, quel terrore misto a rabbia io riuscivo a riconoscerlo nei suoi occhi.
Mi passai una mano tra i capelli scacciando via quei dannati pensieri.La guardai per un ultima volta e uscii da quella casa che mi faceva venire la nausea.
Ciao!
Scusate l'attesa but i'm back!
Buon proseguimento 🩷
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Jane...Jane Fox
RomantizmJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️