Capitolo 85

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«Sicuramente, qualcuno che lancia un cervo senza testa nella classe dove ci sono degli studenti, non possiede buone intenzioni, vero?» chiese J mentre correva verso il cortile.

«Di certo non vuole darti il benvenuto» rispose Lena.

Una volta raggiunto il cortile, ci avvicinammo alla folla e notammo che Roy era affiancato da un secondo uomo: alto quasi due metri, lunghi capelli castani e due occhi azzurri come l'oceano. L'uomo aveva un fulmine tatuato sul collo, il viso pareva quello di un ragazzo di appena venticinque anni. In quel punto erano radunati quasi tutti gli studenti, l'aria cominciava a scaldarsi e a diventare irrespirabile, c'era un continuo mormorio provocato dalla situazione. Avevo la testa in fiamme, mi sentivo andare totalmente in pezzi. J era totalmente spaesato, i suoi occhi si accesero di un giallo sfavillante, zanne e artigli fuoriuscirono dal corpo. Lo sentivo, stava per perdere il controllo davanti a tutti. Poi, una mano si strinse attorno la mia e quella di J, due occhi scarlatti penetrarono nel nostro sguardo e di nuovo sentii quella sensazione: una pressione che mi obbligava a obbedire a qualsiasi ordine. Era simile a quella che avevo provato con Roy, solo che questa volta era Lena ad esercitare il suo potere. Sentii la calma pervadere il mio corpo, tutta la rabbia svanì nello stesso attimo in cui incontrai lo sguardo di Lena. Sentivo che anche J tornava alla normalità. All'improvviso la voce di Roy tuonò nell'aria. Il silenzio cadde davanti a noi.

«Cari Ragazzi e professori di tutta la scuola, non avrei mai voluto che si venisse a sapere in questo modo. Avrei voluto aspettare fino a quando tutto sarebbe stato pronto, ma ormai il tempo è scaduto e ci rimangono appena tre mesi per prepararci. Tre mesi di preparazione, per una guerra, sono pochi, soprattutto considerando le nostre condizioni. I licantropi sono delle creature fantastiche, potrebbero affrontare una battaglia facendo affidamento solo sul loro istinto. Ma l'istinto contro gli Occhi Bui non basta. Qualche minuto fa, in un'aula contente gli studenti del primo anno, è successa una cosa che ha del macabro. Vi risparmierò i dettagli, ma sappiate che da oggi siamo in guerra. Il motivo mi è totalmente sconosciuto, purtroppo. Io e Alexis non siamo abbastanza forti per affrontare questa battaglia da soli, abbiamo bisogno del vostro aiuto. Non vi negherò che sono al corrente di tale notizia da più di qualche settimana, grazie all'aiuto di una persona che ora non è qui. Ho aspettato di preparare tutto l'occorrente, ma non è stato abbastanza. Una settimana fa ho dato la notizia a due studenti della nostra scuola, Kiran ed Emily. In questo momento sono ad allenarsi. Non voglio mettervi panico, ma sappiate che la guerra è vicina. Gli Occhi Bui sono un clan molto pericoloso, abili nella caccia e nel combattimento. Il loro comandante, Envy, è molto forte. E a quanto pare vuole scatenare la guerra solo per il mero gusto di guadagnare potere.» Mentre Roy parlava, notai la paura e la tristezza affiorare sul suo viso. Il volto era tirato per la pressione e delle piccole rughe si formavano sulla fronte. 

«Roy, saremo pronti a seguirti ovunque» una voce si alzò tra gli studenti «Ma dicci come fare ad aiutarti.»

«Sotto la scuola, precisamente al terzo piano interrato, ho fatto costruire un'arena. Avrei voluto utilizzarla per organizzare dei giochi o delle gare tra studenti, ma ora servirà ad allenarci. Non ho nient'altro da dirvi se non che il programma di studi verrà particolarmente ridotto. Per il bene della nostra accademia, della nostra città e di noi stessi, faremo meglio a sfruttare tutto il tempo a disposizione. Prego tutti voi studenti di presentarvi domani al pian terreno, Kiran sarà lì ad aspettarvi. Insieme vi condurremo nel luogo prestabilito» Roy finì di parlare e abbandonò il cortile.

Ero talmente sconvolto da non sapere nemmeno cosa fare o pensare. Ero nel blackout più totale. Lena prese la mia mano e mi trascinò sotto un albero che faceva ombra. Il sole splendeva alto nel cielo, e la luce emanata da esso colpiva le foglie degli alberi disegnandone l'ombra per terra. Io, Lena e J ci sdraiammo con la testa rivolta al cielo, non avevo idea di cosa loro due stessero pensando ma sapevo cosa passava nella mia testa. Di certo non ero felice di quella notizia, ma soprattutto, non avrei mai immaginato di dovermi trovare a lottare per la sopravvivenza. Avrei voluto scappare, allontanarmi il più possibile, ma una parte di me, nel profondo, mi diceva che era destino che io rimanessi, che era la cosa giusta da fare. Mi ci vollero parecchi minuti prima che la mentre tornasse lucida. Da quando ero stato morso da Lena avevo fatto grandi progressi, ero riuscito a dominare le mie abilità e a potenziarle, ero più forte e più veloce, ma non sapevo se questo sarebbe stato sufficiente. Oltre a Lena e a suo padre, non avevo mai affrontato nessun'altro licantropo in modo serio. Avevo affrontato J mentre era fuori controllo, ma non poteva definirlo un vero e proprio confronto. Speravo solo che questo Kiran e questa arena ci avrebbero aiutati a sopravvivere.

