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                                  RIVERA

La guardammo andare via, mi girai verso Adrian e la fissava andare via, avevano gli stessi occhi freddi, erano identici in quella glacialità, in quei freddi sguardi e movimenti.

Non disse niente, e quando lei entrò nell'auto del suo autista si girò dall'altro lato.
"È sposata?" mi chiese con il suo vocione freddo.

"Ha un matrimonio complicato, ha firmato da poco il divorzio." risposi mentre mi accendevo una sigaretta.

"Non penso abbia figli, con quel fisico..." disse lui.

"Ha una figlia di 18 anni credo." dissi e mi guardò stranito: "Si mantiene bene."

Ci salutammo e andai verso la mia auto, entrai e misi in moto.

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                                   JANE

La mattina dopo ero già pronta per andare in ufficio: tailleur bianco, tacchi beige e borsa dello stesso colore, trucco e parrucco.

Scesi al piano di sotto e bevvi di fretta il mio caffè, uscii fuori, entrai nella mia amata Mercedes e accelerai nel mentre mi accesi una sigaretta.

Entrai nel centro di New York, mi fermai all'ennesimo semaforo e gettai via la cicca, mi misi gli occhiali da sole e al verde ripartii.

Parcheggiai di fronte all'edificio della mia azienda e scesi dall'auto. "Signora Fox ha litigato in un locale ieri sera?" "Signor Fox perché non ci rilascia mai una dichiarazione?" "Signora Fox cibo preferito?"

Li ignorai ed entrai nell'edificio, ignorai anche tutti i sorrisini e i classici e abitudinari buongiorno.

Entrai nell'ascensore e salii ai pieni alti, i miei piani alti. Le porte dell'ascensore si aprirono e andai diretta nel mio ufficio chiudendo la porta, poggiai la borsa e mi sedetti.

Sentii bussare: "Avanti." risposi.

"Signora volevo avvisarla che fra venti minuti abbiamo una riunione." disse uno stagista, feci segno di andare e lui chiuse la porta allontanandosi.

Presi il telefono e iniziai a chiamare Logan, lo chiamai per quindici volte ma il telefono era staccato, dove cazzo era Rivera.

Mi diressi verso la sala riunioni, ero come sempre in ritardo e vidi un uomo seduto di spalle vestito di tutto punto parlare con una stagista accanto a lui, mi sedetti di fronte a tutti.

Era quel deficiente di Rivera che se la faceva con la qualunque poveretta.

"Iniziamo." dissi e tutti si ricomposero tranne chi? Rivera.

"Tu sei?" indicai la ragazzina che gli faceva gli occhi dolci. "Vaneissah." rispose lei guardandomi agitata. "Sei licenziata." dissi soddisfatta per poi distogliere lo sguardo da lei.

"Ma che cazzo sta dicendo?!" iniziò a urlare la povera menomata.

"Stai urlando a me?" dissi con tono sarcastico e provocante mentre con un sorrisetto accavallai le gambe.

"Io urlo a chi cazzo voglio, figlia di puttana!" ribatté lei quando Rivera si alzò in piedi.

"Vaneissah forza vieni." uscirono e li vidi entrare nel suo ufficio.

"Continuate, arrivo a breve." dissi alzandomi e chiudendo la porta vetrata.

Mi diressi verso l'ufficio di Alexander, entrai e chiusi la porta dietro di me, lo vidi darle uno schiaffone: "La puttana sei tu"le disse.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora