Guardandola, provai un po' di tristezza e malinconia. Per ben diciotto anni ero stato parte integrante della sua vita: mi aveva cresciuto, coccolato e curato quando ne avevo bisogno. Per lei, come tutte le mamme, era difficile vedere il proprio figlio lasciare casa e andare per la propria strada. Per mio padre, invece, era diverso, non faceva altro che dirmi di divertirmi, di studiare e di trovare un lavoro che mi permettesse di togliermi qualsiasi desiderio: lui era la parte logica, mia madre era molto più sentimentale. Poi c'era Alis, senza di me sarebbe stata la principessa della casa: ora tutte le attenzioni sarebbero ricadute su di lei, ed era proprio quella che voleva. Le dispiaceva che io andassi via, ma, allo stesso tempo, non vedeva l'ora.
Il sole lasciò spazio alla luna e alle sue stelle, la notte calò e mi recai nella mia stanza per dormire. I bagagli erano già vicini all'ingresso, pronti per essere caricati sul bus che ci avrebbe portati a Soldor. Mi stesi sul letto e, in un attimo, mi addormentai. All'improvviso fu mattina, la sveglia iniziò a suonare incessantemente. Mi alzai dal letto e iniziai a vestirmi, in pochi minuti ero pronto per partire. Casa mia si trovava a pochi isolati dalla fermata degli autobus, Lena, J e Lisa si sarebbero fatti trovare davanti casa alle otto, così da andare tutti insieme. Feci colazione e poi salii in camera per assicurarmi di non aver dimenticato nulla. Il letto era già stato messo in ordine da mamma, le finestre erano aperte permettendo alla luce di illuminare tutta la stanza. Lentamente, diedi una controllata a tutta la camera, diedi uno sguardo alla libreria contente i miei libri e fumetti preferiti, aprii il cassetto che ospitava i miei videogiochi e i Blu-ray delle mie serie tv preferite e infine presi in mano il visore della PSV. Da quando ero diventato un licantropo avevo completamente smesso di giocarci, a dire il vero, avevo smesso di dare importanza alle mie passioni. Avevo smesso semplicemente di pensarci, ma vederlo mi fece tornare la voglia di giocare.
Chiudere gli occhi e allontanarmi per un attimo dalla realtà, in quel momento, volevo solo quello: accesi la console e indossai il visore. Tutto svanì e la magia virtuale apparve davanti a me: i pixel davanti i miei occhi si ammassarono fino a quando non formarono il titolo del mio gioco preferito "Lost in Greigax", selezionai "Carica Salvataggio" e poi entrai nel mondo. Passai una buona mezzora a saltare e ad affettare nemici con la spada e il blaster shocker XK7, poi una notifica mi apparve sullo schermo: Lena e gli altri erano davanti la porta di casa. Soddisfatto della mia partita, spensi la console e posai il visore davanti la tv. Mi alzai e mi diressi verso la porta, sapevo che non era l'ultima volta che avrei visto la mia stanza ma, lasciarla per andare a vivere da un'altra parte, significava lasciare un pezzo della mia adolescenza. Chiusi la porta e mi diressi all'ingresso, mia mamma aveva già fatto entrare tutti in casa; J era in cucina, non sapeva dire di no al cibo offerto da mia madre; Alis chiacchierava con Lisa e Lena, mentre io ero l'unico che fissava tutti in mezzo al salotto come uno stoccafisso.
«Salve» dissi per farmi notare.
«Ehi bro» urlò J dalla cucina.
«Buongiorno Raccon» rispose Lisa.
«Buongiorno, tesoro» disse Lena dandomi un bacio sulla guancia.
Qualche minuto dopo, presi i bagagli e uscii di casa seguito da tutti gli altri. Mamma, papà ed Alis mi seguirono fino al cancello esterno per salutarmi: mi guardai attorno e notai che l'unica cosa diversa, lungo la strada, era la macchina dei miei genitori parcheggiata davanti casa. Tutto il resto era uguale, tutto era immobile, niente era cambiato in quei diciotto anni vissuti in quel posto...mi sentivo malinconico e felice allo stesso momento.
Mi girai verso mia sorella, sorrisi e poi la strinsi a me in un abbraccio.
«Ora vado via, ma ti prometto che tornerò presto. Non cantare vittoria» dissi, ridendo.
«Fa buon viaggio fratellone.» Notai una leggera nota di tristezza nelle parole di Alis, le sarebbe mancato qualcuno con cui condividere segreti.
Mamma e papà mi presero e mi stritolarono tra le loro braccia
«Il mio bambino» disse mamma con faccia triste.
«Mamma andiamo, non davanti a loro» dissi, imbarazzato.
«Oh avanti, bambino, non preoccuparti. Non lo diremo a nessuno» disse J, con un grosso sorriso sulle labbra.
«Ecco, perfetto» dissi, passandomi una mano sul viso «Ora vado, altrimenti perdo l'autobus.»
«Autobus? Chi ha mai parlato di autobus. Tieni, te le sei meritate.» Vidi qualcosa partire dalle mani di papà, non capii cosa fosse ma afferrai l'oggetto primo che mi colpisse il viso.
«Tu mi stai...» Ero sorpreso, mai avrei pensato che mio padre mi lasciasse le chiavi dell'auto. Era l'ultima cosa a cui avrei pensato.
«Tu mi stai...» Ero sorpreso, mai avrei pensato che mio padre mi lasciasse le chiavi dell'auto. Era l'ultima cosa a cui avrei pensato.
«Consideralo un regalo per il diploma.»
«Grazie papà» Lo abbracciai e poi mi diressi verso la macchina.
Mentre i miei genitori salutavano i miei amici, io mi preoccupai di caricare tutti i bagagli in auto. Una volta finito, mi sedetti al posto di guida, avviai il motore e iniziai a modificare la voce del computer della macchina. Lena mi raggiunse subito dopo mentre J rimase qualche altro minuto a salutare la sua ragazza.
«Jayden, ci sei?» Era bello poter parlare di nuovo al computer della mia auto.
«Affermativo, comandante supremo.» ora Jayden parlava con la voce di C3PO.
«Bene, imposta la direzione per Soldor.»
«Certo, comandante.» Il percorso apparve sullo schermo digitale alla mia destra: il computer segnava una durata di viaggio vicino alle due ore. Ero sorpreso, non pensavo fosse così vicino. Ora dovevo solo farmi dire la via del nostro appartamento, in modo da aggiungerla al percorso del navigatore.
«Tesoro, ricordami la via dell'appartamento» dissi.
«Trentaseiesima strada, Lounge Avenue. È l'unico appartamento a non avere più il cartello "Vendesi".»
«Sentito Jayden?» chiesi rivolgendomi al computer.
«Affermativo.» La voce del computer si spense, aspettai che J entrasse in auto e poi partimmo a tutta velocità.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...