«Tesoro, stai bene?» domandò Lena guardandomi.

«Bro, tutto ok?» chiese J a seguito.

Guardandoli in viso, però, mi accorsi che avevo un compito molto più importante. Dovevo difendere la ragazza di cui ero innamorato e il mio migliore amico. Se non avessi voluto lottare per Roy, avrei dovuto farlo per loro.

«Tutto ok» risposi, ricambiando i loro sguardi.

Lena si avvicinò e accarezzò il mio viso teso per la l'ansia e la preoccupazione. Con la mia mano cercai la sua e la strinsi a me. Poi mi ricordai di J e di Lisa. Dovevo avvertire J della scoperta fatta al terzo piano, non era un'ottima idea avvisarlo in quel momento, ma sarebbe stata l'unica buona notizia in quella giornata.

«Bro, ho trovato un modo per andare da Lisa» dissi mentre avevo la testa di Lena poggiata sul mio petto.

«Davvero? Spara allora» disse J sorpreso.

«La foresta accanto alla Revive è direttamente collegata con la riserva naturale di Oaktown. Dimezza l'intero percorso, perciò, invece di usare l'autostrada e rischiare di essere investito mentre corri, puoi usare la foresta. Non dovresti metterci molto, però non so in quale punto del paese tu possa uscire.»

«Nessun problema. Grazie per avermi avvisato, credo che ci andrò immediatamente» J mi sorrise e mi batté il cinque. Poi salutò Lena e abbandonò il cortile per raggiungere Lisa.

Qualche minuto dopo, dai megafoni appesi a uno dei pali del cortile, vi fu un annuncio. Le lezioni sarebbero state sospese fino a nuovo ordine, quindi tutti gli studenti erano liberi di lasciare la scuola. Io e Lena passammo qualche altro minuto a fissare il cielo, poi ci alzammo e ci incamminammo verso l'uscita. Passeggiamo per la città guardando i cittadini di Soldor vagare felici per le strade del centro, ignari di ciò che stava per succedere. Chi avrebbe mai immaginato che mi sarei trovato a combattere in una guerra tra licantropi... il pensiero mi provocò una risata portando Lena a chiedermi il motivo.

«Nulla tesoro, una guerra era l'ultima cosa che mi sarei aspettato dalla mia vita. Non l'avevo nemmeno presa in considerazione» disse mentre camminavamo mano nella mano.

«Lo so, ma ormai facciamo parte della Revive, non possiamo scappare via.»

«Non sono pronto ad affrontare una situazione del genere» ammisi con lo sguardo fisso sull'asfalto.

«Nemmeno io» rispose Lena.

Vagammo per la città fino al tramonto. Eravamo arrivati in una zona priva di palazzi, negozi o qualsivoglia abitazione, sembrava essere un posto totalmente abbandonato. Davanti a noi, la grande sfera di fuoco, con sfumature rosse e arancioni, iniziava ad abbandonare il cielo per nascondersi all'orizzonte. Camminammo per quel luogo abbandonato fino a raggiungere una piccola altura formata da rocce e sassi di varie forme. Da quel punto si vedevano le grandi montagne di Soldor, la flebile luce del sole colpiva la superfice montuosa portando alla vista quasi ogni suo sentiero o crepa. Piccoli alberi facevano capolino tra le montagne, e il debole frinire di una cicala donava all'atmosfera un senso di pace e tranquillità. Guardando le montagne, pensai che era impossibile che qualcosa di così bello potesse contenere qualcosa di brutto come gli Occhi Bui. Rimanemmo lì fino a quando la luna fu alta nel cielo. Il buio circondò completamente la città e le montagne. Mentre tornavamo verso casa mi trovai a riflettere su molte cose: avevo molte domande nella testa e solo a poche di esse sapevo dare una risposta. Quando finalmente varcammo la porta d'ingresso e raggiungemmo la nostra stanza, Lena mi si parò davanti e mi avvolse in un abbraccio. Sentii il mio corpo unirsi al suo, ci incastravamo alla perfezione. Come pezzi di un puzzle fatti per adattarsi l'uno alla forma dell'altra. Le sue labbra si avvicinarono alle mie, delicatamente le afferrai il viso e le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. Poi la baciai. Rimanemmo così fino a quando non fummo troppo stanchi e decidemmo di andare a letto. Il giorno dopo avremmo capito come gestire meglio quella terribile situazione.

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