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JANE

Camminò verso di me, lo guardai dalla testa ai piedi, era quasi divino

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Camminò verso di me, lo guardai dalla testa ai piedi, era quasi divino.

"Dobbiamo parlare." disse Alexander.

"Adesso non posso." dissi fredda.

"Puoi." disse fissandomi.

"No, non parlerò più dato che parti, incontri donne e ti diverti ugualmente."

"Mi hai lasciato, Jane." disse avvicinandosi.

Le mie guardie si avvicinarono a lui.

"Fermi." dissi fissandoli.

Mi avvicinai ancor di più al suo viso illudendolo.

"Questo sei tu." sussurrai.

Stavo per allontanarmi quando mi bloccò afferrandomi dalla schiena.

Il dolore aumentò ma feci finta di nulla.

"Non hai saputo tenermi, adesso ti spetta questo."

Dissi saccente e soddisfatta, tolsi le sue mani dal mio corpo e le mie guardie si avvicinarono.

"Non è finita qua." disse lui.

Sorrisi arrogante al pensiero di quella sua convinzione così ridicola.

Attraversai la strada con i miei due uomini alle calcagna ed entrammo nel locale, ancora una volta cupo come la sera prima.

Avevo capito che avevano assistito a tutta la scenetta.

Man mano che l'ascensore saliva la musica si faceva sempre più forte e vicina.

Uscii dall'ascensore e feci segno ai miei uomini di rimanere vicini al tavolo.

Il russo e Adrian si girarono verso di me fissandomi.

Lanciai la mia borsa su un divanetto alla mia destra.

"Affari, sentiamo." dissi accendendomi una sigaretta.

"Si, affari." disse Adrian dando una pacca sulla spalla del figlio.

Mi sedetti su quel divano e i due si sedettero di fronte a me.

"Jane, sai che lavoro fa Vladimir?"

Lo guardai fissandolo e puntai i miei occhi sul russo guardando ogni centimetro del suo corpo.

"Lavora per te, suppongo."

Risposi guardando poi Adrian.

"Indovinato." disse il russo con quell'accento molto sexy.

Jane...Jane FoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora