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Mi alzai e presi la mia borsa: "Ti chiamerò nel pomeriggio per la mia decisione."
Mi girai ed uscii dalla villa, entrai nell'auto del suo autista che sapeva già dove portarmi e accelerò subito.

Mi accesi una sigaretta e pensai, pensai così tanto a quelle cose che mi aveva detto Rivera. Pensavo che lui fosse morto in chissà quale parte del mondo e invece era vivo e ricco.

Le guardie aprirono il cancello, l'autista si fermò davanti all'ingresso di casa mia, gli diedi 400$ e scesi dall'auto.

Presi la valigia entrando dentro, consegnai tutto alla domestica e mi sedetti sul divano sprofondandoci. Guardai il soffitto e chiusi gli occhi, rimasi così un bel po'.

Quel silenzio venne interrotto dalla porta d'ingresso che si aprì, era mia figlia.

Corse verso di me e mi abbracciò forte: "Sono felice che papà stia bene."

La guardai fingendo un piccolo sorriso che scomparì subito dopo: "Lavoro tutto ok?" mi chiese lei. "Tutto bene."

"Devo raccontarti una cosa stupenda mamma, ho conosciuto un uomo che ha il tuo stesso cognome e cazzo se è figo, tutto tatuato, pieno di oro e vestiti firmati e tra l'altro è molto figo anche se è sulla sessantina."

Sgranai gli occhi: "Dove lo hai conosciuto e come e quando?!" dissi incitandola a continuare.

"Ero nell'appartamento di Alexander Rivera ed è arrivato lui, ha consegnato dei fogli, poi mi ha guardata ed è andato via però mi ha salutato."

La guardai senza parlare: "Ti senti bene? Sei strana oggi." mi disse Jacqueline.
"No sto bene, sono solo stanca." risposi.

Mi alzai e andai di sopra nella mia camera, mi chiusi nel mio bagno e aprii il rubinetto della vasca da bagno.

Nel mentre mi spogliai ed entrerai nella vasca, ci rimasi dentro più di un ora e mezza.

Uscii, misi il mio accappatoio e poi mi feci la piega ai capelli. Mi truccai ed uscii dal bagno andando nella mia cabina armadio. Scelsi un jeans nero aderente e body, giacca e tacchi di Saint Laurent, un total black.

Uscii di casa ed entrai nella mia bella Mercedes, mi era mancata, misi in moto, attraversai il viale ed uscii dal cancello accelerando.

Mi diressi verso l'azienda, durante il tragitto e quaranta semafori, notai molti Hotel di lusso, chissà quale fosse.

Parcheggiai di fronte all'ingresso e subito si riempì di giornalisti e telecamere.

Scesi dalla macchina e subito fui assalita: "Signora Fox come sta?" "Jane è sparita, cosa le è successo?" "Signora Fox è single?"

Li ignorai camminando tra loro e le guardie aprirono le porte, entrai e le chiusero subito dopo.

Tutti mi risolsero un sorriso e delle belle parole, ma entrai nell'ascensore da sola e premetti il pulsante dei piani alti.

Cristo Santo quanto odiavo dover salutare o fare la carina con tutti.

Uscii dall'ascensore e trovai Logan a urlare in tutto l'ufficio nella sala riunioni: "Cazzo adesso basta. Fuori tutti porca troia!!"

Mi diressi nella sala riunione ed entrai, era rimasto solo seduto: "Cosa urli?" dissi, si girò di scatto verso di me alzandosi.

"Niente qui è un casino, proposte di merda ogni fottuto giorno della mia cazzo di vita." disse lui strofinandosi le mani sul viso.

"La risolveremo." dissi guardandolo.
"Mi spieghi dove cazzo sei stato con quel pazzo squilibrato?" disse sedendosi di nuovo.

"Adesso ho molto lavoro da fare, più tardi ti darò una notizia." dissi uscendo dalla sala riunioni ed erano tutti nei corridoi a lamentarsi tra di loro, passai accanto a loro e urlai con tono freddo e fermo: "A lavoro!" subito tutti si dispersero.

