JANELa mattina dopo mi alzai tardi, non presentandomi nuovamente a lavoro e rifiutando tutte le telefonate del preside e colleghi.
Vidi l'orario sul telefono: 12:30.
Mi alzai ed entrai nel mio bagno e aprii il rubinetto della vasca da bagno.Dopo essere stata almeno un ora nella vasca a rilassarmi, uscii e mi feci velocemente una piega un po' ondulata sulle punte.
Uscii in accappatoio e andai nella cabina armadio, mi misi tacchi a spillo, un jeans skinny nero, una camicia bianca dentro al jeans e un blazer come giacca.
Mi truccai da "gatta" come mio solito, presi il telefono e scesi al piano di sotto.
Entrai nella sala da pranzo e c'erano seduti Jacqueline, mia figlia tornata da poco e John.
"Alla buon ora" disse John.
"Oggi sei più sexy del solito." disse Jacqueline facendomi l'occhiolino, le sorrise e mi sedetti.La domestica cominciò a servire le prime portate.
Le guardai schifata come se fosse veleno e richiamai l'attenzione della domestica: "per me insalata." dissi con tono autoritario, la donna annuii ed uscì dalla sala.
Il silenzio in quella stanza venne interrotto dallo squillare del mio telefono, lo presi ed uscii fuori rispondendo, era mio zio.
"Tesoro ti aspetto alle 20:00 ti invierò la posizione."
"A dopo." dissi attaccando.Rientrai nel salone e la mia insalata era appena stata servita, mi sedetti e mangiai.
Mi sembrava tutto distante, mia figlia e John ridevano e parlavano, ma io ero in un loop continuo su questa dannata decisione che mi avrebbe decisamente destabilizzato la vita.
Finii di mangiare e i miei pensieri vennero interrotti: "Mamma perché non organizziamo un bel viaggio?"
"Questo è il periodo meno indicato, partite voi due." dissi uscendo dalla stanza mentre mi accendevo una sigaretta.
Salii al piano di sopra e digitai il numero del preside, nervosamente dopo 4 squilli rispose: "Si Jane?"
"Mi licenzio." dissi con il mio tono freddo antipatico e autoritario.
"Cosa Jane?? Stai scherzando? Sei il fiore all'occhiello del nostro istituto! Non puoi farmi questo."
"Mi licenzio." dissi e chiusi la chiamata, spensi la sigaretta nel posacenere sulla scrivania e salii di sopra nella mia cabina armadio.
Mi misi una collana che dava all'occhio in oro, altri bracciali in oro, tolsi la fede e misi altri anelli.
Presi una delle mie borse Yves Saint Laurent e uscii di casa.
Ignorai quelli sguardi da porci di quelle inutili guardie e decisi di andare verso il mio autista: "procurami adesso le chiavi del Ferrari Roma"
L'autista si allontanò e tornò con le chiavi, le presi ed entrai in quella macchina pulitissima esternamente ed internamente, come d'altronde tutte le macchine che possedevo io e John.
Misi in moto e accellerai uscendo dal cancello a tutto gas, ricordai quando comprai quest'auto e l'avevo usata solo tre volte.
Andai sulla statale, sulla superstrada e accellerai a tutto gas sorpassando molte macchine.
Ad un tratto sentii le sirene e una pattuglia della polizia che cercava di raggiungermi.Mi misi a ridere e accostai alla prima zona di servizio.
Il poliziotto scese e abbassai il finestrino: "Cosa crede di stare in un film? Patente e libretto."Lo guardai dalla testa ai piedi per poi consegnare ciò da lui richiesto.
"Fox..Quei Fox?"
"Proprio loro" risposi.
"Può andare, presti più attenzione."Ripresi i documenti mettendoli nel cruscotto, alzai il finestrino e accellerai di nuovo.
Passai tutto il pomeriggio a sfrecciare tra le strada di New York, mi fermai ad una stazione di benzina facendo il pieno.
Vidi il telefono illuminarsi e mio zio mi aveva appena inviato la posizione, la collegai all'auto e seguii le indicazioni.
Riconobbi immediatamente quella strada, che mio zio l'avesse fatto apposta?
Rotai gli occhi, parcheggiai proprio difronte apposta dando nell'occhio e scesi dalla macchina entrando nel maledetto ristorante di Colin.Lui era in piedi a bere un calice di vino con mio zio, si girarono contemporaneamente guardandomi: "Ecco il mio tesoro, sai Colin lei è mia nipote."
Colin guardò tutti i dettagli del mio outfit e mi guardò le mani, forse si era accorto che non avevo la fede: "Mh si lo so."
"Ah vi conoscete?""Si, di vista." risposi acidamente sotto lo sguardo divertito di Colin.
Io e mio zio ci allontanammo e ci sedemmo in un tavolo privato.
"Ho ordinato il tuo bianco preferito."
"Prenderò il tuo posto." dissi decisa guardandolo negli occhi, vidi in lui un emozione mai vista."Sapevo che avresti fatto la scelta giusta, più tardi ci raggiungerà qui un tuo socio, è giovane e talentuoso."
"Non vado d'accordo con i ragazzini."
"Oh no no, non credere sia quel tipo di ragazzino, è un uomo risoluto, siete molto simili."Passammo la serata a bere e ridere sugli aneddoti passati che ci accumunavano.
La pista si riempì di persone, mio zio venne invitato da una donna a ballare, mi fece l'occhiolino e subito si alzò seguendo la donna.
Lo guardai ballare con il calice tra le dita.
Vidi anche Colin ballare con una donna, sembravano molto intimi, non volevo ammetterlo a me stessa, non lo avrei mai fatto, ma quella scena mi fece male.
Smisi di guardarli, anche se a volte gli occhi vagavano per conto loro.
Mi accesi una sigaretta, notai un uomo in giacca e cravatta entrare nel ristorante.
Capelli neri all'indietro, occhi tra il marrone e il verde, una camminata disinvolta e sicura.Lo riconobbi subito, era l'uomo che notai la sera prima al semaforo.
Continuai a rimanere seduta con le gambe accavallate, con una mano tenevo il calice e con l'altra la sigaretta.Vidi l'uomo misterioso avvicinarsi a mio zio e si salutarono, mi sembrava un tipo molto freddo.
Vennero verso di me e subito capii la vera identità che si nascondeva dietro quell'uomo misterioso.
"Tesoro lui è Logan Carrington, è il tuo socio."

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Jane...Jane Fox
RomansaJane, Jane Fox. Da professoressa a ereditiera, una vita fatta di scoperte, di amori, di violenza e sesso sfrenato. La sua storia vi attende. 🔞 ⚠️ASSOLUTAMENTE VIETATA LA COPIATURA DI IMMAGINI O DETTAGLI INERENTI ALLA STORIA.⚠️