Kiran e J tentarono di colpirmi nuovamente, ma ebbi il tempo di gestire la situazione. Prima afferrai J dal braccio destro e glielo spezzai, poi lo alzai in aria dal collo della maglia e lo sbattei al suolo alzando una grossa nube di polvere. Afferrai Kiran per il collo e lo lanciai contro il muro, mi girai e vidi Emily che correva verso di me. Chiusi la mano destra in pugno, corsi verso l'ammasso di capelli corvini che mi veniva addosso e colpii il centro del suo stomaco. Emily barcollò e cadde al suolo come un sacco di patate. Mi girai verso Kiran e J e notai che barcollavano nel tentativo di rialzarsi, ma ancora non avevano deciso di arrendersi: al contrario di Emily, che non aveva alcuna intenzione di alzarsi. Io intanto avevo ripreso il pieno controllo della situazione, ero del tutto cosciente e riuscivo a decidere in modo lucido. La forza che si era scatenata dentro di me era la stessa del combattimento contro Roy, solo in quel momento capii che l'obiettivo dei miei amici era quello di farmi riassaggiare quel potere, ma questo non significava che ora ci sarei andata piano con loro.
Ora che avevo quasi il pieno controllo di quella forza, chiusi gli occhi e mi concentrai al massimo delle mie momentanee possibilità. Sentii il mio corpo bruciare di una nuova forza e, senza dare il tempo a Kiran e J di agire, corsi verso di loro a tutta velocità. Con un placcaggio degno del miglior giocatore di rugby, afferrai Kiran per la vita e lo sbattei a terra, poi mi girai e colpii J in viso con tutta la forza che mi era rimasta. Finalmente era tutto finito, trassi un respiro profondo e caddi a terra sfinito. Tutto il potere era andato via, di nuovo, ma il non essere svenuti era un enorme passo avanti. Con molta calma, portai il braccio destro in alto e alzai in pollice in segno di ringraziamento verso i miei amici.
«Grazie ragazzi» dissi col braccio ancora alzato.
«Di niente amico, quando vuoi» rispose Kiran rialzandosi dolorante.
«Bro, sei vivo?» chiesi.
«Sì, grazie del pugno in faccia» continuò John tossendo.
«È stata una pessima idea» aggiunse Emily.
«Dai tesoro, è stata per una buona causa. Non ti sei divertita nemmeno un po'?» chiese Kiran mentre aiutava la sua ragazza rimettersi in piedi.
«Forse» Emily sorrise e poi abbracciò Kiran.
Intanto, Lena era venuta per aiutare ad alzarmi da terra, non riuscivo a muovermi e mi sentivo a pezzi. Ne avevo incassate parecchie e ora iniziavo a subire le conseguenze di tanto sforzo.
«Sai, Raccon, non che io sia invidioso di questo tuo nuovo super potere, ma avresti potuto avvisarci. Avremmo avuto più tempo per allenarti a controllare questa cosa, invece ci siamo ridotti all'ultimo momento. Comunque, è una cosa assurda, alla fine pensavo di averti completamente sfinito, poi ho visto qualcosa cambiare in te, forse anche il colore dei tuoi occhi era diverso. Quando mi hai colpito, è stata come una scossa di energia, non avevo mai ricevuto un colpo così forte. Ti faccio i miei complimenti, amico.» Kiran mi si avvicinò e mi tese la mano. L'afferrai con la poca forza che mi era rimasta e la strinsi.
«Solo fortuna, nient'altro» risposi mentre ero appoggiato a Lena «Tesoro, tu eri al corrente di tutto questo e hai mantenuto il segreto?»
«Si, ne ero a conoscenza. E mi spiace non averti detto nulla, ma J ha insistito parecchio e fortunatamente il suo piano ha dato dei risultati concreti. Almeno sai che sei in grado di accedere a tanta potenza, non male, vero?» Guardavo Lena negli occhi e percepivo tutta l'ansia che aveva provato durante lo scontro, se lo avessi saputo prima, avrei rifiuto di partecipare al piano del mio amico. Non volevo che Lena si preoccupasse inutilmente: era sempre uno scontro tra amici, ma lei aveva il vizio di preoccuparsi modo eccessivo.
