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RIVERA

Amavo le donne, le amavo follemente e amavo portarmele a letto. Jane era la donna che amavo, la più speciale di tutte e amavo scopare con lei.

Ma non riuscivo ad essere fedele, non ci ero mai riuscito nella mia vita, neanche con altre mogli.

Mi girai e la guardai fulminandola con lo sguardo: "Vuoi che finisca?" dissi provocatoriamente.

Mi fissò, quello sguardo avevo imparato a leggerlo, a captare il movimento dei suoi occhi magnetici.

E quello sguardo gridava di no, che non sarebbe finita, magari avrebbe detto il contrario ma sapevo che non era così.

"È finita." disse guardandomi fisso negli occhi.
La guardai andare via con quel tipo strano.

Non ero un uomo che piagnucolava, le cose sarebbero sicuramente cambiate e si sarebbe ricreduta lei stessa.

Uscii anch'io fuori, saltai sulla mia moto, misi il casco totalmente nero opaco come la moto, le mie guardie entrarono nell'auto con cui mi stavano dietro ed uscii da lì prima che lei accelerasse.

Impennai per poi prendere molta velocità.
Guidai a caso per quelle vie di campagna, in cerca di qualcosa, un dettaglio che potesse distrarmi.

Impennai a gran velocità per tutta la strada fino all'incrocio, dall'auricolare presente nel mio casco, una mia guardia comunicò con me: "Signor Rivera, la Fox la sta seguendo, a debita distanza."

Sorrisi, ancora non si arrendeva.
"Grazie." dissi decelerando un po' per metterla in difficoltà.

La guardia comunicò ancora: "Signor Rivera suo figlio ha fatto un incidente a Londra, ci hanno appena contattato."

Frenai di botto: "Prepara il jet, ora cazzo."

Iniziai a guidare come un pazzo squilibrato, guidai guidai e guidai come se fosse l'ultima della mia vita.

270km/h, la paura di perderlo mi stava divorando l'anima, dovevo salire su quel jet e raggiungere Londra il prima possibile.

Dopo venti minuti interminabili arrivai davanti a quel jet, notai la mercedes che si fermò fuori dall'aeroporto, Jane mi chiamò più volte ma chiusi tutte le chiamate.

Salii sul jet e mi sedetti, non sapevo cosa fare.
Mio figlio aveva vent'anni ed era già un boss importante di Londra.

Gli avevo sempre sconsigliato questo per la sua vita, volevo che avesse una carriera fruttuosa ma ha sempre avuto nel sangue le caratteristiche di un boss mafioso.

La crudeltà e quell'astuzia che ti porta lontano dove non puoi neanche lontanamente immaginare.

Inizialmente era andato a Londra per studiare medicina ma è finito per fare altro ed è diventato molto importante lì.

Non avevamo mai avuto un buon rapporto ma neanche cattivo, ero sempre stato un padre duro, gli ho sempre insegnato, prima che se ne andasse da New York, il valore.

Il valore di sudarsi qualsiasi cosa che si desideri, il valore e la bellezza di lottare, di sporcarsi le mani di sangue.

Ero fiero ci fosse riuscito, che facesse qualcosa che amasse ma non ho mai voluto che facesse la mia stessa vita.

Desideravo altro per lui, piani migliori e uno stile di vita pulito, senza droghe, senza prostituzione, senza sangue e omicidi.

Non si può avere tutto dalla vita, ma speravo che per lui ci potesse essere un futuro migliore.

Non mi chiamava da mesi, non rispondeva più alle mie telefonate così non lo chiamavo neanche più, dato che non ricevevo mai risposta.

Ha avuto un adolescente e un infanzia piuttosto piena e pesante per via dei tanti litigi con sua madre, dei tradimenti e delle donne che circolavano in quella casa e soprattutto della perdita di sua madre.

Ma non gli ho fatto mai mancare niente a livello materiale, a livello emotivo potevo fare di meglio ma gli ho insegnato tanto senza una carezza.

Mi preparai per l'atterraggio e una volta che l'aereo aveva toccato il suolo di Londra, io e i miei uomini ci preparammo per scendere.

Scendemmo dal jet e c'erano due auto pronte

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Scendemmo dal jet e c'erano due auto pronte.
Trovai anche dei miei uomini che si spostavano per mio conto a Londra.

Ci salutammo ed entrai in una macchina nei sedili posteriori, due di loro si misero avanti e l'altra macchina ci costeggiò verso l'ospedale.

"Voglio sapere tutta la dinamica." dissi ad uno di loro. "Signor Rivera, mi sono informato e suo figlio stava guidando la sua nuova moto in centro quando ha sbandato improvvisamente ed ha fatto un volo di circa 14 metri."

"Mh."
Cazzo 14 metri sono tanti.
"Le condizioni attuali?" chiesi ancora.
"Non ne siamo a conoscenza." rispose uno di loro.

Sentivo rabbia.
Sentivo che la mia carne si stava sgretolando.

Ogni pezzo di me si sgretolava sempre di più.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora