Erano le nove in punto quando parcheggiai la mia auto di fronte casa di Lisa. Avevo salutato Raccon e Lena da qualche minuto, poi avevo passato tutto il tempo che mi rimaneva in auto. Dopo un lungo discorso di auto incoraggiamento, fatto allo specchietto davanti lo specchietto dell'auto, aprii la portiera e uscii all'aria aperta. Ora che ero lì, fermo, accanto a un marciapiede illuminato da un lampione, riuscivo a vedere la casa di fronte a me in tutta la sua interezza. La prima volta che ero venuto qui, non avevo dato molta importanza alla casa, le avevo solo dato una rapida occhiata. Ora, dato che ero fermo di fronte ad essa, potevo osservarla molto meglio: potevo vedere che, la casa, vista da fuori, era molto più grande di casa mia e di Raccon. Assomigliava ad una piccola villa piuttosto che ad una normale casa di paese. L'intero edificio era completamente circondato da un giardino, tenuto con molta cura: le siepi erano tagliate in modo da assumere una forma rettangolare, il prato sembrava venisse curato in maniera certosina. Oltre quello, dal punto in cui mi trovavo, non potevo vedere di più, così decisi di avvicinarmi, sia per cogliere altri dettagli, sia per dare inizio al mio appuntamento.
Raggiunsi l'ingresso della casa, aprii il piccolo cancello, ed entrai. Il giardino, oltre ad avere l'erba perfettamente curata e tagliata in egual misura per tutta la superficie, veniva diviso esattamente a metà da un piccolo sentiero in pietra che terminava con tre scalini che conducevano alla porta d'ingresso. Alla sinistra del sentiero, vi erano varie giostre per far divertire i bambini, tipo altalene o scivoli, mentre sulla destra vi era una piccola fontana che sembrava ospitare dei pesci rossi. "Che strano, Lisa non mi ha detto di avere dei fratelli o delle sorelle" pensai mentre percorrevo il piccolo sentiero. Saliti i tre scalini, mi ritrovai di fronte la porta verde smeraldo: accanto ad essa c'era un piccolo bottone che fungeva da citofono. Trassi un bel respiro e feci pressione, con il dito, sul pulsante.
Il din-don del campanello squarciò il silenzio dell'intero paese, la porta si aprì rapidamente e ne fuoriuscì la figura di Lisa.
«Ehi, John» disse Lisa, sorridendo. «Wow, come sei elegante» Lisa chinò leggermente il viso e mi salutò con un bacio sulla guancia.
Quel piccolo complimento portò la mia autostima da zero a un miliardo in un solo istante, era confortante sapere che le piacevo vestito in quel modo. Certo, anche lei stava da dio in quel vestito: indossava un maglione a collo alto, color cachi, che terminava qualche centimetro sopra il ginocchio. Una cintura nera, con un piccolo anello d'argento, posto al centro, stringeva la maglia alla vita facendo risaltare tutte le curve del suo corpo. Sotto il maglione, invece, indossava un paio di stivali neri che terminavano con un tacco di circa dieci centimetri. Lisa non poteva di certo dirsi una ragazza particolarmente alta, solo con i tacchi superava il metro e sessanta di altezza. Ma non mi importava, non ero molto attratto dalle ragazze basse, ma lei era diversa: ne ero totalmente ammaliato.
«Anche tu non sei niente male» dissi, ricambiando il bacio.
Ero sorpreso, credevo che avrei trovato suo padre o sua madre dietro la porta di casa, non mi aspettavo di trovarci lei. "Meglio così" pensai, mentre accettavo il suo invito ad entrare. Nella casa sembrava regnare il silenzio, infatti, oltre lei e a degli enormi scatoloni accanto alla porta, non c'era nessuno.
«Non vorrei sembrare troppo invasivo, ma sei sola in casa?» Domandai, mentre mi guardavo in giro.
«Oggi i miei genitori festeggiano l'anniversario di matrimonio, così hanno deciso di fare una piccola cena a lume di candela. Ovviamente hanno scaricato le mie due sorelle da mia nonna, così, nel caso decidessimo di abolire la cena, potremmo avere tutta casa per noi» disse Lisa, abbozzando un sorriso malizioso.
L'idea di restare solo in casa con lei, mi allettava parecchio, ma non volevo approfittare della sua gentilezza, perciò sviai il discorso e proseguii con un'altra domanda. Avrei accettato di rimanere a casa con lei solo in caso di una sua proposta.
«L'altra sera non mi avevi detto di avere delle sorelle» attaccai, in tono curioso.
Mentre Lisa si era diretta verso la cucina, io tentavo di esaminare la casa. La prima cosa che mi saltò a gli occhi fu il pavimento, era totalmente fatto in parquet di legno molto scuro, non volevo i fare conti in tasca agli altri, ma una cosa del genere doveva costare un sacco di soldi. Il pavimento terminava a i piedi dei muri che, così come il soffitto, erano totalmente bianchi. Avanzai di qualche passo e raggiunsi il centro del corridoio, alla mia destra c'era il soggiorno, mentre alla mia sinistra avevo la sala da pranzo e la cucina. Il soggiorno, oltre ad avere un bellissimo soffitto a volta, aveva due divani posizionati di fronte ad un piccolo tavolino di vetro. Il tutto era stato adagiato sopra un tappeto grigio antiscivolo: non mi sentivo autorizzato ad entrare nella stanza, ma il tappeto sembrava essere molto soffice. Davanti al tavolino in vetro, vi era un televisore a schermo piatto di almeno cinquanta pollici; posizionate alla destra della tv, incastrate nel muro, c'erano due grandi finestre a scorrimento che davano la vista sul grande giardino. Oltre il soggiorno vi era un ulteriore stanza, ma era al buio, perciò non riuscii a capire cosa contenesse. Ma sembrava essere abbastanza grande. Dopo aver visto il soggiorno, portai l'attenzione alla mia sinistra e scorsi per qualche attimo la sala da pranzo e la cucina.
«Lo so» continuò Lisa, qualche secondo, dopo uscendo dalla cucina. «Ero parecchio concentrata su di te. Ma avresti potuto chiedere, no?» Adesso eravamo entrambi vicini e i nostri visi si sfioravano.
«Non lo ritenevo opportuno ad essere sincero. Anche io ero concentrato su di te, non s'incontra mica tutti i giorni una ragazza così bella.» dissi.
Tra di noi calò improvvisamente il silenzio, un piccolo buco nero sembrò risucchiare tutte le possibili frasi o parole che avrei potuto dirle.
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Cronache Di Un Lupo - L'inizio
FantasyRaccon vive la sua vita come qualsiasi adolescente del suo paese. Quest'anno, per lui e i suoi amici, sarà l'ultimo e dovranno affrontare il passaggio dal liceo all'università. Una sera, mentre Raccon torna a casa, dopo aver passato una normalissima...