Capitolo 21

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L'uomo era vestito con una camicia bianca e un gilet nero, classico completo da cameriere. Non sembrava molto felice di lavorare in quel locale, ma aveva un tono di voce amichevole. Chiusi il menù e feci cenno a Lena.

«Prima tu» dissi sorridendo.

Lena sorrise e comunicò la sua scelta.

«Per me dei ravioli al tartufo con una spolverata di pepe nero, invece come secondo un arrosto di carne mista.» Lena chiuse il menù e lo poggio educatamente sul tavolo.

«E per lei?» Chiese l'uomo mentre faceva scorrere le dita sulla tastiera.

«Io prendo dei cannelloni ripieni di carne di cinghiale, mentre, per secondo, lo stesso piatto che ha ordinato lei.» Il cameriere annuì con la testa e continuò a scrivere.

«Perfetto, per accompagnare la vostra cena posso tentarvi con del vino? O preferite dell'altro?»

Non ci pensavo nemmeno a bere del vino. A Oaktown, così come nell'intero stato, le leggi sulla somministrazione di alcolici, a ragazzi di età inferiori ai ventidue anni, erano molto severe. Io avevo compiuto diciotto anni da qualche mese, e il tasso alcolemico consentito alla guida doveva essere inferiore a sei. Le forze dell'ordine non lasciavano passare un ragazzo con un tasso alcolemico superiore a quello prestabilito. Se si veniva sottoposti a dei controlli, si rischiava la sospensione della patente e il sequestro temporaneo del veicolo. Papà non sarebbe stato molto fiero di me. Decisi di puntare sulla mia solita birra, sarei andato sul sicuro e non avrei avuto rogne in caso di controlli

«Preferirei ordinare una Draxer media.»

«Per voi?» chiese il cameriere rivolgendosi a Lena.

«Per me andrà benissimo dell'acqua naturale.»

Finite le ordinazioni, il cameriere sorrise, ripose lo smartphone nella sua tasca, riprese i due menù e si diresse in cucina per consegnare l'ordine. Mentre aspettavamo l'ordinazione, mi trovai a pensare che non ero mai andato a cena con una ragazza, le mie relazioni erano sempre durate due o al massimo tre settimane. Non sapevo bene cosa fare in una situazione simile, fino ad ora non ci avevo fatto caso perché avevo la testa impegnata nella conversazione con Lena e con la scelta dei piatti, ma ora? Cosa faccio? E se provo a iniziare una conversazione e dico qualcosa di sbagliato? Per tutti i frondoli, perché dovevo pensarci proprio ora? Stava andando tutto liscio.

«Tesoro tutto ok? Sembri teso come una corda di violino.»

"Dannazione, Lena si è accorta di tutte le paranoie che si stanno formando nella mia testa, devo calmarmi. E, soprattutto, devo smettere di battere il piede in terra per scaricare la tensione". Tentai di fare un bel respiro profondo e di rilassarmi. Mentre lo facevo, vidi la mano di Lena toccare la mia e stringerla, all'improvviso sentii che tutta la tensione scivolava via, era come se qualcosa dentro di lei stesse risucchiando tutte le mie paure e le mie ansie. Mi sentii svuotato da tutte le emozioni negative. In quel momento, a mente fredda e rilassata, capii che era inutile arrovellarsi su come comportarsi o su come agire ad un appuntamento con una ragazza, con Lena non avevo mai avuto questo tipo di problemi prima di stare insieme. Così feci un bel respiro e mi concentrai solo su Lena che, in quel momento, era davanti a me e voleva sapere il motivo della mia agitazione.

«Per me è la prima volta, non mi sono mai stato ad un vero appuntamento. Durante la mia adolescenza ho avuto solo relazioni, se così posso chiamarle, disastrose» mi sentivo in imbarazzo mentre lo confessavo, ma era la verità.

«Ti capisco, anche io non posso vantare tanta esperienza. Sono stata un anno con Lex, ma prima di lui ho avuto relazioni che non superavano il mese. È normale che tu ti senta un po'... insicuro, ma sta tranquillo, ci sono io qui con te, andrà tutto bene » disse Lena, guardandomi negli occhi

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