Il cellulare di Lena iniziò a squillare, erano i suoi genitori. Uscì dalla stanza e rispose lasciando me e J da soli.
«E non voglio che vi tratteniate per me. Avete diritto alla privacy» disse J con sorriso ironico.
«Ehm, di cosa stai parlando esattamente?» In realtà, avevo già capito, ma speravo che intendesse dire altro.
«Ti sei dimenticato che anche io ora posseggo un ottimo orecchio? Vi ho sentiti ieri sera, fate un gran bel baccano. E fortuna che vi stavate trattenendo» J scoppiò in una grossa risata mentre io avvampai di rosso per l'imbarazzo.
«Bro! Che cavolo, ma dovevi proprio dirlo?»
«Pagherei per rivedere questa faccia all'infinito» John continuava a ridere.
«Sei incredibile» mi passai una mano sul viso e poi scoppiai a ridere anche io.
Lena rientrò nella stanza e, vedendoci ridere, assunse un'espressione confusa. Fortunatamente non si fece domande.
«Tesoro, mamma mi ha chiesto se potevi telefonare sia lei che i tuoi genitori. Ti stanno chiamando da ieri, ma non rispondi» Poi Lena si voltò verso John «Tua madre ha chiesto di chiamarla, nemmeno tu rispondi al cellulare» Annunciò Lena «Possibile vi siate dimenticati di avvisare i vostri genitori?»
D'un tratto mi ricordai che, sia io che J, avevamo spento il cellulare prima di partire, non lo avevamo ancora acceso. Già immaginavo la reazione delle nostre famiglie.
«Credo sia meglio tornare a casa e chiamare. Altrimenti rischiamo di trovarli davanti la porta entro domani.»
Chiudemmo la porta della stanza e uscimmo all'aria aperta. Mentre scrutavamo in giro, notammo che la parte posteriore della Revive era molto più lunga e profonda rispetto a quella frontale, era lì che aveva tutte le stanze, le classi e i laboratori. Usciti da scuola, passammo davanti al parco giochi: varie famiglie erano intente a giocare con i bambini sulle altalene. Ci fermammo ad osservarle e poi prendemmo la direzione di casa. Ormai l'ora di pranzo era passata, così, durante il tragitto, ci eravamo fermati ad ammirare i negozi e a mangiare in un fast food scoprendo quanto fosse diverso anche solo il cibo di quel posto. L'aria della città era calda e pesante, le macchine scorrevano tranquille sulle vie principali. Era tutto diverso, troppo diverso da Oaktown. Io e J riaccendemmo i cellulari e chiamammo i nostri genitori. Quando fu sera, J finì di preparare i bagagli deciso di trasferirsi alla Revive.
«Ti rifaccio la domanda. Sei proprio sicuro?» chiesi.
«Assolutamente sì.» rispose John col sorriso sulle labbra.
«Va bene Bro, ci vediamo a scuola allora.»
«Vorrà dire che sistemeremo Lisa nella stanza libera, se mai decidesse di venirci a trovare» rispose Lena abbracciando J.
J si mise le valige sulle spalle e fece per uscire.
«Quando succederà, dovrai stare attento anche tu, ho un ottimo udito anche io.» Ci scambiammo un sorriso d'intesa e poi J uscì chiudendosi la porta alle spalle.
«Cosa significa?» chiese Lena.
«Niente, roba da ragazzi» risposi. Lena roteò gli occhi e tornò sul divano.
Durante la settimana che precedette l'inizio delle lezioni, io e Lena decidemmo di esplorare la città. A Soldor vi era un mercatino dell'usato, all'interno di esso si poteva trovare di tutto: blu ray di vecchie serie tv, videogiochi a prezzi scontati, quadri, fumetti, dischi musicali, console e perfino dei vestiti. Quello che mi lasciò sorpreso fu l'affluenza di ragazzi della mia stessa età e la qualità dei prodotti. Infatti, se si comprava un film, un gioco o un qualsiasi altro aggeggio multimediale, c'era una persona addetta a mostrarne il corretto funzionamento. Al costo di venti zargas riuscii a portarmi a casa ben due videogiochi, usciti pochi mesi prima, per la PSV. Lena comprò vari quadri delle sue serie tv preferite e dei blu ray di film che non avevamo mai visto. Ovviamente, cercammo anche di comprare qualcosa per l'appartamento, come le posate, piatti, tazze e bicchieri: comprammo lenzuola di colore diverso per il letto e qualche pianta per decorare il giardino. Solo durante il primo giorno spendemmo circa un terzo del nostro budget mensile. Nei giorni successivi John decise di raggiungerci per fare un giro in città. Scoprimmo che c'era un Pub avente lo stesso nome di quello di Oaktown, visitammo anche i vari musei e parchi. A pochi metri dal centro città, in una zona quasi nascosta, vi era una sala giochi avente console e cabinati di ogni tipo: inutile dire che io e J impazzimmo alla sua vista. In serata, decidemmo di spostarci in una via dove vi erano negozi di ogni tipo e locali di ogni genere. Lena perse la prima ora a provarsi dei vestiti e delle scarpe, e io fui costretto ad accompagnarla. Percorremmo tutta la via fino a quando non entrammo in ogni singolo negozio della zona, alla fine, stanchi e affamati, tornammo a casa.
Nei giorni seguenti sistemammo tutta la roba che avevamo comprato nei vari angoli della casa: inoltre, a pochi giorni dalla nostra iscrizione, un postino della Revive, a nostra insaputa, venne a consegnarci i vari libri di testo: tutto in modo assolutamente gratuito. Avremmo potuto usarli come mattoni per ristrutturare la casa, per quanto erano grossi. Non passò nemmeno un giorno senza che i miei genitori, o quelli di Lena, chiamassero al cellulare: le conversazioni vertevano su argomenti come "Hai mangiato?" oppure "Ti cambi i vestiti tutti i giorni?". Da mia mamma non potevo aspettarmi altro, mia sorella, invece, iniziava a mostrare una leggera nota di malinconia, sentiva la mia mancanza. Mio padre non faceva altro che dirmi di trovare un lavoro che occupasse il tempo che non usavo per studiare, non pensavo che sarebbe stata un'ottima idea, ma comunque volevo fidarmi dei suoi consigli: sentii al telefono anche i genitori di Lena, e lei fece lo stesso con i miei. Ovviamente, non mi dimenticai della mia seconda famiglia: i genitori di John. Raccontai loro ogni particolare che mi veniva in mente, le varie giornate passate a sistemare la casa e quelle dedite a esplorare piccole parti della città. Ne furono felici.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...