«Mi spiace averti fatto preoccupare» le sussurrai nell'orecchio.
«Ehm, piccioncini, dovremmo andare adesso» urlò John.
Rientrammo dalla porta del cortile e raggiungemmo la camera di J, che per quella notte sarebbe stata anche la nostra. Quando finalmente fui in camera di J, mi lanciai sul letto a peso morto: ero talmente stanco da non avere voglia di togliermi i vestiti.
«Grazie J, grazie per avermi aiutato anche se non te lo avevo chiesto» Farfugliai mentre avevo la faccia contro il materasso.
«Anche se ero occupato con Lisa, sapevo che quel potere per te era diventato quasi un'ossessione. Ti ho osservato, e lo ha fatto anche Lena. Ma lei non aveva il coraggio di lottare contro di te e portarti allo sfinimento, è troppo innamorata, non riuscirebbe ad alzarti un dito nemmeno per scherzo. Vero?» continuò J guardando Lena.
«Si, in parte» dissi guardandomi le mani.
«Ragazzi, credo che ora sarebbe saggio andare a letto. Tesoro, vedi quel bellissimo sacco a pelo per niente comodo?» disse Lena indicando un ammasso di coperte blu ammucchiate accanto al letto di J.
«Purtroppo...» risposi.
Lena lanciò un'occhiataccia a John e poi mi sorrise «Quello sarà il nostro letto.»
«Scusa Bro» John sorrise e poi si stravacco sul letto addormentandosi in tempo record.
I minuti passavano ed io non riuscivo a dormire, sentivo delle voci che provenivano dalla foresta e l'incessante russare di J. Avrei voluto guardare fuori dalla finestra, ma la paura di trovarci gli Occhi Bui, in preda ad un assalto improvvisato, mi impediva di muovermi. Ero inquieto e continuavo a rigirami nel minuscolo spazio lasciatomi da Lena: probabilmente ero l'unico sveglio in tutta la scuola, forse ero l'unico sveglio in tutta Soldor. Gli altri non sembravano subire la mia stessa tensione, io, invece, ero una bomba pronta a esplodere.
«Tesoro, perché non dormi?» sussurrò Lena nel silenzio della stanza.
«Non riesco, l'ansia mi sta uccidendo» risposi rannicchiandomi vicino a lei.
«Anche io sono preoccupata, ma se non recuperi le forze, sarà peggio. Ricorda che devi guidare il tuo piccolo gruppo alla vittoria, tutti loro credono in te, tutta la scuola crede in te dopo che hanno visto quello che hai fatto» Lena poggiò una mano sul mio viso e lo accarezzò dolcemente.
«Non mi importa della loro fiducia, non sono in grado di controllare quel potere.» Ero in preda al panico e stavo per avere una crisi. In quel momento capii di non essere così tanto diverso da un comune essere umano. Il morso di Lena mi aveva elevato a un livello superiore, ma ero ancora un ragazzino appena uscito dal liceo.
«Se non ti importa della loro fiducia, allora credi in me. Su di me potrai sempre contare, e domani sarò lì con te. Ricorda, non ti lascerei solo per nulla al mondo. Ti amo.»
Le parole di Lena mi rincuorarono e riuscirono a calmarmi. Certe volte dimenticavo di avere una ragazza così forte al mio fianco, ma fortunatamente c'era lei a ricordamelo rimettendomi la testa a posto ogni volta che la perdevo.
«Ti amo, Lena.» Avrei voluto aggiungere altre parole, avrei voluto dirle quanto mi sentivo fortunato ad averla vicino, ma il suo sguardo mi fece capire che non c'è ne sarebbe stato bisogno. Così mi avvicinai al suo viso, spostai una ciocca di capelli che le copriva il collo e le diedi un bacio sulle labbra. L'ultima cosa che vidi prima di addormentarmi furono i suoi occhi, due grandi sfere color nocciola che si stagliavano nel buio della stanza.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...