Non appena Roy diede il via, impostai il timer del cellulare su trenta minuti e mi inoltrai nella foresta correndo: senza accorgermene, mi separai da J e Lena e mi ritrovai completamente solo. L'unica luce a disposizione era quella della luna, ma dalle foglie degli alberi ne filtrava poca, quindi dovetti fare affidamento sulle piccole chiazze di luce sul terreno. Non ero mai entrato in quella foresta, il luogo mi era totalmente estraneo. Mentre la esploravo, mi accorsi di non essere solo, gli animali della foresta, col favore dell'oscurità, uscivano a caccia; tra gli alberi, i gufi volavano da un ramo all'altro e, in lontananza, qualche volpe faceva la sua rapida apparizione. Camminavo senza avere idea di dove dover andare, sapevo solo che dovevo concentrarmi e cercare una vibrazione. Mentre girovagavo per tutta la foresta, trovai una roccia: mi ci sedetti sopra e chiusi gli occhi. Tutto divenne buio, ogni cosa intorno a me scomparve e, ben presto, mi ritrovai a percepire ogni piccolo suono intorno a me.
In lontananza potevo sentire le voci degli altri studenti, alcuni avevano formato dei piccoli gruppi, mentre altri, come me, avevano deciso di cercare da soli. D'un tratto, uno degli studenti gridò di gioia, probabilmente aveva portato a termine le prova. "Fortunato" pensai. Potevo sentire J che camminava e sbuffava tra gli alberi, riuscivo ad avere una chiara visone di tutto ciò che mi circondava, ma ancora non avevo individuato nessuna vibrazione. Decisi che era meglio spostarsi e raggiungere un altro luogo, magari un posto ancora più isolato. Mi alzai e iniziai a camminare nella foresta, gli alberi erano tutti dannatamente uguali, si differenziavano solo per l'altezza, ma erano tutti dello stesso tipo. Ogni tanto, qualche cespuglio pieno di more spuntava tra l'erba, ma oltre quello non vi era molta varietà di vegetazione. Ormai mi ero allontanato abbastanza da gli altri studenti, e più mi allontanavo più il bosco iniziava a diradarsi mostrando il percorso montano. Trovata una piccola radura circolare, mi sedetti: in quel punto gli alberi scarseggiavano e potevo vedere sopra la mia testa senza difficoltà. Le stelle erano chiare e distinte nel cielo, non vi erano nuvole o qualcosa che ne occultasse la vista. Piccole costellazioni apparivano all'orizzonte, non ero sicuro del loro nome, ma un piccolo gruppo pareva disegnare un grande carro nel cielo.
Decisi di chiudere gli occhi per concentrarmi, ma all'improvviso un suono molto forte colpii le mie orecchie. Quando controllai il timer scoprii che erano passati dieci minuti, Roy aveva detto che la cassa avrebbe emesso uno squillo proprio ogni dieci minuti: per mia sfortuna il suono svanì troppo in fretta e non riuscii a caprine l'origine, così tentai di nuovo di concentrarmi. Chiusi gli occhi e cercai di escludere tutti gli altri suoni attorno a me. Alla mia destra iniziai a sentire uno scrosciare d'acqua, diventava sempre più forte, ma sentivo che non c'era solo quello, doveva esserci altro. Rimasi ad ascoltare quel suono per po' di tempo, cercai di analizzarlo quanto più a fondo possibile. Poi, all'improvviso, sentii una piccola vibrazione che veniva da sotto la terra. Poteva essere qualsiasi cosa, ma decisi di andare a controllare. Aprii gli occhi e schizzai alla velocità della luce lungo la direzione indicata dal suono. Gli alberi sparivano alle mie spalle e tutti gli studenti incontrati per la strada mi guardavano straniti. Mentre correvo riconobbi i due ragazzi che erano con Roy, avevano un oggetto in mano e gridavano di gioia. Il terreno sotto di me iniziò a diventare irregolare, il suono dell'acqua si faceva sempre più forte. Di nuovo la cassa emise un suono, ma stavolta ero preparato. Scattai alla mia destra seguendo il corso del fiume, sentivo il suono così vicino, poi svanì. Mi fermai perché capii che andare oltre era inutile, il suono doveva provenire dal punto in cui mi trovavo. Così mi sedetti per l'ennesima volta, e facendo uso del mio udito tentai di captare la vibrazione.
Iniziavo a sentire qualcosa sotto la superfice della terra, era come un cellulare che vibrava ininterrottamente e continuamente: era quasi fastidioso. La cassa doveva sicuramente trovarsi lì sotto e, dato che accanto ad essa sentivo anche l'acqua, sicuramente era stata sotterrata accanto al fiume. Mi piegai sulle ginocchia e iniziai a scavare: intanto il timer nella mia tasca vibrò ricordandomi che mi rimanevano quindici minuti alla fine. Janus non doveva aver nascosto la cassa troppo in profondità, una volta presa sarei tornano subito indietro. La terra iniziava a farsi più dura per via dell'acqua che la bagnava, non avevo ancora trovato niente, così iniziai a pensare di aver completamente sbagliato zona e che fosse tutto frutto della mia immaginazione. Poi la mia mano colpii qualcosa di solido, alzai un ultimo cumolo di terra e finalmente la trovai: una piccola sfera nera che vibrava. Mi alzai, feci brillare i miei occhi e ruggii alla luna. Non sapevo se attraverso un ululato potessi comunicare le emozioni, ma di sicuro attiravo l'attenzione. Afferrai la sfera con i denti e iniziai a correre a ritroso seguendo il mio odore. Rimanevano dieci minuti, il tempo stava quasi per scadere ed io speravo che Lena e J fossero riusciti a superare la prova. Mentre correvo, vidi l'uscita della foresta. La luce lunare, riflessa sul terreno, colpiva il punto esatto da cui ero entrato, saltai, feci una capriola e atterrai esattamente davanti a Roy.
«Bene, vedo che ci sei riuscito» Roy sorrise e mi tese la mano.
«Ammetto che sotterrare la cassa accanto al fiume è stata una mossa geniale. Credo che Janus lo abbia fatto per confondere la vibrazione con lo scorrere dell'acqua. Vero?» Mentre parlavo, rilasciai la sfera piena della mia saliva e cercai Janus per ottenere il suo consenso.
«Quindi sei stato tu a trovarla, bene, mi fa molto piacere.» L'uomo dalla barba rossa apparve da dietro Roy, prese un fazzoletto dalla sua tasca e ripulì la sfera. Poi raggiunse uno scatolo e la infilò dentro.
«Credo sia ora che tu raggiunga i tuoi compagni, sono tutti nell'arena. Ah, la prossima volta, quando porti a termine una qualsiasi prova, evita di farti sentire da mezza città. Te ne sarei molto grato, Raccon» Roy mi diede una pacca sulla spalla e poi controllò l'orologio.
«Lo terrò a mente» dissi.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...