Capitolo 24

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Al raggiungimento dei quindici anni, il corpo di Kiran iniziò a cambiare. Vide il suo corpo crescere e trasformarsi, crebbe fino a raggiungere il metro e ottanta d'altezza e sviluppò gran parte della sua massa muscolare. I suoi capelli, che erano perfettamente ricci, cambiarono, divenendo quasi tutti ondulati: però, nonostante il cambiamento, non riusciva ancora ad amare il suo riflesso nello specchio. Sapeva di essere un ragazzo con delle abilità particolari, non avrebbe mai voluto cambiare quella parte della sua vita, ma avrebbe tanto voluto sapere da quale parte della sua famiglia avesse preso il colore degli occhi o dei capelli. Era un pensiero che, a gli occhi degli altri, poteva sembrare stupido, ma per lui era importante: infondo, erano le uniche cose che potevano ricondurlo ai suoi genitori. Col passare del tempo, Kiran sviluppò un atteggiamento di contrasto verso il mondo e di chi li stava intorno. In realtà, nonostante dimostrasse il contrario di ciò che voleva realmente, a Kiran piaceva stare in compagnia di altre persone. Nel profondo, avrebbe voluto tanto cambiare, ma non riusciva a dare una svolta al suo modo di essere: si sentiva come il pezzo di un puzzle che non riesce a incastrarsi con tutti gli altri.

Questo malessere dipendeva dalla mancanza dei suoi genitori, da piccolo non riusciva a capire il perché se ne fossero andati, ma pensava che sarebbero tornati a riprenderlo. La notizia della loro morte lo sconvolse ancora di più, portandolo al rifiuto di qualsiasi altro tipo di affetto. Crescendo, la rabbia verso il mondo, che li aveva portato via i genitori, e la tristezza, lo portarono ad isolarsi e a sfogarsi sulla prima cosa che appariva davanti a i suoi occhi: la scuola. Sin da piccolo, Kiran, aveva sempre tenuto le sue lezioni scolastiche alla Revive, che prima non ospitava soltanto corsi universitari, ma forniva un percorso scolastico completo. Roy ed Alexis avevano capito che il ragazzo non interessato alla scuola, ma decisero di farli superare il liceo come tutti i suoi compagni di classe. Era stato un gesto sbagliato, ma speravano che, crescendo, sarebbe cambiato in meglio. Ora Kiran frequentava l'università e Roy non poteva permettersi di promuoverlo se da parte sua non c'era alcun interesse nello studio. Lentamente, Kiran, iniziò ad allontanarsi ulteriormente da tutti coloro che provavano a mostrare un po' di affetto, preferendo sempre di più la solitudine alla compagnia. La notte, all'insaputa di tutti, usciva fuori dalla Revive e si dirigeva sulle montagne di Soldor. Saltava giù dalla finestra e, a gran velocità, percorreva i dieci chilometri che separavano la scuola dalle montagne. Per Kiran non esisteva cosa più semplice, a scuola veniva considerato il licantropo più veloce e forte di tutti. Primo in tutti gli sport, l'unica cosa che faceva bene, si era guadagnato il nome di "Furia". Una volta arrivato sulle montagne, non faceva altro che sdraiarsi sull'erba e guardare le stelle. Chiudeva gli occhi e si rilassava, il leggero vento notturno, che soffiava sulle montagne, li accarezzava il viso. E la luna, alta e splendente, illuminava tutto il suo corpo donandoli una carnagione candida. Se ne stava lì fino al sorgere del sole e poi tornava a scuola. Faceva tutto senza farsi vedere, fino a quando, un giorno, inciampando contro una sedia lasciata lì apposta da Alexis, si fece scoprire. Ovviamente fu punito, e fu obbligato ad assistere a tutte le lezioni della giornata.

Calò la sera sulla Revive, Roy e Alexis era davanti al fuoco a cucinare un grosso cervo che avevano cacciato il giorno precedente.

«Sai, devo ammettere che sei ancora un asso nella caccia» disse Alexis mentre girava la carne sul fuoco.

«Lo so, lo so. Sfoderare zanne e artigli, correre per la foresta e sentire il profumo della preda, mi fa sentire vivo. E poi mi serve d'allenamento. Comunque tu non scherzi mica, sei davvero molto veloce, certo... non quanto Kiran» disse Roy ridendo.

«Lo so, quel ragazzo è fenomenale. Se riuscisse a cambiare atteggiamento potrebbe prendersi una laurea e uscire da questa benedetta accademia» disse Alexis mentre cospargeva di sale la carne.

«Lo so, ma ora pensiamo a cose serie. Quanto manca alla cottura?» Domandò Roy leccandosi i baffi.

«Cosa?» Esclamò Alexis sbalordito «Ma l'ho appena messa sul fuoco. Dovrai aspettare almeno altri dieci minuti di cottura» disse Alexis passandosi una mano sul viso. I grandi occhi azzurri si riflettevano alla luce del fuoco, mentre i lunghi capelli castani si schiarivano contro la luce della luna che arrivava dalla finestra.

Cronache Di Un Lupo - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora