Capitolo 119

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La figura nera della mia testa iniziò a riprendere forma, era pronta a parlarmi.

«Siamo stati bravi, Raccon. Abbiamo preferito ridurre in fin di vita tutti gli avversari lasciando a gli altri il compito di ucciderli. Ma ora, per quanto ci possa dispiacere, dovremmo togliere la vita a qualcuno. Anche se può sembrarci sbagliato.»

«Chi è che decide che uccidere è giusto o sbagliato?»

«Nessuno, razza di idiota, ma per salvare una vita devi sacrificarne un'altra. Non tutti quelli che vivono meritano la vita, dobbiamo ricordarcelo. Questa è la più importante delle lezioni» guardai la figura sparire per lasciarmi solo nella mia testa, fu come guardare me stesso dall'alto. Una luce bianca mi abbagliò improvvisamente: pulsava e vibrava, era come se desse vita al mio intero corpo. Proprio al centro di essa, vi era una piccola crepa. Provai il desiderio di avvicinarmi e, con sorpresa, ci riuscii. Ero davanti al mio stesso corpo e ci stavo guardando dentro. All'interno di quella che credevo fosse la mia anima, al centro, vi era una piccola fessura. Dietro la fessura giaceva un grosso lupo, l'animale alzò lo sguardo e mi sorrise. Si avvicinò, attraversò la mia anima e rientrò nel mio corpo. Poi mi svegliai.

Quando riaprii gli occhi, non riuscii a capire quanto tempo fosse passato, ma quando mi alzai capii che la situazione si era capovolta. Emily, Kiran e J, giacevano accanto a me privi di sensi. Roy, Alexis e Janus difendevano i corpi svenuti dei nostri branchi. Non so com'era stato possibile, ma molti degli Occhi Bui si erano rimessi in piedi, molti di quelli che avevo accuratamente dilaniato erano in piedi non preoccupandosi delle gravi ferite. Girai lo sguardo a destra e a sinistra, ma non vedevo né Yuria e né Lena. Poi', all'improvviso, tutti si fermarono. La battaglia fu messa in pausa da un nuovo evento: Envy, tornato in forma umana, aveva ordinato ai suoi di fermare l'attacco. Lena venne alzata in aria da quello che doveva essere il capo degli Occhi Bui. La ragazza che amavo aveva tagli e ferite su tutto il corpo, ma fortunatamente era ancora viva...anche se non per molto, visto che era nelle grinfie di un pazzo bastardo.

«Stupida ragazza, pensavi di potermi uccidere?» Envy puntò un dito verso il collo di Lena e iniziò a tagliuzzarlo «Guarda Roy, guarda com'è semplice spezzare una vita.»

Tutti quanti si bloccarono. Nessuno poteva fermarlo, e nessuno era tanto veloce da sottrarre la mia ragazza da quella presa mortale. Erano tutti col fiato sospeso, ma io non avrei permesso che Envy mi portasse via Lena. Qualcosa dentro di me cambiò in quell'istante, un ululato di pura rabbia esplose all'interno del mio essere. Un calore immenso attraversò il mio corpo come una violenta scarica di energia. Le mie ferite si rimarginano all'istante e rinacqui con una nuova forza ed energia: mi piegai sulle gambe e corsi contro Envy lasciando una nube di polvere alle mie spalle. Saltai a mezz'aria e piantai le zanne nel possente braccio di Envy costringendolo a mollare la presa, poi afferrai Lena e la portai in salvo lasciando il mio avversario urlante di dolore.

«Lena, tesoro, svegliati.» Lentamente, Lena aprì gli occhi, ma era completamente esausta e dolorante. Afferrai la sua mano e ne assorbì tutto il dolore possibile.

I miei occhi sembravano stessero per prendere fuoco, ma non sentivo dolore, solo rabbia.

«Roy, non muoverti da qui, proteggila» dissi mentre puntavo Envy con lo sguardo.

«Cosa hai intenzione di fare ragazzo? Non puoi vincere» intonò Roy ritornato in forma umana.

«Envy, oggi, morirà.»

Mi lanciai contro Envy con tutta la forza: volevo vendetta. Dentro di me, continuavo a sentire quella sensazione di calore, mi facevo paura da solo, ma non mi importava. Ero colmo di rabbia come non lo ero mai stato, Envy mi aveva colpito duramente e l'avrebbe pagata molto cara. Mi ritrovai faccia a faccia contro il capo degli Occhi bui, lui tentò di colpirmi con vari pugni diretti al mio stomaco e al viso, ma li schivai tutti senza problemi. Portai il mio braccio all'indietro, lo chiusi in un pugno e lo schiantai contro la faccia di Envy. Egli Indietreggiò e alzò le braccia per difendersi e proteggersi. Io ormai non controllavo più i miei movimenti, ero uno spettatore del mio stesso corpo. Strinsi il pugno fino a quando le nocche non divennero totalmente bianche, in quel pugno accumulai tutta la rabbia, l'ansia e lo stress che mi aveva procurato da quando era arrivato a scuola. A causa sua ero stato costretto a perdere un intero anno accademico, avevo rischiato di morire e ogni giorno mi ero allenato fino a perdere le forze. Per cosa poi? Io non conoscevo lui e tanto meno lui conosceva me. Lui voleva ucciderci solo perché eravamo nel giusto e volevamo opporci ai suoi folli piani: ma ormai era finita.

Il mio pugno batté violentemente contro il suo viso mandando in frantumi ossa e denti. Gli occhi di Envy divennero completamente bianchi e perse l'equilibrio cadendo per terra. Mi avvicinai al suo corpo e lo alzai in aria con un solo braccio, puntai i miei artigli contro il suo collo e ne penetrai la carne. Envy riprese i sensi e pronunciò due parole che mi fermarono dal compiere un omicidio.

«Perdonami... mamma»

Mollai la presa e vidi il corpo cadere per terra, quasi esanime. I suoi occhi completamente neri scomparvero e l'azzurro più limpido venne a colorare la sua iride: un fiume di lacrime iniziò a rigare il suo volto. Da lontano sentii Yuria imprecare violentemente e correre verso di me.

«Dannato ragazzo. Hai mandato all'aria i miei piani. Come può un insulso ragazzino come te rompere il mio incantesimo?» Yuria era in piena crisi di nervi.

«Di cosa parli?» chiesi resistendo all'impulso di farlo fuori.

«Credi che quest'uomo avrebbe guidato un attacco verso la vostra accademia se io non lo avessi corrotto?»

«È magia» aggiunse Roy «Ora capisco...è stato soggiogato.»

«Già, ma ormai lui non mi serve più.»

Il vecchio afferrò una lama nascosta nel mantello e la lanciò contro il corpo immobile di Envy ponendo fine alla sua vita. Avrei potuto fermarlo, ma non lo feci. La questione non mi riguardava più.


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