Capitolo 603

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La ragazza mi cosparge il corpo e il viso con delle strane creme dall'odore neutro,ma che alla fine a suo dire,avrebbe preso una profumazione estremamente dolce. Dopo di ché,abbassa il grande LED sopra di me e accendendolo,mi dice che avrei dovuto restare lì per quaranta cinque minuti. Tra le altre cose,la ragazza mi ha detto di non muovermi,guardandomi quasi come se volesse scusarsi,ma per me aspettare non é un problema. Alla fine ho sempre amato questo genere di cose e rimanere lì a rilassarmi,non sarebbe stato un problema. Dopo qualche secondo la stanza viene invasa da una soave musica,molto rilassante e senza pensarci un attimo,mi lascio cullare da quelle note. Senza che me ne renda conto riapro gli occhi,non ritrovandomi più su un lettino di un centro benessere. Richiudo gli occhi più volte,cercando di svegliarmi e tornarmene sotto quella luce abbagliante,ma nulla. Non mi do per vinta,guardando i miei occhi aprirsi e chiudersi davanti allo specchietto retrovisore della macchina in cui mi trovo.

E: dannazione Simone! Tu e i tuoi stupidi discorsi sui sogni.

Sbatto la mano sul volante,circondandolo con entrambe le mani e appoggiando la fronte su di esso,liberando un sospiro. Con i suoi discorsi è riuscito a suggestionare anche me,con la sola differenza che se a lui tutto questo sembra sensato,a me no e non voglio affatto passarci un secondo di più. Cerco di regolarizzare il mio respiro,per calmarmi,ma poi sento una voce.

X: allora?

Sento il sedile tirarsi leggermente indietro,come se qualcuno si fosse aggrappato con forza e infatti quando mi volto,mi ritrovo di nuovo quel bambino davanti. Non puó essere: ti prego dimmi che Simone non mi ha contagiata con queste assurdità! Mi sento tirare per la spalla e sperando che sia la ragazza della Spa,mi volto di nuovo e trovo sempre quel bambino così dannatamente famigliare,a pochi centimetri da me.

X: che ha combinato papà stavolta?

E: non ne hai nemmeno idea!

X: allora stasera guardiamo quello che piace a noi mamma.

E: speriamo di non arrivare nemmeno a stasera.

X: cosa?

Mi guarda confuso,non avendo sentito le mie parole sussurrate,così gli dico che non é nulla e metto in moto. Faccio per mettermi la cintura,ma i miei occhi vedono quello che proprio non volevano vedere.

X: mamma lo sai che puoi anche non metterla,visto che le ultime volte ti stringeva troppo.

Gli sorrido guardandolo dallo specchietto retrovisore,intento a giocare sul suo cellulare.

E: lo so tranquillo.

Mentre mi sforzo di tenere tutti gli insulti possibili nella mia testa,parto. É da quando sono partita da Malta che non ho più guidato un'auto,ma nonostante ció sembra che lo faccia ormai da tempo. Non so nemmeno dove sto andando,ma a quanto pare sembro fare tutto da sola. Durante tutto il tragitto il "ti prego fa che non sia davvero lui" rimane concentrato su quello schermo,mentre io di tanto in tanto gli do qualche occhiata,alternandole con quelle alla strada e a quella "cosa" che mi tiene leggermente lontana dal volante. Quando sono a pochi metri da una grande casa,la mia mano si muove verso il piccolo scomparto sopra al navigatore,prendendo un piccolo telecomando e premendo il pulsante destro. Senza doverci riflettere chissà quanto,capisco subito che quella deve essere casa mia. Entriamo dal cancello automatico e parcheggio di fianco ad una bella macchina sportiva nera. Vedo subito che non é una normalissima auto,ma la seconda moglie di Simone. Faccio sì e no in tempo a spegnere il motore,che il ragazzino dietro,scende e di corsa va verso la porta. Io me la prendo con calma e dopo essere scesa,osservo la mia auto. Il fatto che sia blu,mi fa accennare un sorriso,così come il fatto che sia un normale modello: nulla di sportivo,semplicemente una bella e semplice auto. Vado lentamente verso la porta,trovandola socchiusa e dopo aver preso un grande respiro,entro sperando che tutta quella farsa finisca il prima possibile. 

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora