E infatti, quando la porti si aprì, mi si parò davanti la figura assonata del mio migliore amico: indossava una canotta blu scolorita e un paio di pantaloni molto larghi di colore nero. Una grossa ciocca di capelli andava a coprire la parte destra del suo viso, gli occhi, colpiti dalla luce esterna del sole, brillavano di un azzurro molto intenso. J sembrava stare bene, non aveva più l'espressione triste della sera prima, forse il discorso di Lena lo aveva davvero aiutato.
«Buongiorno, mia principessa» dissi facendo un inchino e scoppiando a ridere subito dopo.
«Ehi bro, cosa ci fai qui a quest'ora?» Domandò J coprendosi il viso per non farsi accecare dal sole.
«Sono venuto a vedere come stavi» ammisi sorridendo.
«Sto bene bro, davvero. Ora entra, fuori si gela.» Feci un passo in avanti e varcai la soglia dell'ingresso. Quando richiusi la porta, venni avvolto da una sensazione di calore molto accogliente. Durante l'inverno, la famiglia di John era solita riscaldare l'intera casa grazie a un sistema di riscaldamento a pannelli radianti. Sotto la pavimentazione piastrellata in ceramica, erano posizionate delle serpentine che venivano riscaldate dall'energia prodotta dai pannelli solari. Il calore, ovviamente, saliva dal basso verso l'alto scaldando l'intera casa. In ogni stanza era posizionato un termostato in modo da regolare la temperatura a proprio piacimento. L'unico problema era l'impianto: ci metteva un po' a scaldarsi, ma l'attesa veniva ripagata da un'appagante sensazione di calore.
Dalla porta d'ingresso si poteva andare in due stanze differenti: cucina e soggiorno. La parete ad arco indicava che si stava entrando nel soggiorno. Al centro della stanza, un divano color amaranto, molto grande, sorgeva maestoso: mentre alle estremità dei due braccioli vi erano due piccoli mobili in legno con sopra dei lumini. Di fronte al divano c'era la TV da cinquanta pollici che, sotto di essa, ospitava una sound-bar e un subwoofer: il tutto era poggiato su un mobile in legno di ciliegio. Subito dopo il soggiorno vi era la lavanderia e il garage. Mentre osservavo i quadri accanto al divano, iniziai a sentire odore di biscotti e marmellata: mi girai di scatto verso la cucina per inebriarmi di quell'odore meraviglioso. J notò subito che avevo puntato lo sguardo verso la sala da pranzo, così decise di farmi strada verso il tavolo.
«Avanti, uomo famelico, andiamo a far colazione.»
Raggiungemmo la sala da pranzo e ci sedemmo al tavolo aspettando la colazione. Dopo qualche minuto d'attesa, Jennifer e Mike, i genitori di John, sbucarono dalla cucina con in mano un enorme vassoio pieno di biscotti. Sorrisero alla mia vista e mi obbligarono a mangiare insieme a loro, erano sempre felici di avermi in casa.
«Mangiate ragazzi, dovete crescere» disse Jennifer con un grosso sorriso sulle labbra.
Oltre a i biscotti, Jennifer aveva preparato una montagna di pancake inondati di sciroppo d'acero "Oh buon dio, ma questo è il paradiso" pensai mentre fissavo il mio piatto. Al centro del tavolo vi erano due brocche con del succo d'arancia, sulla sinistra c'erano due piccoli barattoli contenente miele e marmellata di ciliegie. Dopo aver assunto circa un trilione di calorie, io John decidemmo che era arrivato il momento di alzarci dal tavolo per andare a scuola. J salì in camera sua per vestirsi e poi ridiscese rapidamente. Mentre stavamo per uscire, Mike ci venne incontro con un sacchetto pieno di biscotti in una mano e un altro biscotto infilato in bocca.
«Allora Raccon, come mai hai deciso di unirti a noi stamattina?» Domandò Mike mangiando l'ultimo biscotto.
«John ha dimenticato un libro a casa mia, così ho deciso di riportarglielo.» Mi dispiaceva raccontare una bugia a Mike, ma non avevo il diritto di dire a i suoi che John era appena stato mollato.
«Tesoro non mangiare troppi biscotti, lasciane qualcuno per i ragazzi» urlò Jennifer mentre inseriva i piatti sporchi nella lavastoviglie.
«Va bene tesoro» rispose Mike dal soggiorno «Hai sentito mia moglie? Sono tutti per voi» Disse Mike porgendoci gentilmente il sacchetto pieno di quei meravigliosi biscotti «Magari serviranno per allietarvi la giornata.»
«Grazie» sorrisi.
Mike mi diede una leggera pacca sulla spalla, sorrise e poi raggiunse la sua dolce metà in cucina. Io e John uscimmo di casa e imboccammo la via della scuola. Durante il tragitto parlammo a lungo di ciò che era successo la sera prima e della conclusione che J aveva tratto da quella situazione. Sarebbe stato disposto a parlare con Lisa, voleva dare una possibilità alla loro relazione proprio come gli aveva suggerito Lena.
«Devo ringraziare Lena, senza di lei ora sarei in pezzi» disse J camminando con le mani dietro la nuca.
«Ehi, c'ero anch'io però» dissi fingendomi infastidito.
«Lo so Raccon, ma ieri sera serviva qualcuno che mi desse una bella spinta. Tu non lo avresti mai fatto, sei troppo gentile con me.» John aveva ragione, non sarei mai riuscito ad essere duro con lui. Il mio essere apprensivo lo avrebbe distrutto ancora di più.
«Tranquillo bro, so cosa intendi. Quindi oggi quando la incontrerai nei corridoi della scuola cosa farai?» Domandai.
«A questo non ho pensato» rispose J.
«Perfetto, mi sembra un'ottima idea» continuai.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
Viễn tưởngRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...