Entrai nel mio ufficio e chiusi la porta, poggiai la borsa e mi sedetti dietro la mia scrivania, finalmente direi quella postazione spettava solo a me.

Mi misi a lavoro, accesi il pc, lessi le email e compilai documenti per poi fare delle copie.

Si fece sera e ormai l'ufficio era vuoto, c'eravamo solo io e Logan ovviamente.

Presi il telefono e chiamai Rivera: "Vieni in azienda." gli dissi e chiusi la chiamata subito dopo. 

Mi alzai, mi affacciai alla vetrata e guardai il cielo, così nero ma stellato.

Vidi una Lamborghini parcheggiare avanti alla mia macchina e subito i giornalisti incuriositi circondarono anche lui ma era meglio che lui non si circondasse dalla fama o i suoi castelli sott'acqua sarebbero saliti in superficie.

Entrò Logan nel mio ufficio: "Tempismo perfetto" gli dissi in modo spiritoso, mi guardò stranito finché non si aprirono le porte dell'ascensore, si girò e vidi la sua espressione rabbiosa e scioccata allo stesso tempo, voleva solo morire.

Rivera venne verso di noi a passo sicuro, entrò nel mio ufficio e si sedette sulla mia poltrona dietro la scrivania.

Mi girai verso Logan che era molto perplesso: "È il tuo nuovo socio." dissi guardandolo. Si trattenne, mi guardò malissimo con freddezza, annuii facendo un finto sorriso, uscii e chiuse la porta dietro di lui.

Mi girai verso Rivera che mi fissava con un sorriso soddisfatto e compiaciuto.

Mi misi di fronte a lui poggiata con due mani le estremità della scrivania: "Qui il capo sono io, posso licenziarti quando voglio, stai attento a quello che fai." gli dissi guardandolo negli occhi.

Mi guardò e si alzò camminando lentamente raggiungendomi, mi tirò verso di lui avvicinando le sua bocca al mio orecchio: "Agli ordini."

Mi allontanai avvicinandomi a una cartella semiaperta nella libreria, tirai fuori un foglio e glie lo diedi: "Firma." dissi.

Firmò e me lo ridiede, lo riposi al suo posto: "Avrai il tuo ufficio su questo piano, chiederò ai responsabili di sgomberarne uno e sarà tuo." mi girai verso di lui.

"Bene, andiamo a bere qualcosa." disse senza neanche chiedermelo.

"No ho da fare stasera." risposi prendendo la mia borsa, in quel momento entrò Logan.
"Mi licenzio." disse guardandomi.

"Ma che stai dicendo?!" alzai il tono della voce mentre Rivera rideva soddisfatto.

"Ho detto che mi licenzio, verrò fra qualche giorno e ritirare le mie dimissioni." disse.

"Logan..." dissi lasciando la borsa per poi avvicinarmi a lui: "Che succede?" dissi glacialmente.

"Non sto più bene in quest'azienda da quando il capo sei tu, certo l'azienda fattura il triplo se non il quadruplo, ma qui dentro è così freddo e nero." disse lui con tono rabbioso.

"Tu non te ne andrai." dissi aggredendolo e spingendolo facendolo sbattere alla parete.

"Non me ne frega più un cazzo." disse lui uscendo e andando via mentre urlai: "Logan!!!"

"Lascialo perdere." disse Rivera continuando: "Capirà i soldi che ha appena perso."

Presi la borsa e mi avviai con Rivera verso l'ascensore, uscimmo dopo qualche minuto e raggiungemmo l'ingresso, i giornalisti ancora una volta assalirono me e Alexander.

"Signora Fox chi è quest'uomo?"

Feci segno a Rivera di fermarsi e rispondere, Rivera spiritoso si avvicinò alla giornalista: "E lei chi è?"

"Signore io sono una giornalista." "Mh si vede" rispose lui.

"Sono il nuovo socio di Jane Fox." disse girandosi e andandosene lasciando i giornalisti con mille domande in più , entrò in auto, entrai anch'io sedendomi sul sedile del passeggero, mise in moto e accelerò.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora